Ronald

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La Mcgrannit sfogliò distratta una delle lettere ammucchiate sulla scrivania.
Sempre la stessa storia.
Andavano avanti così ormai da una settimana circa.
Il motivo?
Il rampollo dei Malfoy.

Da come era stata informata,Lucius Malfoy era stato incarcerato con accuse gravi. Invece a Narcissa era stata data una possibilità, in quanto considerata vittima e succube del marito mangiamorte.
Per cui aveva diritto ad un processo.

Come lei anche il figlio, benché lui avesse un'alta probabilità di prigionia rispetto alla madre.
Sfortunatamente il ragazzo era accusato di crimini pesanti e per di più il suo avambraccio era stato sporcato dal marchio nero.

Simbolo del potere di Voldemort.

La vecchia donna si portò una mano su gli occhi per massaggiarseli con movimenti circolari.
Se in quel momento al suo posto ci fosse stato Albus, avrebbe già risolto tutti i problemi con la sua saggezza e intelligenza.
Ma lei non era il vecchio Albus Silente.
Era semplicemente una professoressa di trasfigurazione. Niente di più niente di meno.

All'inizio quando le era stato proposto il ruolo di preside, aveva rifiutato prontamente.
Si era dichiarata non in grado di esercitare quel ruolo come il preside precedente.
Le sue capacità erano notevoli. Certo.
Ma non abbastanza.

Alla fine aveva accettato, solamente per ricordare il vecchio Albus e continuare i suoi progetti.

E uno di questi era il rampollo dei Malfoy.
Aveva creduto in quel ragazzo.
Aveva creduto in una luce nel suo cuore.
Si era fatto uccidere da Severus piuttosto che sporcare l'anima del ragazzo e quindi segnarlo per tutta la vita con un crimine sulla coscienza.
Se il giovane Malfoy fosse stato incarcerato, la sua vita sarebbe stata comunque segnata.
E quindi il sacrificio di Albus semplicemente inutile.

In quel momento un lieve bussare alla porta, annunciò l'arrivo dei due giovani grifondoro.
La donna si ricompose in fretta, sistemandosi alla bene in meglio, per non farsi trovare scomposta.
-Avanti.-
Lo stipite della porta, fu oltrepassato infatti dai due ragazzi che si posizionarono sulle sedie, di fronte alla scrivania.

Nel frattempo la donna sistemò in ordine le lettere, appoggiandole in un angolo del tavolo.

-Preside, sono arrivate ancora lettere dal ministero?-
-Pultroppo si, signor Potter.-rispose la donna, dedicando tutta la sua attenzione ai due ragazzi.
-Professoressa, di quali lettere state parlando?- domandò Hermione, spostando lo sguardo dalle lettere alla preside, con un'espressione stranita in viso.

La preside si aggiustò gli occhiali e incrociò le braccia sul tavolo, preparandosi al lungo discorso che avrebbe iniziato da lì a poco.
-Dalla fine della grande guerra, stanno arrivando delle lettere mandate dal ministero per...-
-Dal ministero?per quale motivo?-la grifondoro la interruppe.-È successo qualcosa?-
-No signorina Granger. Spero che il signor Potter l'abbia informata di...un certo argomento. Così mi renderebbe le cose più facili.-
-Con certo argomento intende Malfoy?-
-Sì intendo Malfoy.-confermò la donna annuendo.
-Come ho detto prima, stanno arrivando molte lettere mandate dal ministero che chiedono categoricamente la prelevazione del signor Malfoy, dalla scuola alla prigione.-
-Alla prigione?non dovrebbe prima subire un processo?-domandò Hermione arricciando la fronte.
-Sì, ma momentaneamente sarà trasferito in una cella fino al momento del processo.-
La donna sospirò.
-Questo trasferimento sarebbe dovuto avvenire già dopo la fine della grande guerra, ma con un mandato, ho richiesto l'annullamento, affinché il giovane Malfoy sarebbe guarito del tutto.-
La ragazza annuì sistemandosi meglio sulla sedia.
-Ma lo scopo di quel mandato, non è stata la guarigione del signor Malfoy, ma bensì del tempo per escogitare un piano.-
-Un piano?-la ragazza guardò la preside sinceramente curiosa,
-Sì un piano per...-
La grifondoro per la decima volta la interruppe.
-Lei ha mentito al ministero.-

L'altro volto della maschera. Dramione.Where stories live. Discover now