Notte insonne

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Hermione quella notte, non aveva chiuso occhio. Costretta per l'ennesima volta a dormire nello stesso letto con Malfoy, visto che il caro Harry Potter, volendo restare a casa Granger, aveva occupato il suo letto senza nemmeno chiederle il permesso. E lei non aveva protestato, ritenendola un'impresa già persa in partenza.

Aveva passato l'intera notte a muoversi e a rigirarsi tra le lenzuola, nervosa e agitata, non facendo chiudere occhio nemmeno all'altro occupante del letto. Pensava e ripensava a come era arrivata a tanto con il suo migliore amico. A non guardarsi e a non rivolgersi nemmeno una parola.
Sentiva un buco nel petto, minuscolo, quasi invisibile che si allargava arrivando sino alla gola impedendole di respirare, ogni qualvolta il bambino sopravvissuto la ignorava bellamente trattandola alla stregua di un elemento dell'immobile.

Rimuginando sull'accaduto per ben un'ora e mezza, era giunta finalmente ad una conclusione. Di persone ne aveva perse tante. Troppe. Non voleva perdere anche lui. Non poteva permetterselo.

Si era alzata silenziosamente dal letto, cercando di non svegliare il biondo, ignara che costui aveva gli occhi spalancati da quando si era sdraiata in quel lato del letto.

A piedi nudi, era andata con passo incerto davanti alla cameretta, alzando un pugno per bussare, senza avere però il coraggio di farlo.
Certo, quella codardia andava contro tutti i suoi principi da grifondoro, ma in quel momento, al diavolo i principi.
Voleva essere codarda. Con tutte le sue sfumature.

Aveva abbassato lentamente la mano, passando le dita sul legno della porta, per poi farla ricadere lungo il proprio fianco. Sconfitta e abbattuta. Ecco come si sentiva. Non aveva il coraggio di entrare in quella dannata stanza, per il semplice motivo di aspettarsi un rifiuto bello e schietto, sputato sulla sua faccia come uno schiaffo.
Che idiota...

-Mezzosangue...-

Hermione rabbrividì, senza nessun motivo in particolare. Si accorse in quel momento di aver scausalmente acceso la luce del corridoio. Probabilmente lo aveva svegliato.

-Scusa...-

Scusa...quando mai Hermione Granger si era rivolta a lui in quel modo? Sembrava quasi un sogno...

-Esattamente di cosa ti scusi?-

Hermione alzò gli occhi, puntandoli sul ragazzo appoggiato sullo stipite della camera da letto.
-Ti ho svegliato no? E mi sembra normale scusarsi.-

-Quando le scuse arrivano da te non è normale.-

Hermione abbassò lo sguardo, gesto inusuale per una come lei. Non rispose e non fiatò, limitandosi a camminare verso il letto a passo spedito. Draco allungò il braccio, appoggiandolo sul muro di fronte a sè, impedendole automaticamente di proseguire.
Hermione fissò l'avambraccio teso davanti ai suoi occhi, guardando poi lui, chiedendo mutamente spiegazioni di quel gesto. Spiegazioni che ovviamente non arrivarono.

-Malfoy, dovrei andare a dormire.-
-Già, dovresti.-

La guardò in viso, con una domanda negli occhi che però non diede voce. Si limitò ad osservarle le labbra, con uno sguardo eloquente che lei stranamente capì alla perfezione. Non si oppose quando sentì le sue labbra sulle sue. Non si oppose alle sue mani vaganti sul proprio viso. E non si oppose nemmeno al sentimento che lentamente stava uscendo fuori, allontanato sgarbatamente dal proprio cuore per troppo tempo.

Si azzardò ad appoggiare le mani sulle sue guance, ricevendo in risposta un mezzo sorriso che però non vide, avendo gli occhi chiusi. Le piaceva baciarlo. E le piaceva come la baciava. Non affrettato o irruento. Ma lento e profondo. Come quando si assaporava un cibo prelibato per captarne ogni minimo gusto.

L'altro volto della maschera. Dramione.Where stories live. Discover now