fiducia

5.5K 299 139
                                    

*Attenzione, capitolo con scene a rating rosso*

Hermione si guardò allo specchio, osservando la piccola ma profonda ferita sulla propria tempia, fino a quel momento coperta con una benda sporca di sangue.

Si trovava nuovamente nella villa norvegese, nella stanza ormai sua, dove aveva trascorso diverse notti, sia da sola che in compagnia del biondo.
Quello stesso biondo che ovviamente non si era fatto vedere nemmeno di striscio, scatenando un tumulto di emozioni contrastanti.
Dalla rabbia, alla tristezza.
Dalla strafottenza, all'agonia.

-Hermione?!-

La suddetta sobbalzò pesantemente, sbattendo il capo contro l'armadietto.
Ma non ebbe nemmeno il tempo di lamentarsi che fu soffocata da un abbraccio stritolante.
Così stritolante da toglierle il respiro.

-Ti avevo detto di...perché non...sei davvero una stupida!- tuonò a raffica la piccola Weasley, stringendo la presa sulle sue costole, forse per ucciderla definitivamente pensò la riccia.

Hermione boccheggiò in cerca d'aria, cercando delicatamente di staccarsela da dosso, invano.
-Ginny...non respiro...- ansimò, prendendo finalmente libertà un secondo dopo, ricevendo un'occhiata mortificata.
-Scusa...- borbottò la rossa. -Anzi, non devo scusarmi proprio di niente!- si ricompose austera, nascondendo la preoccupazione sotto metri e metri di rancore.

-Che ci fanno Harry e Malfoy quì? Non erano occupati nella missione?-

Ginny contrasse la mascella, squadrandola con negli occhi una furia omicida, che cercava di trattenere come meglio poteva.
-Hai da dirmi solo questo?- domandò allicinata e oltraggiata, sedendosi sul letto. -Non ti trovavo Hermione. Ho dovuto chiamarli urgentemente, non sapevo a chi riferirmi se non Harry.-

La mora aggrottò le sopracciglia.
-Se tu hai chiamato Harry, perché è venuto anche Malfoy?-
-Perché è incapace di farsi i cavoli propri.- sibilò rossa di rabbia, Ginny, ricordando la conversazione avvenuta pochi giorni prima con quel serpeverde in particolare.
-È uno stupido borioso, stupido, ignorante buono a nulla...-
-Hai detto due volte stupido.- ci tenne a farle notare Hermione.
-È uno stupido doppio, triplo!-
-Sì può sapere perché provi così tanto rancore nei suoi confronti?- si infervorò la riccia, arrossendo poco dopo sulle guance, per le parole appena pronunciate.
Parole che sembravano dette evidentemente da una donna che proteggeva il proprio uomo con gli artigli, e con i denti.
Non era quella la sua intenzione!
O forse si...

-Non mi interessa Hermione. Non mi interessa se lo ami, o se lui ama te. Io devo fargli penare ogni insulto!- esclamò con euforia, e un luccichio inquietante negli occhi, che le fece temere il peggio.
-È una questione che riguarda me e lui, quant'è vero che mi chiamo Ginevra Weasley!-

***

L'aveva appoggiata con delicatezza sul letto, con le mani tremanti, e gli occhi che vacillavano puro terrore alla vista della ferita sulla sua tempia.
-Cazzo volete rendervi utili?- aveva tuonato, infastidendo pesantemente Harry Potter, il quale fu immediatamente messo a tacere dalla rossa, facendogli intendere che quello non era ne il posto, e nè il momento adatto.

E la furia del grifondoro divampò come fuoco nel camino, non appena i suoi occhi videro le mani del serpeverde armeggiare con la maglietta della ragazza, facendo per toglierla e controllare la ferita in prossimità delle costole.

Draco guardò con disprezzo e ostilità, le dita del Potter artigliate malamente al proprio braccio destro impedendogli ogni movimento.
-Toglimi le mani di dosso, sfregiato.- aveva sibilato, emettendo un ringhio feroce simile ad un cane in procinto di attaccare.
-Tu toglile quelle luride zampe da dosso.- aveva sibilato duro e fermo il moro, aggrottando le sopracciglia non appena aveva scorto comparire sulle labbra del biondo un ghigno sardonico e diabolico, come se si stesse prendendo gioco di lui.
-Non c'è parte del suo corpo che io non conosca, Potter.- gli sputò cattivo in faccia.
Aveva spostato lo sguardo da un allucinato Harry, alla ragazza esanime sul lettino, e non aveva esitato a stracciare febbrile la maglietta che le copriva il reggiseno pudico.
-Quì ci penso io.- aveva detto Draco, coprendo istintivamente il corpo della ragazza con il proprio, proteggendola da altri occhi che non fossero i suoi.

L'altro volto della maschera. Dramione.Where stories live. Discover now