Il segreto- 2 parte

4.3K 264 227
                                    

-E cosa ti fa credere che io sia disposto a dirti tutto? È una questione mia e sua, tu cosa centri?- chiese scettico, guardandolo dal vetro del calice vuoto.

-Sono riuscito a guardare metà del suo ricordo, prima che chiudesse la mente. Pare che sia dispiaciuta che tu ti assuma tutta la responsabilità di quello che è accaduto.-

Il viso si ammorbidì, e per un momento ebbe la sensazione che la maschera di vetro che ogni giorno si premurava di indossare, stesse per crollare. -Inizio col dirti che mi è sempre piaciuta.-

-Questo potevi anche risparmiartelo. Si vede ad occhi chiusi.- sbottò il biondo, col tono acido, innervosendolo.

-Hai detto che vuoi sapere tutto, o sbaglio?- il silenzio che proseguì lo spinse spinse continuare. -Mi ha sempre attratto in modo inspiegabile, cosa che con le altre non accadeva. Non importava che avesse i capelli gonfi, o che non  fosse miss mondo. Per me era la più bella, e pensare che avevo solamente tredici anni quando capì che provavo qualcosa di più, che semplice amicizia...- sorrise, con nostalgia negli occhi, divenuti nuovamente di un blu scuro. -Avevo paura che frequentando un'altra scuola si sarebbe allontanata definitivamente da me, così cercai di passare il più tempo possibile con lei, ma sopratutto, cercai di convincerla a restare, con me. Ma alla fine mi arresi. Era così felice quando parlava della nuova scuola...chi ero io per sbarrarle la strada?
Per non farla lunga, partì e potei vederla soltanto tre mesi dopo, a Diagon Alley. Vedevo che era triste per qualcosa, sapevo che qualcuno si divertiva a schernirla per il suo essere nata babbana, ma dura com'è non mi disse mai il tuo nome, o ti avrei sicuramente spaccato la faccia. Non mi arresi mai alla missione di convincerla a lasciare la scuola, non glielo dissi esplicitamente però.
La invitai a fare un giro, e un occasione mi piombò letteralmente in faccia. Se avessimo perso tempo, lei avrebbe perso il treno, e sarei stato più tempo con lei. Un piano davvero geniale, ma non pensai a chi potesse essere quell'uomo di fronte a me, dove io andai a sbattere non scausalmente, trascinandomi anche Hermione.-

-Una testa di merda fin da ragazzino.- commentò Draco sgarbato, visibilmente nervoso e interessato.

-Te lo concedo.- rispose Dorian annuendo. -Ma neanche tu sei un esempio di decenza, mi parlava sempre di questo bastardo biondo ossigenato, immagino fossi tu.-

-Già, probabile, è solita chiamarmi bastardo.- un piccolo sorriso gli spuntò involontario, ingelintendo quei tratti così freddi e seriosi.
Quella visione non provocò fastidio in Dorian, e neppure rabbia, solo curiosità.

-Come hai fatto? Fino ad un anno fa voleva ucciderti, ed ora...beh, non vuole ucciderti.- borbottò osservando quel suo portamento altezzoso tipico delle famiglie aristocratiche, che non aveva mai interessato Hermione.

-Succhiasangue, quella donna cerca di uccidermi ogni giorno, involontariamente o volontariamente, e un giorno ci riuscirà...-
-...perché la aiuterò io.- lo interruppe Dorian, ghignando perfido e divertito.-E ne sarò lieto.-
-Preferisco lo faccia da sola.-

C'era una vena di compiacimento nel suo sguardo, come se sapesse cose proibite, lontane dagli occhi curiosi del vampiro.

Dorian sorrise di fronte a quel compiacimento, ancora una volta, come per prenderlo in giro, e anche per una rabbia nascosta che tardava ad affiorare. Hermione per Dorian Brian non era stata l'unica, ne aveva avute esperienze dopo di lei, ma non in grado di sviargli i pensieri verso quest'ultima.
Lei per lui era stato il primo amore, la prima cotta, o la prima infatuazione, non sapeva spiegarlo correttamente. Ma una cosa era certa:

-Non sei stato il primo.- sganciò la bomba d'improvviso, aspettando impaziente che l'ospite parlasse, o si muovesse. Ma pareva che quest'ultimo fosse diventato una statua di marmo.

L'altro volto della maschera. Dramione.Where stories live. Discover now