l'incomprensibile

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Hermione si torse le mani, fissando le proprie unghie interessata, e con tanta voglia di andarsene da lì il più velocemente possibile.
Aveva convinto Harry ad andare a casa Weasley, cosicché facesse pace con Ginny. Ed ora si ritrovava da sola, nel corridoi vuoto del ministero, aspettando Draco Malfoy, il quale probabilmente era impegnato a salutare calorosamente faccia da carlino.
Il che gli diede il tempo di rimuginare sulla propria vita desolata, ma anche quanto fosse fortunata ad avere vicino persone come Harry. E forse Malfoy. Dopotutto quel furetto platinato, altezzoso fino al midollo, da mesi a quella parte le aveva completamente ribaltato la vita senza che se ne accorgesse. Fungeva quasi da distrazione.

Era così impegnata a litigarci e a rispondere alle frecciatine, che non pensava quasi mai a Ron, o ai suoi genitori. Certo, erano sempre lì come un chiodo fisso, ma non apparivano nei suoi pensieri spesso. Anzi, raramente. E forse, ma proprio forse, doveva ringraziare quel pervertito bastardo. Quello stesso bastardo che le stava venendo incontro.

-Era ora.-disse Hermione, non riuscendo a nascondere il tono acido.
-Aspettavi da tanto?-ribbattè Draco, anch'egli con voce acida.
Hermione gli gettò un'occhiata di sufficienza, per poi camminare verso il portone, seguita dal Malfoy.
-Abbastanza.-

-Sono desolato.-disse Draco sarcastico.-La prossima volta ti farò aspettare di più. Così forse, nel frattempo, sbollirai l'acidità.-
-Premuroso da parte tua...-
-Lo so.-

Hermione salì a cavallo della scopa di Harry Potter, e prese un respiro profondo.
-Destinazione Londra babbana, Malfoy.-
Il suddetto sbuffò spazientito, gettandogli un'occhiata irritata.
-Di nuovo Granger? Volete per forza intaccare la mia sanità mentale a quanto vedo.-
-Per quanto riguarda la tua sanità mentale, la natura ci ha già pensato.-disse Hermione sorridendo sornione.

Draco ridusse gli occhi a due fessure, guardando infastidito quel sorrisetto di scherno stampatole in faccia.
Stava diventando brava. D'altronde lo era sempre stata. Da quando gli aveva rivolto per la prima volta la parola, aveva una capacità innata di rispondere alle sue frecciatine senza scomporre neppure un espressione facciale. Unutile dire quante volte a Hogwarts l'aveva fatto imbestialire come una belva.
Ma se da un lato quel comportamento gli aveva fatto venire voglia di strangolarla a mani nude, dall'altro l'aveva incuriosito. E poi...tutto è scorso come doveva scorrere.

-Impara a non provocarmi Granger.-disse salendo anch'egli sulla propria scopa.-Potrebbe finire male.-
-Oh guarda, sto tremando come una fogliolina.-rise lei.-Non dormirò la notte per la paura...-
-Se vuoi posso consolarti io.-ghignò sardonico, mentre le due scope al contemplo si alzavano.

-Ok, se proprio ci tieni.-

Draco spalancò la bocca, scioccato. Si era aspettato di tutto. Un farfugliare imbarazzato, un rossore tipico di lei. Ma quella risposta l'aveva completamente spiazzato.

-Che ne hai fatto della Granger?-

Hermione rise, mentre lentamente spiccava il volo.
-Tienimi il passo se ci riesci!-urlò per farsi sentire.

-Che Salazar la fulmini...-borbottò Draco raggiungendola.-Sei una principiante, non sai ancora padroneggiare bene la scopa!-

Lei fece finta di non sentirlo, troppo concentrata ad ignorare il suo modo inusuale di...cercare di salvargli la vita.

Draco ispirò silenziosamente.
Solita cocciutagine che caratterizzava i grifondoro.

Bene, credeva di esser diventata ormai un'esperta al calibro di un giocatore di quidditch? Allora perché non mettere all'opera le sue capacità?

L'affiancò, e con un movimento di scopa, fece tremare quella di lei, guadagnandosi un'inevitabile occhiataccia di fuoco.
-Malfoy!-
-Sì Granger?-
-Smettila!-esclamò aumentando la velocità, con alle calcagna il Malfoy.
-Cosa...non eri tu l'esperta?-disse ghignando perfido, continuando a punzecchiarla, mentre Hermione perdeva man mano sempre più colorito.

L'altro volto della maschera. Dramione.Where stories live. Discover now