Il potere delle parole

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Hermione Granger non sapeva quale altro santo del paradiso ringraziare.
Aveva passato gli ultimi cinque minuti ad adulare ogni sacrosanta cosa vivente.

Malfoy si era addormentato, e non ne era mai stata tanto felice.
Ora se ne sarebbe andata dalla stanza, sgattaiolando silenziosamente dalle sue braccia, e avrebbe evitato una conversazione scomoda.
Un piano infallibile, ma al contemplo disastroso.

Riuscì a sfuggire dalle sue braccia e si alzò, mentre guardava il suo viso, sperando che non si svegliasse, trattenendo il fiato.
Bene, fin qui era stata fortunata.
La dea bendata si era schierata finalmente dalla sua parte.

Indossò l'intimo, continuando a guardarlo e calcolando i metri che la separavano dalla porta. Dalla sua salvezza. Ma nemmeno il tempo di congratularsi con sé stessa per quella missione al livello di una spia, che urtò rumorosamente il comodino.
Il bicchiere di cristallo si frantumò ai suoi piedi, sotto i propri occhi terrorizzati.

Non seppe il momento esatto dove aprì gli occhi. Forse ancor prima che urtasse quel maledetto pezzo di legno.
O quando si era alzata.
Oppure aveva sentito la propria voce telepatica che lo supplicava di non svegliarsi, e lui per dispetto si era davvero svegliato.
O semplicemente era stata tutta colpa di quel bicchiere maledetto.
Bene, ma non benissimo.

-Granger, che cavolo stai facendo?-

Crea una scusa...
Crea una scusa.
Crea una scusa!

-Sono andata in bagno.- disse con tono di voce rilassato e ovvio, e un sorriso abbastanza isterico stampato sulla faccia.
Draco alzò un sopracciglio, gettando un'occhiata ai cocci di vetro ai suoi piedi.
-Più cerchi di far silenzio e più crei rumore Granger. Ti aspetti che ti creda?-
-Non mi aspetto niente.- si lasciò sfuggire facendo un passo in avanti per prendere i pantaloni da terra. Dimenticò completamente il vetro rotto sparso un po dappertutto, e questa dimenticanza la pagò cara.
Cacciò un piccolo urletto di dolore, mentre cercava di reprimere invano le imprecazioni affiorate dalle sue labbra.
Quella sera stessa avrebbe dovuto rivolgere scuse e preghiere a Gesù cristo e a tutte le arcate angeliche.
Quindi ne scelse una meno offensiva, ma capace di contenere tutte le emozioni in tumulto dentro di sé:
-Porco Salazar!-

Il biondo le gettò un occhiataccia prima di alzarsi, colto da un momento di sconforto.
Come era possibile che lei, Hermione Granger, eroina del mondo magico, artefice delle imprese riuscite dello sfregiato, riuscisse ad attrarre i pericoli come una calamita. Come!
Avrebbe dovuto ingaggiare una guardia del corpo che la seguisse anche al cesso? Doveva arrivare a quel punto? Perché da solo semplicemente non ce la faceva, e non ce l'avrebbe fatta a salvaguardare la sua salute in futuro.
Quindi due erano le cose: o cercava di avere più cura di sé stessa, o la rinchiudeva nelle cantine. Punto. In questo modo almeno sarebbe stato a pensieri tranquilli. Lei al sicuro, tutto calcolato.

Guardò scocciato Hermione, intenta a rimarginare il piccolo taglio, grande almeno quanto la lunghezza di un' unghia. Ne esaminò il profilo sottile, il nasino piccolo, gli occhi di un castano chiaro che si muovevano freneticamente. I capelli più elettrizzati del solito le davano quell'aria selvaggia, almeno ai suoi occhi. Probabilmente per gli altri sarebbe sembrata solo sciatta, nulla di più. E al ricordo che poche ore prima aveva messo le mani su quel piccolo corpicino, lo fece leggermente fremere e accendere un innato desiderio che fu messo immediatamente a tacere. Non voleva darle l'impressione di essere un pervertito lascivo e volgare, che approfitta della propria innocente preda per soddisfare la libidine ogni qualvolta ne sente bisogno. Lui non era un pervertito, e lei tanto meno una preda innocente.
Era tutto purché innocente.
Già provava rimorso per il comportamento quasi animalesco usato nei confronti della grifondoro, che non era riuscito a reprimere, ma perlomeno lei non aveva dimostrato fastidio di fronte a quei modi, o probabilmente non l'aveva dato a vedere. Possibile che gli fosse sfuggito il controllo dalle mani, e che non fosse stato minuziosamente attento ad ogni sua minima reazione? Ma la cosa che più lo innervosiva, era che aveva quasi del tutto perso il senno.
C'era mancato poco, pochissimo.

L'altro volto della maschera. Dramione.Where stories live. Discover now