1. Lyzaria

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I miei polmoni bruciano mentre cerco di incamerare aria correndo più veloce che posso attraverso il sentiero di montagna.

Sono dolorante per la fatica e mi sento svenire, ma continuo ad andare avanti mentre le voci dietro di me si fanno più forti. Inciampo varie volte sulle rocce, ma mi rimetto subito in piedi per continuare a percorrere il pendio della montagna.

Il mio stivale si aggroviglia improvvisamente tra un arbusto e sussulto mentre cado in avanti.
Metto le mani per terra ad attutire la caduta, evitando che la mia testa si sfracelli.
La pelle sulle braccia è comunque sanguinante e sporca.

Tolgo il ramo in cui si è incastrato il piede e mi rialzo.
I miei occhi si soffermano un attimo su il grande gruppo di uomini con archi e spade dietro di me e ricomincio a correre più forte di prima.
Li sento urlare e chiamarmi mi dicono di 'fermarmi in nome del re', ma ignoro le loro richieste e continuo a correre veloce, ma non so quanto ancora posso resistere.

Le rocce danno spazio a l'erba per crescere e grido di frustrazione perché mi fa scivolare, mi fermo quando vedo l'inizio di una foresta. Gli uomini mi stanno ancora seguendo così respiro profondamente prima di continuare a portare il mio corpo al limite attraverso l'oscurità degli alberi.

È come tuffarsi nell'oceano.
Tutto è improvvisamente più scuro, più freddo, posso sentire delle voci tra il fruscio degli alberi e l'odore di sangue portato dal vento.

Il cuore mi scoppia nel petto, che  batte forte e nel frattempo sudo freddo.
Non dovrei essere qui, me lo sento.

Questo è un territorio rivendicato e appartiene a qualcuno di potente, posso percepirlo. La mia mente è confusa e anche i miei pensieri.

«Che diavolo sta succedendo?» mormoro, rallentando. Mi sento stanca e il il terreno sembra scomparirmi sotto i piedi.

Un dolore acuto alla testa mi fa cadere a terra in pochi secondi. Mi afferro le tempie mentre la testa sembra si stia spaccando in due.

Attraverso le mie urla e i miei singhiozzi di dolore sento il pollice toccare qualcosa di freddo e duro sul collo e capisco subito che si tratta di un dardo. Provo a strapparlo ma un'altra ondata di dolore mi attraversa il cranio.

Urlo ancora più forte mentre cado sul terriccio del bosco.
Le lacrime sfocano la mia visione e violenti singhiozzi mi scuotono.

Il mio sguardo si blocca su un paio di occhi gialli prima che tutto diventi spaventosamente nero.

•••

«Lyza! Cosa ti ho detto riguardo ad andare nella foresta?» mi rimprovera  bruscamente mio padre.
Io mi spavento per la rabbia che trasuda dalla sua voce e ritraggo velocemente la mia mano che è a pochi centimetri dal tronco di un albero.

«Scusa papà, non ho potuto farne a meno, gli alberi sono così belli!» sussurro girandomi verso di lui.
Il suo viso si addolcisce e mi solleva per prendermi tra le sue braccia muscolose.

Io gli circondo il collo con le mani e seppellisco il viso nell'incavo del suo collo. Lui mi stringe forte e mi porta via dal bosco.

«Perché non possiamo andare nella foresta?» chiedo, guardando sopra la sua spalla per vedere le foglie rosse e oro scomparire piano piano dalla mia vista mentre saliamo su per la collina.

«La foresta è un luogo pericoloso» risponde.

«Come può una cosa così bella essere pericolosa?» chiedo confusa.

«Il pericolo è nella sua bellezza.»

•••

Apro gli occhi a causa di una  luce troppo forte che mi stordisce ancora di più. Provo ad adattarmi per un attimo al bagliore accecante prima di mettermi ad osservare l'ambiente che mi circonda.

Mate to the Dragon [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now