13. Lyzaria

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Il rosso inonda il mio campo visivo non appena pronuncia quelle parole.
Mio padre è il motivo per cui quasi tutti i Dragoni di Fuoco sono stati uccisi anni fa, è il motivo per cui ho dovuto nascondermi e scappare per tutta la mia vita e la ragione per cui sono stata torturata solo pochi giorni addietro.
Mytalonis dentro di me sta ringhiando furiosamente e guardo come Daerius inizia a sudare freddo.

«Lyza, devi calmarti» mi dice, con il respiro affannato.

Si alza, cammina velocemente verso la porta e appena esce dalla mia stanza si strappa la camicia di dosso.
La rabbia del mio drago continua a crescere mentre collego tutti i momenti orribili della mia vita all'errore di mio padre.

«Lyza devi calmarti!»
Daerius mi grida per la seconda volta dal corridoio.

«È il mio drago che sta perdendo il controllo, non io» gli urlo in risposta.
A un certo punto un dolore atroce mi attraversa il cranio e mi prendo la testa tra le mani quando diventa quasi insopportabile.

Mytalonis non mi voglio trasformare adesso! Calmati!
Grido al mio drago, stringendo la mascella contro il doloroso bruciore mi attraversa da capo a piedi.

Devo trasformarmi Lyza!
Non me lo hai permesso per quasi un anno!
Mi sibila in risposta.

Parlerò con Daerius ma non voglio trasformarmi ora! È troppo pericoloso!
Gli spiego e si fa da parte con riluttanza. Sento che la temperatura della stanza si abbassa bruscamente.
Guardo in corridoio e vedo che Daerius è sdraiato sul pavimento e non si muove.

«Merda!» sussurro e corro verso di lui. La sua fronte è coperta da uno strato di sudore.

«Angel!» urlo e la porta della sua camera da letto si apre immediatamente.

«Cosa sta succedendo? Daerius?» urla quando vede il fratello.

«Che cazzo hai fatto?» lei grida, spingendomi via da lui sconvolta.
La mia testa colpisce il muro e la vista diventa sfocata, tutto quello che vedo sono decine di paia di stivali appena prima che tutto scompaia.

•••

Posso sentire i miei piedi nudi che pulsano mentre corrono più velocemente in mezzo al campo. Sto correndo da più di un'ora e sono abbastanza sicura che i miei piedi stiano sanguinando.
Mio padre è qualche metro davanti a me e a volte si guarda indietro per assicurarsi che io sia ancora vicino a lui.

A poca distanza ci sono quasi una dozzina di uomini che lentamente guadagnano terreno su di noi.
Li maledico sotto voce e così anche mio padre. Guardo in basso e improvvisamente il terreno sembra scomparire.
Una scogliera.

«È una scogliera! Dobbiamo fermarci!» grido, ma mio padre continua a correre.

«È tutto sotto controllo Lyza, salterò e mi trasformerò in aria più tu ti aggrapperai alla mia schiena» mi dice. Io annuisco velocemente, il panico comincia ad impossessarsi del mio corpo mentre mi sento sempre di più in trappola. I Cacciatori continuano a inseguirci, ma rallentano quando si avvicinano come noi alla scogliera.

Tutti portano armi, archi e frecce, spade, assi e perfino una frusta a spazzola. Mio padre salta dalla scogliera e subito le sue ossa cominciano a rompersi e prendendo un'altra fisionomia. Soffoco un sospiro acuto, correndo fino al bordo prima di saltare. Il mio piede scivola sul terreno sporco e quindi il mio salto risulta sbilanciato. Grido mentre comincio a cadere, muovendo le mie braccia selvaggiamente.

Atterro su roccia solida e un suono acuto fa eco nella mia mente nello stesso momento in cui dolore mi attraversa la gamba. Crollo sulla schiena, stringendomi l'arto al petto, l'osso ha lacerato la pelle e tutto quello che sento è un dolore bruciante.

Improvvisamente sento un ruggito e vedo mio padre nella sua forma di drago che vola sopra di me mentre una freccia colpisce la sua ala. Lancia fuori un terribile ruggito pieno di dolore e guardo che linee nere iniziano a diffondersi sulla sua ala.

«No, no!» grido nel momento in cui essa si stacca dal suo corpo. Lui si gira da un lato prima di cadere a terra.
Lacrime mi scorrono sulle guance e guardo mio padre rimpicciolirsi fino a scomparire e diventare polvere. Non sento più il dolore alla gamba, perché non è nemmeno paragonabile all'agonia che attanaglia il mio cuore.

•••

I miei occhi lentamente si aprono.
Emetto un flebile gemito quando sento la testa pulsare e il dolore che attraversarmi tutto il corpo. Mi guardo intorno e sento un profondo vuoto allo stomaco

«Oh mio Dio no, no, no, no, per favore no!»
Sento delle lacrime lambirmi gli occhi alla vista della cella di metallo fredda che mi circonda. Mi siedo sulla cuccetta di metallo e rivolgo il mio sguardo alla prigione vuota.

Una lacrima riga la mia guancia mentre mi rendo conto che ho abbattuto tutte le mie possibilità di vivere libera. Daerius non mi perdonerà mai e penserà sempre ai draghi come esseri selvaggi e pericolosi.

Ho distrutto la possibilità che i draghi vivano senza paura, che non debbano nascondersi per sopravvivere. Stringo le sbarre di metallo per la frustrazione e ringhio.

«Fanculo!» grido.
Mytalonis sbuffa in modo irritato nella mia mente, ma lo tengo sotto controllo. Improvvisamente sento dei passi e mi giro per vedere chi è. I miei occhi si sgranano alla vista di Daerius.

Si avvicina e si ferma proprio di fronte alla porta della mia cella. Faccio un passo avanti lentamente finché non sono a pochi centimetri dalle sbarre.

«Stai bene?» chiedo con voce flebile.
Lui annuisce lentamente, il suo volto è stoico.

«Cosa è successo?» mi chiede.

«Tutto ciò che è successo di brutto nella mia vita, è successo per l'errore che mio padre ha commesso. Il mio drago era furioso per questo e non sono riuscita a farlo calmare finché non è stato troppo tardi, tu eri già incosciente» dico, mordendomi il labbro.

«Cosa e accaduto dopo?»

«Angel non te lo ha detto?» gli chiedo, un po' irritata.

«Mi ha detto che hai urlato il suo nome e che poi lei ti ha trovato in piedi sopra di me, ma non mi ha detto cosa è successo dopo di questo» mi dice.

«Ha gridato verso di me, chiedendomi cosa ti avessi fatto, poi mi ha spinto e la testa ha colpito il muro, sono svenuta e mi sono risvegliata qui.»
Annuisce, incrociando le braccia al petto.

«Perché non sei riuscita a calmare il tuo drago?» chiede e mi passo la mano tra i capelli.

«Perché ha bisogno di trasformarsi, è passato quasi un anno dall'ultima volta ed è estremamente inquieto.»

«Okay» dice, i miei occhi si allargano per l'incredulità.

«Sul serio? Mi permetterai di trasformarmi?» chiedo e lui annuisce.

«Beh, a meno che tu non voglia che tutti in quelli del tuo branco muoiano, devo andare nel posto di cui sono nata.
Il mio drago è anche arrabbiato perché non lo lascio guarirmi, e glielo posso permettere solo se mi trasformo, ma è un viaggio molto lungo e pericoloso» gli dico e lui scrolla le spalle.

«Okay. Per poter rimanere qui dobbiamo assicurarci che tu non sia una minaccia e se per assicurarcene ti devi prima trasformare, allora va bene.»

«Perché sei d'accordo? Ti ho quasi ucciso non troppo tempo fa.»
Sospira, posso dire per certo che mi nasconde qualcosa, ma non ho idea di che cosa possa essere.
Mi guarda e posso intendere che è disposto a dirmi parte della verità, ma non tutta.

«Perché voglio che tu mi faccia cambiare idea sui draghi.»

Mate to the Dragon [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now