16. Daerius

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«Hanno detto che il drago è tornato»
mi dice Lyza, con il sorriso stampato sulle labbra.

«Aspetta, ti conoscono?» chiedo e lei annuisce.

«Mi sono dimenticata di dirti che ho vissuto con loro per più di un anno, è per questo che so così tante cose sul loro conto» lei mormora. I miei occhi si sgranano per la sorpresa.

«Sul serio?»

«Sì, certo. Probabilmente vorranno che andiamo con loro, il che aggiungerà qualche giorno al nostro viaggio ma se rifiutiamo, potrebbero ucciderci.»

«Penso, allora, che sia meglio andare con loro» dico scrollano le spalle. Si gira verso le ombre e dice qualcosa in una lingua straniera.
Loro fanno uno strano verso e poi si incamminano verso la montagna.

«Basta seguirli» ci dice Lyza. Cominciamo a camminare su per il ripido sentiero di montagna e lancio un'occhiata ad Angel, i cui occhi traboccano di confusione. Lei mi lancia un'occhiata di disapprovazione e io le rispondo con una di sfida.

«Ti ho detto di tenere la bocca chiusa! La prossima volta che mi disobbedirai, sarai punita gravemente» ringhio verso di lei. Mykael appare improvvisamente accanto a me, la preoccupazione palese sul suo viso.

«Perché stiamo seguendo queste creature? E se volessero ucciderci?» chiede sussurrando.

«Lyza sembra fidarsi di loro, e io mi fido di lei» rispondo scrollano le spalle. Ancora sembra poco convinto.

«Io non mi fido di lei» dice e io ringhio un po'.

«Non devi fidarti di lei, devi solo fidarti di me» io gli dico. Lui piega leggermente la testa.

«Mi scusi Alpha, non volevo mancarle di rispetto» mormora, abbassando lo sguardo sul terreno roccioso. Rallenta fino a quando non è in linea con Angel e le mie guardie. Cammino accanto a Lyza e guardo le ombre che si muovono rapidamente e furtivamente su per il sentiero di montagna.

«Come hai potuto vivere con loro? Pensavo che tu uccidessi chi attraversa queste montagne» le chiedo.

«Il mio fuoco li ha affascinati. Ho fatto un accordo con il loro leader.
Il mio fuoco in cambio di riparo e protezione. Non gli piaceva tagliare la foresta per averlo, hanno provato decine di cose diverse, ma poi quando ho mostrato loro che potevo fare fuoco senza bruciare niente, mi hanno praticamente adorato.»
Lei scrolla le spalle.

«Che cosa sono loro esattamente? Ho sentito delle storie, ma semplicemente li hanno descritti come ombre» sussurro, lanciando uno sguardo alle figure nere davanti a noi.

«Mio padre li ha chiamati praestrigiae, significa falso in latino. Sono sia vivi sia morti, quasi impossibili da uccidere, non hanno né carne né sangue.
Sono chiamate ombre perché possono muoversi attraverso qualsiasi cosa, inclusi noi. Farsi attraversare da loro è come un incubo, come una nebbia fredda che porta tutte le tue paure in vita» lei mormora, rabbrividendo.

«Sembra quasi che tu l'abbia vissuto.»

«Infatti, ed è stata una delle peggiori esperienze della mia vita.»
Rimaniamo in silenzio per il resto dell'escursione in montagna.

È completamente buio e vedo a malapena le praestrigiae, sembrano una nube di fumo a forma di uomo, senza gli arti e il volto definito.
Il mio lupo sente l'odore del pericolo che mi mette in allarme.

Siamo in una grande radura con delle piccole capanne in legno, ricoperte di qualche tipo di intonaco che probabilmente le rende impermeabili.
Ci sono torce illuminate intorno alla radura che forniscono abbastanza luce per vedere le ombre, ma non molto di più al di fuori di esse.

Mate to the Dragon [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now