Capitolo 1

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New York è una metropoli, una città gigantesca e caotica, abitata da persone agitate e sempre di corsa. La bionda in carriera che corre su tacchi vertiginosi con un caffè in mano e una cartellina di documenti sotto braccio; l'uomo in giacca e cravatta che controlla l'andamento della borsa dallo smartphon; il ciclista che consegna la posta e svicola tra le auto in fila allo stop, rischiando la sua vita e quella dei pedoni ogni cinque secondi; il tassista che deve ignorare le lamentele dei passeggeri che gli intimano di correre anche se il semaforo è rosso.

Ogni mattina i negozi si aprono, le caffetterie preparano colazioni appetitose e i lavoratori subiscono un altro inteso giorno di stress.

Daisy Smith non era diversa dagli altri, ma aveva sviluppato un rito quotidiano di attività che come un mantra le permettevano di cominciare la giornata al meglio.

Sveglia alle sei, doccia, colazione al bar, apertura dell'atelier alle otto in punto, pausa pranzo tra l'una e le due del pomeriggio, secondo turno di lavoro fino alle cinque, poi libertà: shopping o semplicemente un tranquillo rientro a casa e una passeggiata con Red. Le sue serate erano abbastanza tranquille, non aveva una vita movimentata e la sola cosa che riusciva a smuoverla dal divano dopo cena era il teatro. Theo, il suo migliore amico, era un attore e spesso la invitava per vedere qualche spettacolo.

«Sto provando a buttarmi sulla scrittura. Ho messo giù qualche riga per una sceneggiatura teatrale» le confidò Theo. Spesso facevano colazione insieme, ordinavano dolci diversi da dividere a metà per assaggiarne entrambi il gusto.

«Di che parla?»

«Spiacente, è un segreto di Stato!» Theo fece un sorriso beffardo prima di addentare la sua mezza ciambella.

Daisy scosse la testa e ridacchiò. Lei e Theo avevano caratteri completamente opposti: lei era una ragazza pratica, lui un artista. Eppure erano pressoché inseparabili.

«Verrai stasera?» le domandò.

«Quando mai ti ho dato buca a una prima?» disse falsamente offesa.

Theo prese la schiuma del cappuccino con un dito e toccò il naso di Daisy, scoppiando a ridere quando lei incrociò gli occhi per seguire la traiettoria del suo indice.

«Theo! Insomma, devo andare a lavorare!» protestò.

Lui sbuffò. «Sempre così seriosa. Dovresti divertirti di più, o diventerai vecchia prima del previsto.»

Daisy lo fulminò con lo sguardo e si pulì il naso con un tovagliolino di carta. «Io mi diverto.»

Theo sollevò un sopracciglio per lo scetticismo, ma non aggiunse altro.

«Devo andare» disse guardando l'orologio da polso. «Ci vediamo stasera!»

Il ragazzo la osservò allontanarsi e uscire dalla caffetteria. Quella sera voleva dirle ciò che provava. Il tempo passava, Daisy era sempre più bella e lui non aveva intenzione di lasciarsela sfuggire.

*

Sembrava impossibile che una sconosciuta potesse rendere la giornata un inferno. E invece era proprio così. Olga Jonsson aveva saltato l'appuntamento all'atelier, quindi Sally non aveva nessuna cliente da seguire e l'unica cosa che trovava interessante fare era chiacchierare con Daisy. Non era un gran problema, non finché la collega non cominciò a parlare di affari personali di fronte alla futura sposa in cerca dell'abito perfetto.


«Carl mi ha mollata! Quel farabutto!» esclamò Sally.

Daisy sistemò l'abito bianco con le spille, mentre la sua cliente – Erin – si specchiava con il viso raggiante. Non era esattamente il discorso più carino da fare di fronte a una sposina.

«E come l'ha fatto?! Con una di quelle classiche frasi da uomini: "Non sei tu, tesoro, sono io". Be', non dovrei deciderlo io?!»

Daisy si rivolse a Erin per chiederle che ne pensava dell'abito, ignorando la sua collega.

«È perfetto!» esclamò la ragazza con occhi brillanti per la gioia.

«Ma sai che m'importa! Alla festa di stasera troverò un uomo degno di essere definito come tale!» continuò Sally.

«Sarebbe possibile applicare delle spalline in tulle?» chiese Erin.

Daisy annuì. «Certamente. La sarta potrà fare le modifiche che desideri.»

Sally frenò la sua parlantina e osservò la ragazza in bianco. «Sei bellissima, cara. Magari io avessi un fisico come il tuo!»

Dopo aver compilato il foglio del preventivo e salutato Erin, Daisy sospirò e capì che nulla l'avrebbe salvata dal discorso di Sally.

«Hai qualcuno da presentarmi?» chiese infatti la sua collega.

«Sally... vi siete lasciati ieri sera. Non ti sembra di esagerare?»

Scrollò le spalle e abbassò gli angoli della bocca per mostrare il suo menefreghismo in merito. «Che mi dici di Theo? Ce l'ha una ragazza?»

«Sì» mentì Daisy, assolutamente contraria alla possibilità di far incontrare i due. Theo non si meritava un tornado come Sally. Era una brava ragazza, ma non era il suo tipo. Nessuna delle ragazze con cui era stato il suo amico le erano mai piaciute e in un angolino del suo cervello – e del suo cuore – c'era anche spiegato il perché.

«Allora stasera sarò impeccabile. Tu verrai, giusto?»

Daisy aggrottò la fronte. «Dove?»

«Al party, ovviamente!» Calcò l'avverbio come se si stesse rivolgendo alla persona più svalvolata della terra. «Edward non te l'ha detto?»

«Chi?»

«Ed, il nostro capo! Pronto? C'è nessuno lì dentro?!» esclamò strillandole nell'orecchio.

«Ed non si chiama Edward...»

«Edmund, o quello che è. Hai capito, dai!» Sventolò una mano per non dar peso a quell'informazione.

Daisy si trattenne dallo scoppiare a ridere. «No, Edgar non mi ha detto niente.»

Sally batté le palpebre un paio di volte nel sentire il vero nome del loro capo. «Edgar? Fai sul serio? Credo che continuerò a chiamarlo Ed o Edward quando lo sognerò di notte!»

«Sally!»

«Che c'è?! Non puoi negare che è uno schianto!»

No, non poteva negarlo, Edgar era proprio un bell'uomo: alto, muscoloso, con la carnagione chiara e gli occhi di un intenso azzurro. La sua collega si imbambolava ogni volta che lo vedeva.

«Comunque, mi sembra strano che non te l'abbia detto. È un party aziendale per l'uscita della nuova collezione autunno-inverno. Non puoi mancare!»

«Le feste non fanno per me. E poi ho un altro impegno questa sera.»

Sally la guardò con malizia. «Con chi?»

«È inutile che fai quella faccia. Vado a teatro con Theo.»

La sua collega sbuffò. «Sai, se non avesse la ragazza, direi che voi due siete la coppia perfetta!»

***

Buongiorno! Sto facendo un disastro con questo Wattpad, abbiate pazienza 😅

Ho messo l'immagine sopra, solo che poi mi si è cancellato metà del testo... Ma ditemi, ste cose succedono solo a me?!?!

Vabbè, ora ho risolto. Spero...

E niente, come avevo scritto l'altra volta, questa è la mia nuova FF e spero possa piacervi. Questo capitolo è solo introduttivo, dovevo farvi conoscere Daisy! I nostri amati Shadowhunters arriveranno, non preoccupatevi! 😉

Buon sabato a tutti!

Ciao ciao!

Cla 🦄

P.S.: Daisy significa margherita 🌼 Sarà importante nel futuro della storia!

SHADOWHUNTERS - CONNECTIONWhere stories live. Discover now