Capitolo 3

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Gli Shadowhunters attraversarono il portale creato da Magnus e si trovarono nel bel mezzo di un gran galà. Si guardarono intorno alla ricerca del demone superiore che stava mietendo vittime da settimane e che riusciva a sfuggirgli ogni volta, dissolvendosi come fumo e rifugiandosi nell'Inferno da cui proveniva. Era furbo, veloce e nascondeva bene le sue tracce. Tutto quello che i Cacciatori di demoni riuscivano a scoprire era ciò che lui voleva che scoprissero: dai mondani si faceva chiamare Edgar Doom.

«Questo demone non si tratta affatto male!» Isabelle si avvicinò al tavolo del buffet per assaggiare una ciliegia caramellata intinta nella crema pasticcera.

«Non siamo qui per divertirci, Izzy. Troviamo questo bastardo e uccidiamolo una volta per tutte» disse Jace, continuando a cercare Edgar tra la folla.

«Dividiamoci.» Alec fece un cenno alla sorella per indicarle la direzione da prendere – le scale per il piano superiore –, lasciando Jace e Clary nel salone principale. I due fratelli erano allerta, i loro passi erano attutiti dalla pesante moquette, le chiacchiere che provenivano dal piano sottostante rendevano difficile udire rumori. Percorsero un lungo corridoio, Alec con la freccia incoccata, pronta per essere scagliata, Izzy con la frusta in mano. Non appena udirono un forte e chiaro grido, scattarono di corsa verso la fonte dell'urlo.

Edgar Doom aveva aggredito una ragazza in abito rosso senza nascondere il suo aspetto di demone. La mondana aveva lo sguardo colmo di terrore e dolore, il suo fianco era gravemente ferito e il sangue aveva macchiato il vestito di un vermiglio ancora più scuro. Non appena Alec e Isabelle entrarono nell'antibagno, la ragazza spostò lo sguardo su di loro: riusciva a vederli.

Alec non indugiò, prese la mira e scoccò la freccia colpendo il demone sulla schiena. Izzy agitò la frusta e la intrecciò introno al collo di Edgar, che barcollò e si voltò verso i suoi aggressori. Alec scagliò un secondo dardo centrando il cuore del demone.

«Sei un osso duro, brutto bastardo!» esclamò Isabelle, strattonando la frusta. Edgar si portò le mani al collo per cercare di liberarsi dalla stretta dell'arma serpentina e i due fratelli estrassero le spade per colpire il demone mortalmente.

*

Daisy non poteva credere ai propri occhi. Prima Edgar si trasformava in un mostro, poi due tipo con giacche di pelle nera e armati fino ai denti lo uccidevano davanti ai suoi occhi. Vide chiaramente le loro spade brillanti infilzarsi sul petto del suo datore di lavoro, che scomparve in una nuvola di polvere e cenere. Era talmente sconvolta e incredula che si era dimenticata della ferita che le avevano procurato gli artigli di Edgar. Abbassò lo sguardo, ma lo spostò subito non appena vide il sangue.

«Aiutatemi!» pregò i due nuovi arrivati. Non sapeva se poteva fidarsi di due guerrieri usciti da un videogioco che avevano appena fatto fuori il suo capo, ma la ferita bruciava e la vista le si stava appannando.

«Come fa a vederci?» chiese il ragazzo.

«Non è il problema più imminente, Alec» disse l'altra. Il suo sguardo era preoccupato e non aiutò a tranquillizzare Daisy. «Stai calma, risolveremo tutto» le disse.

«Mi serve un medico» piagnucolò.

Alec si inginocchiò affianco alla sorella e ispezionò la ferita della mondana. «Dubito che un medico possa fare qualcosa.»

Daisy lo guardò confusa e scioccata, le girava la testa e non capiva più nulla. Cominciava a respirare a fatica e le era difficile tenere aperti gli occhi.

Lo sguardo di Alec si posò sul suo viso pallido. «Dobbiamo sbrigarci. Portiamola da Magnus.»

«Dovremmo portarla all'Istituto» disse la ragazza dai lunghi capelli neri.

«Non possiamo portare una mondana all'Istituto.»

Daisy non capiva il senso delle loro parole, perse la cognizione del tempo e dello spazio, le palpebre le si abbassarono e il mondo venne avvolto da una coperta nera.

***

Non andatevene! Aggiungo un altro capitolo!

Cla 😉

SHADOWHUNTERS - CONNECTIONWhere stories live. Discover now