Capitolo 10

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Daisy e Alec stavano camminando per la strada, invisibili ai mondani e pensierosi. Finché la ragazza non si ricordò di un "dettaglio".

«Alec... ma tu sei già sposato?»

Il Cacciatore sorrise. «No. Ma ci sono andato vicino.»

Daisy lo guardò interrogativa e stupita.

«Era un matrimonio di convenzione, ma per fortuna è intervenuto Magnus. Con lei non avrei avuto una vita felice.»

«Lei? Era una ragazza?»

«Già. E anche molto bella. Ma come ben sai, le ragazze non sono il mio tipo.»

«Ma avevi già il vestito. Quando ci hai ripensato? La settimana prima?» Alec la guardò eloquentemente e lei sbarrò gli occhi. «L'hai lasciata all'altare?!»

«Non guardarmi così. Mi sono già sentito abbastanza in colpa.» Daisy ridacchiò. «Non è divertente» la rimbeccò.

«No, scusa, hai ragione. Solo che non mi sembri il tipo!»

«A chi lo dici! Dovevi vedere mia madre!»

«E Magnus è tipo entrato di corsa gridando "Io mi oppongo!"?»

Alec rise. «Sarebbe stato divertente! Ma no, è stato più... doloroso. E imbarazzante.»

Rimasero in silenzio per qualche secondo: Alec perso nel ricordo del suo quasi-matrimonio e Daisy a immaginare la scena.

«Tu, invece? Sei più una tipa da "amici di letto" o da "fuga d'amore"?» la prese in giro, ma lei neanche sorrise. «Ehi, lascia perdere quello che ha detto Sally. Non vale la pena prendersela per così poco. Se c'è una cosa che ho imparato da quando ho baciato Magnus invece che la mia futura sposa, è che devi fregartene di cosa pensi la gente di te.»

Daisy lo guardò. «L'hai baciato di fronte a lei? Povera donna!» ridacchiò.

«Non virare il discorso di nuovo su di me» disse, non nascondendo il divertimento.

Daisy abbassò gli occhi sulle mattonelle del marciapiede. «Theo è sempre stato solo un amico. Ci siamo conosciuti a scuola quando avevamo otto anni. Mia nonna mi aveva fatto le treccine, aveva usato nastri colorati e perline. Ero orgogliosa della mia acconciatura, ma evidentemente le altre bambine ne erano invidiose. Mentre giocavamo in cortile, me le tirarono, le sciolsero si presero i nastrini e le perline come trofei. Poi arrivò lui,» la sua voce da malinconica ebbe un guizzo di gioia, «un bimbetto magrolino e dinoccolato. Aveva visto tutto e voleva intervenire per aiutarmi. Smisi di piangere, lo guardai litigare con le altre bambine e beccarsi un pugno in un occhio dalla più grande.»

«Un vero eroe!» ridacchiò Alec.

«Per me lo è stato. Quel giorno avrò anche perso dei nastrini colorati, ma ho trovato qualcosa di molto più prezioso. Io e Theo siamo pressoché inseparabili da allora.»

«Perché mi sembra che stia per arrivare un "ma"?»

Daisy sollevò un angolo della bocca per sorridere, cercò di calciare un sassolino sulla strada senza riuscirci, passandoci attraverso, e sospirò. «Ho paura che lui per me non sia più solo un amico da un po'.»

«Capisco come ti senti, puoi credermi.»

«Magnus era il tuo migliore amico, prima che vi metteste insieme?»

Alec tentennò un po' prima di rispondere. «No. Mi riferisco a qualcun altro. Qualcuno con cui sono cresciuto, con cui sono molto amico e da cui solo Magnus ha avuto il potere di farmi guarire.»

SHADOWHUNTERS - CONNECTIONWhere stories live. Discover now