Capitolo 17

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Daisy trascorreva le giornate in casa di Magnus a coccolare Red, spolverare – era il minimo che potesse fare dopo tanta ospitalità – e leggere libri del Mondo Invisibile. Lei e Theo erano stati costretti a rimanere imprigionati tra le mura dell'appartamento perché il demone sembrava scomparso da New York e finché gli Shadowhunters e lo stregone non riuscivano a trovarlo e ucciderlo, per loro due era più sicuro restare dov'erano.

Quando non era fuori a caccia, Alec era spesso con loro e Magnus e li aggiornava su ogni novità. Peccato che erano sempre meno.

«Ormai la nostra opinione è che abbia lasciato questo mondo, ma non ne avremo mai la certezza. Oltretutto, anche se se ne fosse andato, nulla gli vieterebbe di tornare e finire quello che ha cominciato. I demoni superiori sono molto vendicativi, non dimenticherà mai questa storia.»

Avevano ordinato cibo cinese e tra un boccone e l'altro Alec spiegò la situazione corrente.

«Quindi vuol dire che potremmo restare qui per sempre?!» chiese Daisy.

Theo quasi si strozzò con gli spaghetti. «Vi prego, no. Potrei impazzire.»

«Non possiamo sprecare Cacciatori per farvi da guardia del corpo.»

«Ma non potete installare una specie di allarme anti-demone?» propose la ragazza.

«Non è così semplice» disse Magnus. «Ma posso fare un tentativo.»

Alec posò la ciotola degli spaghetti. «Come facciamo a sapere se funzionerà?»

Lo stregone si strinse nelle spalle. «Intanto lasciami provare a farlo. Sono o non sono il Sommo Stregone di Brooklyn? Qualcosa mi inventerò. E poi, Alexander, non possiamo tenerli prigionieri qui per sempre. Non che a me diate fastidio, eh!» si affrettò ad aggiungere. «Perfino il Presidente Miao si è affezionato a voi!» esclamò indicando il gatto che, in un angolo del salotto, si stava strusciando sul fianco di Red facendo le fusa.

«D'accordo, fai questo tentativo» accettò Alec. «Ma prima di prendere qualunque decisione, informatemi, okay?»

Il Cacciatore doveva rientrare all'Istituto e Daisy lo fermò sulla porta per potergli parlare.

«Senti, ehm... Restare chiusa qui mi dà molto tempo per pensare e... Mi chiedevo se fosse possibile fare degli allenamenti» balbettò imbarazzata.

«Degli allenamenti?!» chiese confuso.

«Sì, insomma, quello che fate voi Shadowhunters per combat...»

«Assolutamente no» disse senza neanche farla finire di parlare.

«Perché no?!» Le sembrava di fare i capricci come una bambina piccola, ma ci aveva davvero riflettuto per parecchio tempo e l'idea non le dispiaceva affatto.

«Davvero vuoi che ti elenchi tutti i motivi perché non puoi farlo?!» esclamò Alec. Dall'espressione ostinata di Daisy capì che sì, doveva farlo. Sbuffò prima di iniziare. «Tanto per cominciare, sei una mondana. Il che significa che non potrai mai avere delle rune.»

«Su questo punto avrei già qualcosa da ridire!»

«Ah, sì?!» incrociò le braccia e la guardò dall'alto della sua statura con fare minaccioso. «Sentiamo.»

Daisy si sollevò la manica della maglia per mostragli l'Iratze.

«Daisy, le condizioni erano particolari e...»

«No! Ho il tuo sangue angelico nelle vene, ricordi?»

«Che vuol dire che non è innato e che prima o poi lo smaltirai. Dio solo sa cosa potrebbe succedere se attivassimo la runa con lo stilo quando non ne avrai più neanche una goccia.»

SHADOWHUNTERS - CONNECTIONWhere stories live. Discover now