Capitolo 11

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Ultimamente sembrava andare tutto per il verso sbagliato. Non appena Alec era rientrato all'Istituto, una chiamata da parte di Luke aveva fatto accorrere i Cacciatori in una seconda scena del delitto, questa volta a Downtown.

«Dovete fermarlo» disse Luke senza neanche salutarli, il tono che non ammetteva scuse per quel ritardo nell'ammazzare un demone.

«Stiamo facendo il possibile» rispose Clary, l'unica in grado di non aggredirlo verbalmente per quell'accusa.

«State facendo un disastro. Si può sapere chi è Daisy Smith?» Il licantropo fissò Alec, quella domanda era rivolta a lui.

Jace si intromise. «Perché?»

Luke spostò gli occhi dall'uno all'altro Shadowhunter, Izzy e Clary si guardarono e in muto assenso si avvicinarono al corpo da ispezionare, lasciando i maschi a sbrigarsela tra loro.

«Si dà il caso che un mondano sia venuto in centrale a denunciarne la scomparsa e...» Fece una pausa a effetto durante la quale osservò Alec come se volesse trafiggerlo. «Ha descritto te.»

Jace incrociò le braccia e si mise in una posa minacciosa, con le gambe leggermente divaricate. Non tollerava che qualcuno accusasse il suo parabatai, ma era anche vero che non aveva idea di cosa stesse parlando Luke. Nel dubbio di fare gaffe, lasciò ad Alec l'onore di rispondere.

«Come fai a esserne sicuro?» gli chiese il Cacciatore, che era ben consapevole di chi e cosa stesse parlando il licantropo.

Luke sollevò le spalle in un'ironica imitazione di chi ha tirato a indovinare. «Alto, vestito di nero con la giacca di pelle, moro.»

«Potrebbe essere chiunque» disse Jace.

«Con una "Z" sul lato sinistro del collo? No, non direi. Che state combinando?»

Jace aggrottò la fronte. «Non sono affari tuoi.»

«Lo sono eccome! Questa è anche la mia città! E la gente sta morendo! Voglio sapere cosa sta succedendo!» si irritò.

Jace fece un passo in avanti, ma con un semplice gesto della mano Alec lo bloccò. «Ha ragione.»

Isabelle intuì che la situazione si stava scaldando e non in favore di suo fratello. «Invece che litigare, perché non ci date una mano?!»

«Luke, ne parleremo più tardi. Ora dobbiamo cercare delle tracce» disse Clary.

Il licantropo sospirò, accettò la momentanea resa e si allontanò.

Jace si avvicinò ad Alec. «Sarebbe meglio non dirgli di Daisy. Ti metteresti solo nei guai se si venisse a sapere che hai marchiato una mondana» bisbigliò per non farsi sentire dal fine udito di Luke. «Cos'è successo?»

«Un amico di Daisy mi ha visto a casa sua» spiegò sbrigativamente.

«E tu che ci facevi a casa sua?»

«Era per il cane.» Jace lo guardò confuso. «È un po' lunga da spiegare. Ne parliamo con calma quando rientriamo.»

Il biondo annuì ed entrambi si avvicinarono alle ragazze.

«Stesso modus operandi» li informò Izzy. «È sempre lo stesso demone superiore.»

Alec osservò la vittima, era stesa a pancia in giù, la guancia sinistra sull'asfalto e l'altra metà del viso coperta dai capelli. Il Cacciatore si chinò, scostò le ciocche sporche di polvere e sangue e dovette appoggiare una mano a terra per non sbilanciarsi e cadere dallo shock.

«Alec? Tutto okay?» domandò Clary inginocchiata affianco a lui.

Lo Shadowhunter era impallidito. Non per il rivolo di sangue che usciva dalla bocca della vittima, non per gli occhi sbarrati e pieni di terrore.

SHADOWHUNTERS - CONNECTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora