Capitolo 23

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Daisy era entrata nell'Istituto solo in forma di fantasma, quando nessuno poteva vederla o udirla. Ora era visibile a tutti, anche troppo per i suoi gusti, perché Magnus aveva creato un mostro - in senso positivo - che attirava l'occhio. Soprattutto quello maschile. E il loro obiettivo non era forse quello di passare inosservati?

«È una pessima idea» disse mentre l'ascensore saliva dalla Chiesa al focus dell'Istituto.

«Stai tranquilla. Gli altri sanno cosa fare e mia madre non è ancora tornata da Londra.»

Le porte dell'ascensore si aprirono e Daisy sentì tutti gli occhi puntati su di sé. Percorsero il corridoio fino alla sala centrale, dove Isabelle, Clary e Jace li stavano aspettando.

«Caspita, Daisy! Quasi non ti riconoscevo!» esclamò Izzy, accogliendola con un sorriso.

Jace la guardò stupito e con un sopracciglio sollevato. «Sai, per essere una mond...»

«Shh! Jace, insomma!» lo interruppe Clary. «Vuoi mandare tutto all'aria, per caso?»

«Notizie da Londra?» chiese Alec, interrompendo quelle chiacchiere che stavano solo attirando attenzione.

«Maryse dovrebbe rientrare tra una mezz'ora con Jasper» lo informò Jace.

«Bene. Meno vede nostra madre, meglio è.»

«Ho come la sensazione che tutto questo ci farà fare una finaccia» disse Izzy. «Comunque, vieni, Daisy, ti accompagno nella stanza che abbiamo preparato.»

La Cacciatrice la precedette in un labirinto gotico di corridoi e scale finché non raggiunsero la camera designata, con una massiccia porta di legno e cardini in ferro battuto nero.

«È tutta tua. Io e Clary siamo nelle due accanto, mio fratello e Jace nel corridoio opposto.»

«Ti ringrazio, Isabelle» le sorrise.

Lei scrollò le spalle. «Figurati.»

«No, davvero. State rischiando tanto solo... be', solo per me.»

«A noi Shadowhunters piace aiutare le persone, anche se si tratta di semplici mondani» disse facendole l'occhiolino. «Sai, sembri davvero una di noi. Dovrei chiedere a Magnus qualche consiglio di stile?!»

Risero entrambe, convenendo poi che probabilmente il suo guardaroba sarebbe diventato troppo glitterato per una Cacciatrice di demoni che doveva nascondersi al buio.

«Tu ora aspetta qui, qualcuno di noi verrà da te» le disse poi.

«Okay. Grazie ancora, Isabelle.»

«Puoi chiamarmi Izzy.»

*

«È più tesa di una corda di violino!» disse Isabelle, tornando dall'ala delle camere.

«Sì, lo sento... Sta mettendo agitazione anche a me» disse Alec.

Jace spostò lo sguardo dai suoi amici al corridoio. «In arrivo!»

Gli altri si voltarono e videro Maryse e Jasper entrare nella sala.

«Un attimo di attenzione, per favore» disse lei. «Come ben sapete, è stata richiesta la presenza di Jasper Everwood nel nostro Istituto.» Il citato chinò leggermente la testa per salutare i presenti. «Il suo compito sarà quello di istruirvi nel combattimento per perfezionare le vostre capacità. Ora lascio a lui la parola.»

Maryse si fece da parte e Jasper guardò uno a uno i Cacciatori presenti. I suoi occhi erano freddi, lo sguardo duro, le labbra una linea orizzontale. Delle piccole rughe tra le sopracciglia gli davano un'aria irritata, la postura eretta con le mani giunte dietro la schiena lo rendevano autoritario. Indossava un completo blu, i capelli erano pettinati indietro e non aveva un filo di barba. Era il classico, rigido, uomo inglese.

SHADOWHUNTERS - CONNECTIONWhere stories live. Discover now