La luna è casa mia

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Era una notte di luna piena e un ragazzo dai capelli argentati camminava per Central Park, teneva gli occhi fissi sull'astro che splendeva alto nel cielo mentre una forte malinconia gli stringeva il cuore: era come se dentro di sé sentisse che la ...

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Era una notte di luna piena e un ragazzo dai capelli argentati camminava per Central Park, teneva gli occhi fissi sull'astro che splendeva alto nel cielo mentre una forte malinconia gli stringeva il cuore: era come se dentro di sé sentisse che la terra non era casa sua.

Era stanco, molto stanco le forze lo abbandonavano ad ogni passo e proprio quando stava per cadere, privo di conoscenza delle braccia calde lo sorressero. Uno strano calore famigliare si espanse dal suo cuore e con uno sforzo enorme aprì gli occhi specchiandosi in un paio color ghiaccio, ma era troppo stanco per reggere oltre e si affidò al nuovo arrivato. Sapeva che poteva essere pericoloso, ma era davvero al limite e non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti.

Il nuovo arrivato tenendolo tra le braccia lo portò fino a casa sua e con delicatezza dopo avergli sfilato i vesti e messo un pigiama lo coprì con le coperte per non fargli prendere altro freddo, per poi dopo aver mangiato qualcosa raggiungere il suo ospite e distendersi al suo fianco addormentandosi.

Quando riaprì gli occhi, era disteso su un letto enorme in una stanza che era certo non fosse la sua, provò a muoversi, ma un capogiro lo fece desistere dal fare un altro tentativo.

Un movimento nel letto vicino a lui lo fece sussultare e voltare verso quel punto. Un ragazzo dai capelli corvini sembrava riposare sereno, ma lui aveva bisogno di risposte così lo scosse muovendolo con forza.

Il ragazzo in questione aprì gli occhi assonnato: «Ciao, ti sei svegliato vedo» il ragazzo dai capelli argentei gli chiese spaventato: «Chi sei? Cosa ci faccio qui?»

Sorridendo il ragazzo dai capelli corvini gli rispose rassicurandolo: «Calmati. Io sono Akito Masamune. Ieri sera sei svenuto a causa della febbre e ti ho portato a casa mia, non sapendo dove abitassi» il ragazzo dai capelli argentati abbassò il volto, qualcosa non gli tornava, gli sembrava di conoscere quel ragazzo così gli chiese: «Ti ho già visto da qualche parte?» Akito gli sorrise dolcemente, sapeva che dei ricordi si stavano nuovamente facendo strada nel piccolo ragazzo vicino a lui: «Diciamo di sì...» non era il momento di dire al ragazzo la verità sulla sua provenienza. Finalmente aveva trovato il suo principe e non l'avrebbe lasciato andare via.

Il ragazzo dai capelli argentei disse sommessamente: «Il mio nome è Ryan. Vorrei ricordarmi di quando ci siamo conosciuti...» Akito gli sfiorò il volto con una mano: «Ci siamo conosciuti quando eravamo bambini, ma quando sei sparito sette anni fa, io non ho fatto altro che cercarti per riportarti a casa...» il ragazzo dai capelli argentei rimase in silenzio per un po', ma era ancora un po' sconvolto e aveva un mal di testa davvero terribile causato dalla febbre. Si lasciò ricadere tra le coperte e chiuse gli occhi, Akito lo coprì meglio con le coperte e gli spostò con un leggero tocco della mano una ciocca di capelli dal volto.

Ryan sospirò tenendo gli occhi chiusi: «Perché non mi ricordo niente del mio passato?» Akito sorpreso da quella domanda gli passò un braccio attorno ai fianchi stringendolo a sé con dolcezza: «Ti hanno tolto la collana che i tuoi genitori ti hanno messo al collo per ricordarti sempre chi fossi realmente, ma non preoccuparti so dove si trova e vado a prenderla. Tu devi restare qui però...» il ragazzo dai capelli argentei si mosse un po' e gli si avvicinò un po' di più aprendo nuovamente gli occhi: «Sarà pericoloso per te?» aveva capito dal tono di voce del ragazzo che quello che doveva fare sarebbe stato pericoloso, Akito per tranquillizzarlo gli posò un bacio sulla fronte: «Se resterai qui dove le mie barriere ti proteggeranno, io riuscirò a restare concentrato e non mi faranno del male» convinto dalle parole di Akito, Ryan annuì e il ragazzo si alzò dal letto per prepararsi allo scontro, sapeva che non sarebbe stato per niente facile recuperare la collana da quel luogo, ma doveva farcela. Una volta pronto portò da mangiare a Ryan, notando che si era addormentato nuovamente gli lasciò anche un biglietto con le istruzioni per prendere la medicina.

Lasciata la stanza, Akito raggiunse il luogo dov'era custodita la collana di Ryan e senza troppi spargimenti di sangue riuscì a recuperarla, tornò solo in tarda mattinata a casa sua, doveva far perdere le tracce al suo nemico e quando ci riuscì tornò velocemente dal ragazzo che dormiva ancora sereno, ma aveva notato che il cibo e la medicina erano spariti.

Lentamente si mise seduto sul letto e si posò le mani sugli occhi cercando di riflettere, non si accorse che in quello stesso momento Ryan aveva aperto gli occhi e con un po' di fatica dovuta alla stanchezza lo abbracciò, per un attimo solo Akito si irrigidì: «Ryan, stai bene?»

«Sto meglio...» appoggiò il petto contro la schiena del ragazzo respirandone il dolce profumo di muschio bianco che gli riportava alla mente tante cose anche se confuse: «Ti ho riportato la collana» si girò nell'abbraccio del ragazzo e gli mise la collana per un attimo solo sembrò non succedere niente, ma Ryan che ricordò tutto subito spinse Akito tra le coperte e lo baciò sorprendendolo: «Finalmente mi ricordo tutto amore mio» quelle parole sorpresero il ragazzo per un attimo, ma gli sorrise e gli accarezzò il volto: «Bentornato Ryan»

Lentamente il ragazzo dai capelli argentei gli tolse la maglietta e iniziò a baciargli il collo, Akito voleva fermarlo, ma era da troppo tempo che non faceva l'amore con lui e lo desiderava. Bastarono quei pochi baci perché il suo membro si irrigidisse, Ryan l'aveva sentito così lo privo di tutti gli abiti e si liberò velocemente dei suoi era eccitato e voleva subito prendere il possesso del corpo sotto il suo.

Con un movimento rapido gli spalancò le gambe e Akito non poté far altro che guardarlo terrorizzato, non voleva che usasse la forza gli avrebbe fatto male: «Fermati Ryan così mi farai male» il ragazzo si fermò di colpo e lo osservò per un attimo prima di abbracciarlo: «Scusami è che mi sei mancato moltissimo. Non volevo spaventarti» gli posò un bacio sulle labbra e con più calma si dedicò alla sua preparazione, quando fu del tutto pronto a ricevere il membro duro e teso al massimo di Ryan sospirò dicendogli: «Adesso sono pronto Ryan prendimi»

Lentamente il ragazzo si fece strada in lui e con tutta calma rimase fermo fino a quando non fu proprio Akito a spingersi verso di lui e chiedere di più.

Durante il loro amplesso non si accorsero di una luce dorata che li avvolse trasferendoli in un altra stanza, in un altro luogo diverso dalla Terra, infatti non erano più nella stanza di una casa a New York, ma nella stanza del principe nel palazzo reale sulla Luna.

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