Il vento della passione

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Era una notte gelida nelle prigioni di una fortezza in un enorme castello nel bel mezzo di una foresta nascosto dallo sguardo di tutti

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Era una notte gelida nelle prigioni di una fortezza in un enorme castello nel bel mezzo di una foresta nascosto dallo sguardo di tutti.

Il freddo pungente entrava nelle ossa di un ragazzo incatenato alle pareti troppo stanco anche solo per parlare dopo tutte le ferite che gli erano state inflitte.

Non sperava più di essere salvato da qualcuno, ma iniziava a sperare che la vita scivolasse velocemente dal suo corpo lasciandolo cadere nell'oblio di una morte dolce e accogliente.

Un rumore oltre le sbarre attirò la sua attenzione.

Non aveva idea di chi fosse a muoversi nell'oscurità ed era ormai privo di ogni energia per opporre resistenza all'ennesima tortura.

La porta si aprì con un lento cigolio stridente facendolo rabbrividire per tutte le volte che l'aveva sentito.

Un dolcissimo profumo di fiori riempì l'aria portando il ragazzo ad alzare il volto, ma prima che potesse chiedere qualcosa si ritrovò in ginocchio liberato da quelle catene che l'avevano tenuto prigioniero fino a quel momento.

Una mano gentile si posò su la sua spalla: «Ti porto fuori da qui...»

Il ragazzo alzò lo sguardo annuendo per poi perdere conoscenza.

Senza indugiare il nuovo arrivato lo prese in braccio e avvolto in una lieve brezza portò entrambi fuori da quel luogo portando entrambi a rifugiarsi nel suo palazzo in mezzo al lago.

La natura celava la presenza di quel luogo così il ragazzo si prese cura del suo ospite pulendogli con dolcezza tutto il corpo dal sangue che lo sporcava medicando le sue ferite.

Erano gravi, ma non facevano correre pericolo al giovane disteso tra le coperte dell'enorme letto presente nella stanza nel quale si trovavano.

Le ore passarono lente e solo al sorgere del sole del terzo giorno il ragazzo aprì gli occhi notando il suo salvatore dormire appoggiato al letto.

Con un lieve movimento andò a immergere la mano tra i suoi capelli turchesi.

Avvertendo quel tocco delicato tra i suoi capelli aprì gli occhi: «Ciao. Vedo che ti stai riprendendo»

«Per quanto tempo ho dormito?» chiese con un filo di voce.

«Tre giorni. È stata una reazione normale del tuo corpo per guarire e riprendesi dalle ferite» disse lui con dolcezza per poi domandargli: «Come ti chiami?»

«Christopher Morningstar. Tu chi sei?» chiese il ragazzo a sua volta.

«Io sono Lukas Vondrak» rispose tranquillamente a quella sua domanda aggiungendo: «Sono uno spirito della natura e ho sentito il tuo richiamo d'aiuto»

«Capisco...» rispose cercando di mettersi seduto.

Lukas andò in suo aiuto posandogli alcuni cuscini dietro la schiena.

Il ragazzo lo guardò per qualche minuto per poi rilassarsi tra le coperte.

«Lukas, potrei avere qualcosa da mangiare?» gli chiese arrossendo imbarazzato.

«Certamente!» rispose lui correndo fuori dalla stanza raggiungendo la cucina dove incontrò il fratello assieme al compagno.

«Dove corri, Lukas?» gli domandò lui curioso.

«Sono venuto a prendere da mangiare per il ragazzo che ho portato qui tre giorni fa» rispose lui senza giri di parole: «Victor, se possibile vorrei che controllassi le sue ferite»

«Non sapevo avessimo ospiti» ammise senza pensarci troppo per poi aggiungere: «D'accordo, Lukas. Guarderò cosa posso fare per lui»

Il ragazzo annuì alle parole del fratello e recuperato da mangiare tornò in camera: «Scusa il ritardo. Sono stato trattenuto da mio fratello maggiore»

«Non importa. Stavo guardando il paesaggio oltre la finestra» ammise accennando un sorriso mentre con le dita giocava con una delle bende che gli coprivano le ferite.

Quel sorriso fece arrossire Lukas che distolse lo sguardo imbarazzato.

Posò il vassoio, sul quale aveva messo i piatti con il pranzo per Christopher, sul comodino mettendogli poi il piatto su le gambe.

Poco dopo il ragazzo iniziò a mangiare lentamente avvertendo un po' di fastidio per le ferite che bruciavano a ogni suo movimento.

Per riprendersi aveva bisogno di molto tempo, ma se fosse rimasto tranquillo sotto le cure di Lukas sarebbe guarito molto velocemente.

Diversi minuti dopo qualcuno bussò alla porta.

«Avanti!» esclamò Lukas senza pensarci due volte.

Victor varcò la soglia seguito dal compagno: «Quindi è lui il nostro ospite»

«Sì, fratellone. Lui è...» non ebbe il tempo di terminare la sua frase che il ragazzo al suo fianco esclamò: «Christopher!»

«Fratello, come mai sei qui?» gli domandò lui sorpreso di vederlo in quel luogo.

«Sono stato salvato da lui nel momento in cui ho cercato di salvarti» ammise semplicemente il ragazzo sorridendogli.

Ci furono alcuni minuti di silenzio tra di loro, ma Victor disse: «Se mi permetti vorrei controllare le tue ferite»

«Certo...» disse il ragazzo portando lo sguardo su di lui curioso.

Poco dopo Victor gli tolse tutte le bende esaminando una per una quelle ferite sorridendo: «Le tue ferite stanno guarendo molto bene. Adesso ci penso io» detto questo con un incantesimo le fece chiudere definitivamente.

«Grazie!» esclamò lui sorridendo.

«Adesso vi lasciamo da soli a parlare. Dopo potrai raggiungerci in cucina per stare con tuo fratello»

Christopher annuì alle sue parole prendendo per il polso Lukas: «Devo ringraziarti. Avevo perso le speranze di salvarmi e pregavo che la morte arrivasse rapida per non farmi passare un'altra giornata sotto le torture di quelle guardie» s'interruppe un attimo aggiungendo: «Mi hai ridato la libertà»

Lukas arrossì imbarazzato non sapendo cosa dire per questo azzardò una mossa che non sapeva a cosa avrebbe portato.

Si mise seduto sul letto baciandolo per un attimo Christopher non fece niente, ma poi ricambiò senza indugiare sentendo dei nuovi sentimenti muoversi in lui.

Quando si allontanarono sorrise: «Ho capito cosa volevi dirmi con questo bacio» s'interruppe un attimo aggiungendo: «Ti va di aiutarmi a legarmi i capelli per poi raggiungerli?»

«Va bene!» esclamò lui allontanandosi andando a prendere un crine di unicorno con il quale gli legò i capelli, dopo averglieli intrecciati con cura, con un crine di unicorno.

Poco dopo uscirono dalla stanza venendo accolti da una brezza calda che li avvolse con una delicata carezza facendo risvegliare in loro un sentimento d'amore dolce e passionale.

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