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Era un pomeriggio come tanti, ma qualcosa era cambiato.
Due ragazzi si erano incotrati in una zona lontana dai loro territori e si erano accomodati sotto un salice piangente che li nascondeva alla vista di tutti.
Jason è un ragazzo di 24 anni dai capelli castani ed appartiene al branco Okwhao.
Andy è un ragazzo di 24 anni dai capelli corvini ed è l'Alpha del branco Wahya.
Dalla prima volta che si erano visti una strana simbiosi si era creata tra di loro.
I loro branchi non erano tanto felici della cosa, ma ai due non sembrava interessare molto ed ogni volta che potevano andavano a rifugiarsi in un luogo dove potessero stare tranquilli.
Nascosti sotto le fronde degli alberi i due ragazzi si dedicavano a tenere e dolci coccole.
Jason stringeva tra le braccia Andy accarezzandogli con dolcezza le braccia per poi far intrecciare le loro dita dicendogli con un dolcissimo sussurro: «Non saprei dirti se ti ho amato dal primo momento in cui ti ho visto, o se è stata la seconda, la terza o la quarta volta. Ma ricordo il primo momento in cui ti ho guardato venire verso di me e mi sono reso conto che il resto del mondo sembrava sparire quando ero con te»
A quelle parole Andy assunse tutte le tonalità di rosso esistenti in natura borbottando mentre si allontanava dal suo petto: «Smettila. Mi metti in imbarazzo»
«Mi dispiace dirtelo, ma tra noi è infinita» aggiunse nuovamente Jason sorridendogli con dolcezza attirandolo nuovamente contro il suo corpo.
Andy per farlo smettere lo guardò negli occhi per alcuni minuti e quando quest'ultimo distolse lo sguardo gli chiuse la bocca con la sua.
Il ragazzo dai capelli castani rimase per un attimo interdetto, ma poi immerse la mano nei capelli di Andy portandolo a distendersi sull'erba sovrastandolo stando attento a non pesargli sopra.
Quando s'allontanarono rimasero in silenzio per alcuni minuti, ma facendosi coraggio, il ragazzo dai capelli corvini, disse: «Mi mancheresti anche se non ci fossimo conosciuti»
«Quindi ti manco quando siamo lontani?» gli chiese Jason sorridendogli con dolcezza.
«Non nego e non confermo» ammise lui arrossendo ancora di più a quella domanda.
Rimasero sotto quel salice piangente fino al tramonto per poi separarsi e tornare ognuno al proprio branco sapendo bene che i loro branchi non avrebbero mai accettato quella relazione, ma che potevano scappare per ritargliarsi del tempo solo per loro.
