Cambio di regole

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La sveglia suona insistente, la spengo ancora intorpidita dal lieve mal di testa e mi alzo raccogliendo i vestiti da terra della sera prima e mettendoli nel cesto della lavanderia, nel bagno. Mi faccio una doccia rilassante, voglio essere pronta per oggi. Mi lego i capelli con due tuppetti ai lati della testa e li lascio asciugare senza phono, mi metto un maglioncino sottile a dolcevita nero e dei jeans attillati neri, non voglio attirare molto l'attenzione. Scendo a fare colazione e trovo i miei genitori con un luccichio negli occhi che mi servono i pancakes caldi e mi baciano la testa. Posso vederlo lontano un miglio che sono super emozionati per me e anche in pensiero, sapendo che vivrò lontano da loro per un po'. Il mio papi mi guarda spesso, questa mattina, sorridendomi e alla fine la curiosità finisce per corrompermi

"Que pasa, papi?" (Che c'è, papi?)

"Nada, nena. Siempre tendrás mi amor y apoyo." (Niente piccola. Avrai sempre il mio amore e il mio supporto.)

Sorrido emozionata a mio padre, e apro le braccia per farlo avvicinare, e lui mi aggancia stretta a lui baciandomi tutto il viso. E' l'uomo della mia vita, non c'è storia.

Finita la colazione risalgo in fretta in camera, vedo i miei capelli asciutti ormai e decido di rifarmi meglio i tuppi lasciando qualche ciocca libera che incornicia il mio viso, mi spruzzo il mio profumo e impugno le valigie. Sofi si arrampica addosso e mi stringe forte ricordandomi di essere sempre me stessa, e la bacio.

Scendo in garage con papà per prendere la macchina, ma sento un clacson dietro di noi, che ci prende alla sprovvista. Mi giro e vedo una limousine nera davanti casa mia, un uomo di colore  vestito in costume elegante esce dal posto guida e mi fa cenno di avvicinarmi, e così faccio seguita da papà.

"Camila Cabello?"

"Ci può scommettere, giovanotto.", risponde fiero mio padre

"Sono della direzione di The Voice, sua figlia può essere accompagnata da me personalmente agli studios, sempre se lei vuole", abbassa il capo guardandomi, era davvero un ragazzo alto e possente.

Guardo mio padre e gli sorrido accarezzandogli il braccio, cercando di far sparire quella espressione contrariata e dispiaciuta.

"Papi, credo che andrà bene se vado con la direzione. Forse sono precauzioni che prendono loro... Non restarci male, ok? E' come se mi avessi accompagnato tu."

"E va bene, nena. Mi raccomando man in black, guida piano."

Il ragazzo di colore rise annuendo, perdendo subito la sua aria super seria e accattivante, come se avesse sentito suo padre fargli le raccomandazioni. Bacio mio padre ed entro in limousine mentre il ragazzo carica i bagagli.

Mi guardo attorno e la macchina è un vero spettacolo, è proprio vero che chi ha soldi li spende.

"Ecco fatto. Emozionata?", il ragazzo entra sedendosi sul posto guida e partendo.

"Sinceramente? Non lo so con certezza cosa provo... Come ti chiami?"

"Raoul, piacere. Sembri molto tranquilla, a dire il vero."

"Beh, forse è una carta che posso giocarmi a mio favore."

Raoul annuisce con un bel sorriso bianco e dopo qualche minuto di silenzio mi ritorna in mente una domanda che volevo fargli

"Scusa la domanda da ignorante... Ma quante limousine avete per andare a prendere tutti i concorrenti?"

Raoul ride quasi non aspettandosi quella domanda, aspetta qualche secondo prima di rispondere come se volesse creare suspance, e alla fine parla con tono deciso, guardandomi dallo specchietto e i suoi occhi urlavano: sii perspicace.

I WANT YOU || CAMRENWhere stories live. Discover now