Hola, Mexico!

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Il nostro era un aereo privato, abbiamo viaggiato tutti insieme, noi concorrenti, tra musica e i più coraggiosi che ballavano non potendo contenere l'eccitazione. Stava davvero accadendo, sarei tornata nel mio paese, e non avrei mai creduto di farlo con trenta pazzi che inseguivano il proprio sogno, proprio come facevo io. L'hotel era davvero un posto pazzesco, la regia di The Voice non ha badato a spese. Era un edificio lussuoso che si affaccia sul mio amato mare del Messico, prenotato interamente per noi, per non darci problemi con possibili fan. Volete che sia sincera? Non mi aspettavo di avere già dei fan, almeno non così tanti. Ma nella mia terra d'origine mi resi conto, appena arrivata in città, che una massa enorme di persone urlavano il mio nome, e tra tutti gli altri concorrenti, sembravo essere solo io la star.

Nel tragitto in bus verso l'hotel, scrissi a Lauren, 

<<Qui in Messico vanno pazzi per me! Whaaat? E da quando ho così tanti fan!>>

<<Ahah ti ho riservato la sorpresa, l'America latina ti adora, Camz. E adora anche il tuo ex, non so per quale strano motivo.>>

Il suo messaggio mi suonò geloso e risi,

<<Dai, scema, è bravissimo e lo sai anche tu. Comunque... E' strana come sensazione...>>

<<Farai meglio ad abituartici presto, Camz>>

<<Mi manchi, Lolo.>>

<<Anche te, bimba. Fai la brava, altrimenti io e la mia limousine nel giro di due ore siamo lì.>>

Rido per la minaccia buffa ma vera di Lauren, e arrivati in hotel corriamo tutti a sceglierci le stanze. Io e il mio mega gruppo allargato ci scegliamo un intero piano di hotel. Del resto eravamo io, Shawn, Zayn, Dua, Nick, Harry, Louis, Austin, Bea, Chalie e Kelly. Costituivamo già un bel gruppone di pazzi scatenati, era meglio racchiuderci tutti in un ghetto. A parte gli scherzi, ero iperattiva. Abbiamo urlato così tanto che avevo paura di perdere la voce, dato che ogni scusa era buona per urlare di eccitazione.

In meno di un'ora eravamo già tutti in costume a farci il bagno nelle spiagge del Messico. Era assurdo quante guardie del corpo ci fossero, in tutto l'hotel e all'esterno, fin sulla spiaggia. Eravamo totalmente presidiati. Ciò che era rincuorante era che i bodyguard non potevano interferire con quello che volevamo fare noi, ma solo bloccare persone esterne che provavano ad avvicinarsi a noi. Quindi se avessimo voluto andare a zonzo per la città, sarebbero venuti con noi una scorta di guardie di almeno tre per ognuno di noi. Ma le regole erano: niente scappatelle in città, niente alcool, niente sesso. Altrimenti Lauren sarebbe venuta a farci un culo così. Non che mi dispiacesse l'idea.

Passammo il pomeriggio fino a sera a mare. Non posso negare il fatto di essermi già abbronzata. Avendo la pelle mulatta, sono una calamita per il 'sole buono'. Mentre i ragazzi, tutti bianchissimi si erano scottati come dei cretini, tranne Shawn, al quale avevo pensato io personalmente a riempirlo di crema solare.

Io e Kelly parlammo per ore, di tutto ciò che ci era successo in questi anni. Lui mi ha raccontato di essere scappato di casa, lasciando a sua madre 1.000 dollari messi da parte, e con dietro solo 400 dollari in tasta. Raggiunse il Texas dove cercò di lavorare da un suo lontano amico, nella loro fattoria. Mandava ogni mese soldi a sua madre, riusciva di certo a mandarle più soldi, allontanandosi dalla malavita di Miami. Dopo un anno riuscì ad arrivare a Los Angel, facendo un mese di autostop continui. Lì iniziò a suonare per strada, raccimolando qualche spicciolo per vivere, accontentandosi di dormire nelle comuni. Intanto faceva due lavori part time, come cameriere in un locale da motociclisti molto famoso, e come bigliettaio allo stadio di motocross la sera, che gli davano una buona paga che spediva interamente a sua madre. Tutto questo finchè non si decise di provare in più case discografiche, di proporsi come cantautore rap, fallendo, finchè non provò a The Voice.

I WANT YOU || CAMRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora