Uno.

269 17 10
                                    

Count on me through thick and thin

A friendship that will never end

When you are weak, I will be strong

Helping you to carry on

Whitney Houston


Alessia non sentì la porta aprirsi, né i passi veloci venire verso di lei. Lo sguardo fisso non venne disturbato dalla luce accesa improvvisamente e le sue ossa e i suoi muscoli sembravano non risentire della lunga immobilità. Il pensiero che l'aveva tormentata in tutte quelle ore non accennava a svanire...


I ragazzi la trovarono seduta sul pavimento, le spalle appoggiate al muro della camera da letto, con lo sguardo fisso nel vuoto. Aveva addosso ancora i vestiti della sera prima. Betty si chinò vicino a lei, scuotendola dolcemente.

<<Ale... Ale, guardami!>> la chiamò con voce tremante.

Non si aspettava di trovarla così. Quando si accorse di non avere ottenuto nessuna reazione, si girò verso Goran, impotente.

<<Cosa facciamo? Non l'ho mai vista così! È sempre stata forte, ha affrontato tante situazioni difficili... Questo non è da lei>> Betty era prossima alle lacrime.

In quel momento arrivò Juan, accorso dopo la sua telefonata, e lei gli corse incontro in cerca di conforto. Il brasiliano l'abbracciò e guardò Goran in silenzio.

Il ragazzo si avvicinò ad Alessia e la prese per le spalle, scuotendola. La chiamò per nome, le prese il viso tra le mani. Nessuna reazione.


//Ma cosa succede? Perché non mi lasciano in pace?//


Goran rimase in silenzio per alcuni secondi; Betty lo guardò e capì la sua preoccupazione: anche lui aveva sempre conosciuto una Alessia forte, capace di fronteggiare qualsiasi situazione. Cosa poteva fare per attirare l'attenzione dell'amica e farla tornare in sé? Fu così sorpresa da quello che vide che non riuscì a protestare, seguendo in silenzio la scena.


Goran aveva sollevato Alessia tra le braccia e si dirigeva verso il bagno. Entrò nella doccia e aprì il getto d'acqua: una cascata gelida li investì e in pochi secondi furono entrambi fradici. La appoggiò alla parete, sorreggendola. L'acqua gli faceva aderire i capelli sul viso. Con una mano si liberò la fronte e poi scostò i lunghi capelli neri di Alessia per poterla guardare in faccia.

Niente.

Ma dopo un po' sentì il suo corpo tremare per il freddo.

//Forse questo è il momento giusto// 

La chiamò ancora per nome, più volte. Finalmente lei sbatté le palpebre e i suoi occhi si spostarono piano, mettendo a fuoco per la prima volta il volto dell'amico. Fu un cambiamento quasi impercettibile, ma Goran se ne accorse, quegli occhi ricambiavano il suo sguardo.

Chiuse il getto dell'acqua e, in silenzio, afferrò un asciugamano appoggiato lì accanto. Glielo passò sul viso, sui capelli, tamponando l'acqua che colava in freddi rivoli sulla sua pelle. Ma lei continuava a tremare. Così la fece uscire dalla doccia e la affidò a Betty, che l'avvolse in un grande telo e la portò in camera, dove l'aiutò a togliersi i vestiti bagnati e ad infilare una calda tuta. Alessia non protestava, non parlava. Si lasciava trattare come una bambina, o come una bambola. Non guardava nemmeno in faccia l'amica.


Quando Betty ebbe finito di vestire Alessia, chiamò i ragazzi, che si affacciarono sulla soglia della stanza. Juan vide che Betty era molto inquieta, ancora preoccupata per l'amica. Si offrì di accompagnarla a casa, ma lei non voleva lasciarla sola.

<<Ha bisogno di non stare da sola, non è ancora tornata in sé. Non posso andarmene>> affermò decisa.

<<Ma cosa possiamo fare? Non ci guarda nemmeno!>> obiettò Juan.

Goran si avvicinò al letto dove Alessia era seduta e si chinò, chiamandola. La ragazza lentamente lo fissò. Non disse nulla, ma sembrava ascoltare il ragazzo mentre le parlava:

<<Ale, vedrai, starai bene. Adesso Betty e Juan vanno a casa e io resto con te, ok?>>

<<Sei sicuro? Cosa farai?>> chiese Betty. <<Forse dovrei restare. E poi tu devi andare all'allenament >>

<<No, niente allenamento. Non stasera. Juan avviserà per me>>

Juan annuì e aspettò che Betty lo raggiungesse.


La ragazza era ancora titubante, credeva di dover restare con l'amica almeno per un po'. Ma si accorse che Juan aveva ragione: l'unica persona che riusciva ad ottenere una minima reazione da Alessia era Goran. Non ne era stupita: in tutti quei mesi i due erano diventati inseparabili, due anime affini; si capivano al volo e si confidavano tutto. Perfino lei, che conosceva Alessia praticamente da sempre, aveva dovuto pazientare molto prima che l'amica si fidasse di lei. Invece con Goran era stato tutto molto più veloce e inaspettato.

//Se c'è qualcuno in grado di starle accanto ora è Goran//

Così, seguì Juan fuori dall'appartamento e chiuse la porta dietro di sé.

By your SideWhere stories live. Discover now