Due.

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Someone to face the day with

Make it through all the rest with

Someone I'll always laugh with

Even at my worst, I'm best with you

The Rembrandts


Rimasti soli, Goran si accorse di indossare ancora i vestiti fradici e di non avere un ricambio. Maledicendosi per non avere pensato di chiedere a Juan di portargli qualcosa di asciutto, guardò Alessia: anche lei aveva i capelli bagnati e tremava leggermente. La fece distendere sul letto e la coprì con una coperta. Doveva assolutamente asciugarsi e togliersi quegli abiti bagnati, altrimenti si sarebbe beccato un raffreddore coi fiocchi.

Non avendo alternative, andò in bagno, si tolse la maglia e si asciugò con un asciugamano. Poi si sfilò anche i jeans e si distese accanto ad Alessia. Ebbe un momento di esitazione, ma poi si infilò sotto la coperta. Dopotutto, lei era vestita.

L'abbracciò e spense la luce, tenendola stretta in silenzio. Lentamente, lei smise di tremare e i loro respiri si sincronizzarono. Lui si aspettava che lei cominciasse a singhiozzare e scoppiasse in lacrime, o che esprimesse in qualche modo i suoi sentimenti, invece rimase in silenzio. Ma Goran poteva sentire il rumore dei suoi pensieri; sapeva che la sua mente e il suo cuore erano impegnati in una battaglia tanto silenziosa quanto assordante.


Alessia non sapeva cosa fosse successo negli ultimi minuti, era stata a malapena consapevole di alcune voci intorno a lei. Ora però il buio le restituiva solo silenzio, un respiro lento e regolare dietro di sé, un calore che la confortava. Sapeva istintivamente che si trattava di Goran, così come sapeva che avere accanto il suo migliore amico non avrebbe guarito miracolosamente la sua anima ferita.

Era stata ingenua a sperare che tutto si sarebbe risolto e che avrebbe potuto continuare a vivere con l'uomo che amava, che un figlio non avrebbe cambiato nulla tra di loro. Invece un figlio aveva cambiato tutto! Aveva sgretolato qualunque speranza di felicità avesse mai avuto.

Persa nei suoi pensieri, doveva essersi agitata, perché sentì il braccio di Goran stringerla lievemente. Gli fu grata della sua silenziosa protezione: nel momento del bisogno, lui c'era sempre per lei.

Nella sua mente i pensieri si rincorsero ancora per un bel po', poi, sfinita, Alessia si arrese ad un sonno senza sogni.


Fu solo quando sentì il corpo di lei rilassarsi che Goran si permise di dormire.


Quando la fioca luce del mattino filtrò attraverso la finestra Goran era già sveglio. Non che avesse dormito molto, in realtà. Si era svegliato spesso per controllare come stesse Alessia, ma la ragazza aveva passato una notte tutto sommato tranquilla.

Si alzò lentamente per non svegliarla e recuperò i suoi vestiti dal calorifero del bagno, dove li aveva messi affinché si asciugassero. Una volta vestito si avvicinò alla cucina: trovò succo d'arancia e biscotti al cioccolato. Non era un granché, ma per ora andava bene. Mise tutto su un vassoio e tornò in camera da letto.

Scoprì che Alessia non solo si era svegliata, ma che lo fissava. Tuttavia non riuscì a interpretare il suo sguardo. Le si sedette accanto e le porse il vassoio, senza dire una parola. Aspettò che lei prendesse il cibo; doveva essere affamata dato che non aveva praticamente mangiato nemmeno la sera precedente. Invece lei girò la testa dall'altra parte. Goran riportò il vassoio in cucina: non voleva insistere, ma a pranzo l'avrebbe convinta a mangiare qualcosa.

Stava per tornare in camera quando sentì bussare alla porta. Si trovò di fronte Betty, che gli chiese subito come stesse l'amica.

<<Si è appena svegliata, ma non ha voluto mangiare niente>> rispose.

La guidò fino alla stanza da letto.


Pur nella penombra della camera Betty si accorse che Goran doveva essere rimasto con Alessia per tutta la notte: il cuscino, la coperta... non si era preoccupato di nasconderlo, anche perché era certa che non avesse avuto nessun secondo fine. Le sembrò che lui le leggesse nel pensiero, così si affrettò a tornare in sala.

<<Abbiamo solo dormito>> la rassicurò lui.

<<Lo so, credimi>> gli rispose guardandolo negli occhi. <<So che non le faresti mai del male. A dire la verità, sei l'unico che può aiutarla in questo momento>>

<<Dovrei andare a casa a cambiarmi e non posso saltare ancora l'allenamento. Resterai tu qui con lei?>>

Betty annuì. Poi le venne un'idea:

<<Perché dopo l'allenamento non torni qui con Juan e mangiamo tutti insieme? Potrebbe farle bene un po' di compagnia>>


Goran dubitava che Alessia volesse compagnia, ma Betty stava cercando di aiutare la sua amica e fare un tentativo non avrebbe peggiorato la situazione. Inoltre dovevano cercare di farla mangiare un po'. Così acconsentì. Prima di andarsene andò in camera e si chinò su Alessia, dicendole che sarebbe tornato per pranzo. Le posò un bacio sulla fronte e uscì.

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