Quindici.

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I'm a survivor

I'm not gonna give up

I'm not gonna stop

I'm gonna work harder

Destiny's Child


L'idea le era venuta per caso, mentre parlava al telefono con l'amico. Non sapeva se avrebbe funzionato, ma non aveva molta scelta. Non era pronta a restare da sola così a lungo, ma, allo stesso tempo, non voleva pesare sui suoi amici più di quanto non avesse già fatto.

Così si fece coraggio e si sedette davanti al computer. Non lo aveva più acceso da quando aveva chiesto un'aspettativa a Clelia; sperò di poter essere in grado di tornare a lavorare dopo quei mesi estivi.


<<Di che si tratta?>> indagò Betty, curiosa, mentre tendeva una mano per afferrare la busta che Alessia le stava porgendo.

<<Aprila e vedrai>> rispose l'altra ragazza.

Juan si avvicinò alle due amiche, osservando la scena: non riusciva ad immaginare che cosa potesse trovarsi all'interno di quell'involucro.

Betty estrasse dalla busta il contenuto e il brasiliano spalancò gli occhi, iniziando ad intuire che cosa stava accadendo.

<<Ma sei impazzita?>> la bionda rimproverò la giornalista. <<Ti avevo detto di non preoccuparti di questo!>>

Alessia raddrizzò la schiena.

<<E io ti avevo detto di non preoccuparti per me>> incrociò le braccia al petto. <<E' solo l'andata, e non è rimborsabile>>

Juan sorrise: forse, dopotutto, Betty sarebbe stata al suo fianco quell'estate. L'anno precedente, durante il ritiro e la prima fase delle Olimpiadi, non poterla vedere era stata durissimo. Poi lei era volata in Australia e lui era rinato, nonostante il poco tempo che avevano potuto trascorrere insieme. E la sua presenza l'aveva aiutato a digerire il boccone amaro della sconfitta in semifinale.

<<Tu sei pazza>> rimarcò Betty scuotendo il capo. <<Io non ti lascerò qui da sola>>

L'opposto sospirò. Si era illuso troppo velocemente.

Ma poi le parole di Alessia lo sorpresero:

<<Beh, non sarò sola. E non sarò neanche qui. Partirò lo stesso giorno in cui tu salirai su quell'aereo>>


Goran la stava osservando da alcuni minuti, ormai, ma ancora non aveva capito che cosa ci fosse di differente in lei quella sera. Avevano cenato e sparecchiato, per poi sedersi sul divano e guardare un po' di televisione. Percepiva un cambiamento in lei, ma non riusciva a definirlo.

Negli ultimi giorni aveva notato alcuni miglioramenti, piccoli passi verso il ritorno alla normalità; quella sera, le sembrava diversa.


<<Che cosa è successo oggi?>> le domandò, guardandola mentre l'amica gli si distendeva accanto.

Lei si voltò subito verso di lui, sistemando meglio il cuscino.

<<Non ti chiederò come fai a sapere che è successo qualcosa>>

Goran sorrise e lei ricambiò.

<<Tutto merito dei miei superpoteri>> scherzò.

<<Certo, come ho fatto a non pensarci subito?>>

Era la prima volta che la giovane scherzava da quando Nikola l'aveva lasciata. Lo schiacciatore sorrise di nuovo.

<<Allora? Me lo dici?>>

La studiò nella penombra: il viso era rilassato, lo sguardo sicuro. Rivide per un attimo la ragazza forte, decisa e determinata che aveva conosciuto.

<<Ho convinto Betty ad andare in Brasile con Juan per i Campionati Sudamericani>> disse lei con soddisfazione.

Goran trattenne il respiro. L'amica gli aveva raccontato che Betty non avrebbe voluto partire, lasciandola così da sola, e lui si era sentito più tranquillo in vista dell'avvicinarsi del suo ritiro con la Nazionale. Saperla da sola lo avrebbe reso inquieto per tutta la durata del ritiro e degli Europei, e non voleva che la sua prestazione ne risentisse.

Ma sembrava che le cose fossero cambiate.

<<Avevi detto che avrebbe voluto restare con te>> obiettò.

Lei annuì.

<<Ale>> continuò il giovane. <<Tra una decina di giorni io dovrò partire per la Serbia>>

<<Lo so>>

<<Non voglio lasciarti qui da sola. Non sarei tranquillo>>

Alessia si avvicinò leggermente, distogliendo lo sguardo.

<<Ho trovato una soluzione che va bene per tutti>>

<<Quale?>>

Lei tornò a fissarlo, e la sentì respirare a fondo.

<<Andrò da Alek>>

By your SideWhere stories live. Discover now