Cinquantacinque.

127 7 4
                                    

Don't let him in

You'll have to kick him out again

Dua Lipa


Di colpo, i rumori intorno a lei sparirono e si dimenticò di Clelia e del resto dei colleghi. I suoi occhi erano incollati allo schermo. Le mani le tremavano, non aveva il coraggio di leggere quel messaggio.

<<Ale>>

La voce di Goran la raggiunse debole, poi sentì la mano dell'amico sulla schiena. Riuscì a guardarlo per un secondo, dopodiché entrambi fissarono di nuovo il cellulare. Incurante di tutto, si lasciò accompagnare da lui fino alla porta; fu ancora lui a farle indossare il cappotto e a portarla fuori dalla redazione.

Per tutto il tempo, lei fissò lo schermo.

Quando arrivarono alla macchina, il giocatore la fece fermare e le prese le mani tra le proprie.

<<Ale, guardami>>

Alessia si sforzò di alzare la testa verso il giovane e incrociò i suoi occhi preoccupati.

<<Sto bene>> mormorò, ma sapeva di stare mentendo anche a sè stessa.

E sapeva che lui non le avrebbe creduto.

Goran le prese il cellulare, infilandolo nella tasca della propria giacca. Lei non protestò, era certa che l'amico si sarebbe preso cura di lei.

Dopo il breve tragitto in auto, che trascorsero in assoluto silenzio, arrivarono a casa di Alessia. La ragazza salì le scale a fatica, in testa un solo pensiero: quel messaggio che non aveva avuto il coraggio di leggere.

In qualche modo si ritrovò sul divano, Goran accanto a lei. Lo fissò con angoscia e speranza insieme, ma non voleva illudersi, avrebbe sofferto troppo.

<<Cosa vuoi fare?>> le domandò lo schiacciatore sottovoce. <<Vuoi leggerlo? O vuoi cancellarlo? Devo farlo io per te?>>

Impiegò un'eternità a prendere una decisione, ma alla fine tese la mano verso l'amico, attendendo che lui le porgesse il cellulare. La via per una vita normale passava dall'autonomia; non poteva dipendere da Goran più di quanto non facesse già. Doveva essere lei a leggere quelle parole.

Chiuse le dita tremanti sul telefonino e si preparò. Mentre raccoglieva il coraggio, percepì la mani dello schiacciatore posarsi delicatamente sul suo ginocchio.

Sbloccò lo schermo e aprì il messaggio:

BUON NATALE.

Tutto lì.

Nessun saluto, nessun "come stai?", nessuna informazione su di lui, niente.

Che cosa avrebbe dovuto fare?

Girò lo schermo per permettere a Goran di leggere, poi gettò il cellulare sul divano. L'aria dell'appartamento iniziò a sembrarle improvvisamente troppo calda,si passò una mano ghiacciata alla base della gola, aprendo poi il primo bottone della camicia. Provò a respirare profondamente ma non ci riuscì. Capì di essere sull'orlo dell'ennesima crisi, tuttavia la combatté con tutte le sue forze.

<<Guardami!>> Goran le si inginocchiò davanti, stringendole le spalle e cercando i suoi occhi. <<Respira, Ale. Respira>>

Lei si lasciò guidare, con la sola volontà di non ricadere nel baratro.

<<Così, brava>>


Più tardi, quando il suo respiro si fu regolarizzato, Alessia si allontanò leggermente dalle braccia dell'amico, tra le quali si era rifugiata,e tentò di parlare.

<<Sto bene adesso. Vai pure>>

La sua voce non era stata affatto convincente, ma desiderava che il ragazzo tornasse a casa a riposare.

Per tutta risposta, lui l'attirò di nuovo a sè.

<<Cosa pensi di fare? Non ti libererai di me così facilmente>> scherzò.

<<Ma devi riposarti. Domani c'è la partita...>>

<<Ci sarà sempre una partita, ma gli amici servono nel momento del bisogno. Posso riposare qui>> la mise a tacere, accarezzandole i capelli.

Alessia si arrese e rimase ancora un pò nel suo abbraccio.

<<Sono fiero di te>> le disse poco dopo.

<<Cosa?>>

Era incredula, non si sentiva per nulla fiera di sè stessa.

<<Invece di avere una crisi come in passato, sei riuscita a controllarti e a non far degenerare troppo la situazione>> spiegò Goran, senza smettere di passare le dita tra i suoi capelli neri.

La ragazza non rispose, non era molto d'accordo, ma non aveva la forza di obiettare. L'ultima cosa a cui riuscì a pensare prima di crollare nel sonno, fu di dovere cancellare il prima possibile quel maledetto messaggio.


By your SideWhere stories live. Discover now