Stupido jack

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KATE

Il System è pieno di fumo. Ci avviciniamo al bancone e appena Zac ci vede entrare, sfodera il suo miglio sorriso.
"Non ci provare Zac, è la mia migliore amica."
Gli compare un leggero sorriso sulle labbra e senza nemmeno parlare ci offre un paio di giri.

Bravo. Una bella dose di coraggio è proprio quello che ci vuole.

"Allora amica, questa è la biblioteca dove vado ogni volta che devo studiare. Tra un po' salirò su quel palco e diventerò Lady K! Non mi spoglio stai tranquilla." I suoi occhi si rilassono un po' ma le sue sopracciglia sono ancora inarcate.
"Anche se spesso capita che finisco la serata con qualche tizio qua dentro. Ma questa è un'altra storia. Diciamo che mi diverto. Lo faccio da poco, ma sono riuscita subito a conquistarmi il pubblico e il mio capo. Non lo faccio per soldi, solo per liberarmi la mente. Ti sembrerà strano... lo immagino, ma ho veramente bisogno di questa cosa, e un giorno, sono sicura, capirai! L'ho tenuto nascosto fino ad ora solo perché non volevo rendere partecipe nessuno della mia vita. Ma tu sei mia amica e voglio fidarmi di te!" sputo le parole fuori in un solo soffio.

Jennifer manda giù un bicchierino e lo sbatte con forza sul bancone.
"Forza amica. Allora fammi vedere di cosa sei capace". E cosi la stringo in un abbraccio, e forte del suo appoggio, mi avvio verso il palco. Il locale è ormai zeppo, Zac è nel pieno del lavoro e i divani sono già tutti occupati. Qualcuno ride, qualcuno urla e mentre sono occupata a guardarmi intorno, la mano di Jeanette mi tira a sè.
"Cosa c'è che non va?"
"Mi conosci così bene capo?"
"Allora ho ragione?"
"Non lo so. Ho portato la mia amica. Ma invece di essere rilassata sono nervosa. Come se avessi sbagliato a rivelare questa parte di me, o come se forse, oltre lei, avessi dovuto portare qualcun altro."
"E allora perché non lo fai?!"
"Perché sono scappata da Los Angeles per stare tranquilla, e invece lui non riesce altro che a mettermi in difficoltà. Pensa se mi vedesse su questo palco!"
"A proposito cara...è il tuo turno" mi dà un bacio in fronte e mi spinge su.
La musica parte e la mia mente si blocca. Incurante di tutte quelle persone e di Jennifer, inizio il mio spettacolo. È come se la musica mi catapultasse in un universo parallelo. Dove esisto solo io. Mentre assecondo la musica con i mie movimenti, vedo la gente concentrata sul mio corpo. Il mio corpetto fucsia mi impedisce quasi di respirare e il boa mi cinge i fianchi, oscillando tra le cosce, mentre io cerco di tenermi in equilibrio sui tacchi, dopo essermi scolata la bottiglia di Jack con Jennifer.
Jennifer. Dove è finita? Chi c'è vicino a lei? Certo l'ho lasciata al bancone con Zac, e la cosa mi tranquillizza un po', ma non molto. Mentre cerco di non preoccuparmi, la musica finisce e mi ritrovo a raccogliere il cestino pieno di mance! Mi avvio al bancone e con mio stupore la trovo dietro al bancone a fare cocktail con Zac! E mi viene da ridere vedendola così concentrata e così attenta.
"Ma cosa stai combinando? Non vorrai mica far licenziare Zac?" In effetti non sarebbe possibile visto che Zac è l'unico nipote di Jeanette e quindi unico erede del System. Ma per un secondo lo sguardo di Jenn diventa sorpreso. Poi vede la mia espressione e si rilassa.
"Sei stata...wow...non ho parole. Sei stata una vera bomba. Ma dove hai imparato?! Sei bellissima!
"Grazie! Vieni che ti racconto un po' di cose."

Il resto della serata la passiamo in una caffetteria vicino al campus, e tra un caffè e l'altro, le racconto parte della mia vita. Le parlo di mia madre, nata in Italia e trasferita dai suoi zii a Los Angeles, dopo la morte dei suoi genitore. Di mio padre, e della sua attività, che ci ha resi ricchi tanto da poter campare senza lavorare almeno per tre generazioni. Di mio fratello, e di quanto sia bello, dolce e gentile. Della mia adolescenza vissuta come la ragazza ricca e fortunata a cui piaceva divertirsi. Di come né io né mio fratello, abbiamo preso in considerazione l'attività di famiglia. Parlo e parlo, mentre Jennifer alterna domande, a silenzi e risate. Fermo il mio racconto fino a quella notte. Non sono pronta, e lei sembra accorgersene e accettarlo senza giudicarmi, perchè di punto in bianco, inizia a parlarmi della sua adolescenza con il fratello gemello, e di tutte le ragazze che ha dovuto sopportare a causa sua. Un leggero ma inteso fastidio, si insinua nel mio stomaco.

Il mio sole sei tuOnde histórias criam vida. Descubra agora