Il ringraziamento

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Una volta mia nonna mi disse: 'Sorridi sempre, col tuo buon umore metterai in crisi il prossimo'.

Ed è questo quello che continuo a ripetermi mentre siamo in macchina diretti verso la grande sala dell'Hotel Plaza. Il tragitto, seppur breve, sembra durare un'eternita a causa anche della parata e delle migliaia di persone che affollano la via.

David continua a tenermi la mano e il mio stomaco non smette di brontolare.

"Hai fame Kate?"

"Potrei anche vomitare in questo momento. E tutto grazie a te!"

"A me? Non ti ho mica obbligata a bere tutte quelle schifezze." mi dice con il suo sguardo angelico.

"Si ma tu, in teoria, sei il fratello maggiore, dovresti tenermi d'occhio e non spassartela con chiunque ti capiti a tiro lasciandomi da sola a crogiolarmi nei miei problemi."

"Dettagli."

"Se ti vomitassi sulle scarpe in questo preciso momento non sarebbero più dettagli."

"Non lo dire neanche per scherzo. Forza, anima in pace Kate, facciamo il nostro ingresso, andiamo in scena e torniamo a casa il prima possibile."

"Non lasciarmi sola, ti prego." lo imploro guardandolo negli occhi.

"Mai."

Salutiamo Alfred il nostro autista, e scendiamo dalla macchina entrando nell'Hotel come degni eredi della dinastia Benson. Ci siamo accordati con i nostri genitori almeno sull'orario e sì, siamo riusciti a farci concedere qualche minuto in più per prepararci.

All'interno ci sono ancora poche persone. La maggior parte è già con un bicchiere in mano. I camerieri come trottole impazzite, continuano a girare nella sala con i vassoi in mano. I miei genitori sono occupati a salutare le persone che arrivano e i miei nonni si sono già accomodati al loro tavolo. I loro sguardi di incitamento si posano su noi due ed io mi sento un pochino più sollevata. Ci avviamo verso il centro e stringo ancora di più la mano di David che a sua volta mi sorride e salutando di tanto in tanto qualche ospite, mi spinge in avanti. È passato molto tempo dall'ultima volta che ho partecipato ad un evento come questo. Il fatto che sia organizzato dalla mia famiglia dovrebbe tranquillizzarmi, e invece niente. Mi sento agitata come non mai. Non solo perché sono consapevole di incontare persone che voglio dimenticare, ma anche perché non mi sento più all'altezza di posti come questi. Non sono più la Kate che loro hanno conosciuto. In questi mesi il mio corpo si è donato a uomini sconosciuti, la mia mente è arrivata al limite della pazzia e il mio cuore è rimasto indisturbato e silente fino a quando Chris non è riuscito a farmi cedere.

Nella sala ben illuminata, quindici tavoli occupano tutte e due le zone laterali. Su ognuno di essi un grosso bouquet di Peonie; le tovaglie bianche ornate da petali e candele, sedie dorate e grossi candelabri ad abbellire il tutto. L'odore di tacchino e mirtilli si insinua piano piano. Nello spazio al centro è posizionato un piccolo palchetto che sicuramente verrà occupato a turno dalle varie band che si esibiranno. Tutto in questa sala trasuda ricchezza. Persino io, che grazie al vestito da mille dollari che indosso questa sera, cucito appositamente da sarti italiani, sembro una vera principessa.

"Signorina e signorino Benson, prego di qua." Un hostess ci accompagna al tavolo, dove oltre a noi, mamma e papà, ospita anche i nostri zii. Quindici tavoli da dieci persone. Centocinquanta persone in totale e la maggior parte tutte di Los Angeles. Il mio cuore inizia ad accellerare. Tempo fa questa era la mia vita, adesso però, in questo preciso momento, mi sento un pesce fuor d'acqua. Non ho più nulla da condividere con queste persone, non ho più nemmeno argomenti da affrontare. Mi sento vuota e fuori luogo. I ricordi iniziano a farsi strada nella mia mente.

"Come ti chiami splendore?"
"Amber."
"Mmm... bel nome." Mi dice annusandomi il collo.
Certo, bel nome per una che non vuole rilevarti il vero nome.
"E cosa ti porta nel mio club di martedì sera? Non è sicuro andare in giro così, lo sai?" Mi squadra dalla testa ai piedi leccandosi le labbra carnose. Questa sera ho scelto bene la mia preda. Capelli rasati, occhi marroni e sguardo ipnotizzante.
"Avevo bisogno di qualcuno che mi facesse compagnia e di qualcuno che avesse qualcosa per tranquillizzarmi. Sei capace di farlo in silenzio oppure devo cercare altrove?" gli dico sfidandolo.
"Sono capace di questo ed altro. Seguimi nel mio ufficio. Charles, se qualcuno mi cerca non ci sono." dice al barista intrecciando le sue mani nelle mie.

"David, vado un secondo al bagno."

Ho bisogno di respirare.

Il ricordo del sesso mischiato alla droga mi mette i brividi.

Mi avvio lungo il corridoio mentre il mio cervello è un turbine di pensieri. Mi sento messa alle strette, l'ansia mi assale, ma so che tra meno di un giorno sarò già tra le braccia di Chris. Ed è l'unica certezza che ho. Afferro il cellulare e invio un messaggio:

Mi manchi, vorrei fossi qui con me. Non vedo l'ora di vederti. Kate

Senza aspettare la sua risposta infilo il telefono nella borsetta ed esco.

La sala si è riempita, quasi tutti hanno preso posto, a testa bassa cammino cercando di nascondermi. Non ho nessuna voglia di salutare. Ma una voce fastidiosa alle mie spalle mi fa sussultare. Giro la testa e la vedo. Noemi Clark in tutta la sua stronzaggine con indosso un abito dorato, che mi fissa con aria altezzosa e arrogante. La mia paura più grande si materializza e tutto inizia a girarmi. Non ho voglia di sentirla, ma qualcosa nella mia testa mi spinge ad andare verso di lei. Piccole gocce di sudore imperlano la mia fronte e il mio cuore sembra voler uscire dalla cassa toracica. Sento David alle mie spalle ma sento più forte le parole della stronza.

"Ragazze vedete? L'assassina è tornata." dice ghignando verso le sue amiche, le mie ex amiche.
"Noemi finiscila." la voce di mio fratello esce fuori con rabbia.
"Che c'è David? Sto forse dicendo bugie? Lo sappiamo tutti che è colpa sua se il mio Andrew non c'è più. Il fatto che sia ancora in attesa di giudizio non significa che sia innocente." dice la vipera sussurrando per non attirare l'attenzione.
Il suo Andrew? Lui era il mio Drew.
"Noemi se non la smetti sarò costretto a cacciarti dalla nostra festa e..."
"No David, lasciala sfogare, in fondo è cosi che funziona no?" dico prendendo coraggio e interrompendo mio fratello.

"Così come Kate? Cosa vorresti dire?"

Siamo faccia faccia ormai, le mie mani sono sempre più bagnate, gocce di sudore scendono dalla mia schiena e la saliva si azzera. Non so da dove arriva questa forza, so solo che è arrivato il momento di affrontarla. Eravamo sempre state amiche, fin da bambine. Quando la mia vita andò a rotoli fu anche grazie a lei. Non solo aveva avuto il coraggio di andare con Drew, ma dopo l'incidente mi aveva isolata, lasciandomi sola nella mia devastazione e portandomi via anche Miranda.

"Quello che già sai Noemi. Drew non ti apparteneva. Sei sempre stata invidiosa di me, hai sempre voluto tutto quello che era mio. Pensavo fossi mia amica, ma mi sbagliavo. Ho sbagliato a fidarmi di te perchè sei solo una puttana insicura che non riesce a fare nulla senza le sue stupide tirapiedi. Ma sai una cosa? Un giorno qualcuno ti farà quello che tu hai fatto a me e allora, in quel preciso momento, forse capirai che non vali niente Noemi. Che sei solo una stronza senza cuore, pronta ad aprire le gambe per il primo uomo che vuole scoparti solo per il gusto di farlo. Non troverai mai nessuno pronto ad amarti. E non ti rialzerai mai perché tu sei abituata a strisciare!" Respiro irregolare, battiti accelerati, mento che trema, occhi lucidi e viso pallido. Questa è la visione che mi si presenta davanti, ed io per la prima volta mi sento appagata e felice come non mai. Almeno fino a quando Noemi scappa via con le lacrime agli occhi e si rifugia nelle braccia dell'ultima persona che mi sarei mai aspettata di vedere qui. E tutto intorno a me diventa buio. E le mie certezze crollano di nuovo.

Il mio sole sei tuWhere stories live. Discover now