Profumo di New York

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Mi piacerebbe affermare che i ricordi del passato impressi nella mia mente mentre percorro la strada che dall'aeroporto mi conduce a casa dei nonni mi abbiano tranquillizzata. In realtà non è proprio così. So per certo che neanche un salto nel passato, a quando io e David ci divertivamo come pazzi potrà rilassarmi, e che la mia felicità durerà poche ore, e infine che, non appena tutte le mie vecchie compagnie metteranno piede alla mia festa del Ringraziamento, tutto cadrà a pezzi. Non ho nessuna voglia di vedere quelle stronze, e ancora non capisco che senso abbia avuto per i miei genitori invitare tutte quelle persone anche a New York. L'unica cosa che posso fare al momento, per sentirmi meglio, è passare più tempo con la mia famiglia e pregare che la giornata di domani duri meno del previsto.

Il taxi si ferma sotto il palazzo di famiglia, pago la corsa e scendo. L'aria fredda di New York mi investe. Respiro a polmoni aperti e mi guardo intorno. Questa città è cosi particolare che ogni volta che vengo la trovo cambiata. In questo periodo dell'anno iniziano a vedersi già le prime luci di Natale. Tra la 5a e la 6a Avenue e la 48ema e la 51esima st. migliaia di persone affollano la pista di pattinaggio che è collocata proprio sotto l'ingresso del grattacielo dove all'inizio di Dicembre, si accende il famosissimo albero di Natale. L'attico dei miei nonni si trova proprio in questa zona. Salgo con l'ascensore privato fino all'ultimo piano e sento già l'odore di biscotti.

"Nonna, sono arrivata."
"Vieni tesoro, siamo nello studio."
L'appartamento dei miei nonni, o meglio la residenza invernale dei miei nonni, non ha una vera e propria porta d'ingresso. L'ascensore privato ti permette di entrare direttamente nel salone. Procedo guardandomi intorno verso lo studio di mio nonno. Tutto è rimasto come l'ultima volta.
"Fatti abbracciare amore della nonna. Ma guardati, sei diventata ancora più bella!"
"Grazie nonna." Mi avvicino lasciandole un bacio sulla guancia, saluto il nonno e mi butto a capofitto sui biscotti.
"Come mai siamo nello studio?"
"Il nonno e io stavamo cercando di organizzare al meglio i tavoli per domani. Tuo padre è molto bravo a comandare a distanza. Ho dovuto fare tanti di quei giri che neanche immagini."
"In effetti non capisco perché? Non era meglio se andavamo noi da loro?" chiede nonno facendomi l'occhiolino.
"È anche tuo figlio Gerard, dovresti conoscerlo. A proposito Kate, tra poco, non appena saranno arrivati tutti, sarà servita la cena. Nel frattempo puoi andare in camera tua e sistemarti."
"Ok nonna, grazie."

Percorro il corridoio fino alla mia stanza ma invece di entrare procedo ancora qualche passo fino alla stanza di David, buttandomi sul suo letto.
"Questa sera ho intenzione di uscire, ma non voglio fare l'alba. Svegliati signorina Benson."
La voce di mio fratello mi fa alzare di scatto; devo essermi addormentata.
"Ciao fratellone, che ore sono?"
"Ciao sorellina, sono le 18:30. Sono arrivati anche mamma e papà. Ci stanno aspettando per la cena."
Metto i piedi fuori dal suo letto, afferro il cellulare e ci avviamo nella sala da pranzo. Tre chiamate perse e quattro messaggi.

Sei arrivata? Il viaggio tutto ok?

Mi manchi.

Sto iniziando a preoccuparmi.

OK, Jenn ha appena sentito tuo fratello. Sappiamo che sei viva e vegeta, ma addormentata. Chiamami appena ti svegli.

Eccomi, appena svegliata. Ci sentiamo dopo, sto andando a cena. Un bacio.

"Hai sentito Jenn?? Da quando ha il tuo numero?"
"Dal primo giorno che l'ho vista."
"David!!! Ti prego."
"Ok ok, ho capito. Ma sta tranquilla. Jenn la pensa come me, patti chiari amicizia lunga." mi dice facendomi l'occhiolino.
Oh mio Dio. Chris lo ucciderà. Anzi no, è più probabile che sia David ad uccidere Chris. In entrambi i casi perderò uno dei due.
"Di quale amicizia parlate voi due?" la voce di mio padre ci sorprende alle spalle. Con il suo impeccabile abito blu, la camicia inamidata, i suoi capelli leggermente brizzolati, sembra appena uscito da una rivista di moda. Ci salutiamo e avanzo verso mia madre, impeccabile anche lei.
"Ecco i mie bambini" dice scompigliandoci i capelli, cosa che fa infuriorare leggermente David.
Ci accomodiamo a tavola e iniziando a raccontarci un po' gustando i piatti prelibati di mia nonna. Ma la cena inizia ad andarmi di traverso quando papà comincia a parlare dell'organizzazione di domani.

"Allora mamma, i tavoli sono tutti sistemati?" chiede a mia nonna.
"Si figliolo, tutto sistemato. Ho penato un po' per inserire i Clark ma alla fine ho incastrato tutto alla perfezione."
Per poco non sputo l'acqua dalla bocca. Istintivamente afferro la mano di David e lui me la stringe forte.
"Ci saranno anche i Clark? Bene, un motivo in più per starmene a casa domani sera." dico rivolta ai miei genitori.
"Kate per favore."
"Kate per favore? E questo quello che riuscite a dirmi? Perchè? Perchè avete dovuto invitare tutta questa gente? Perchè anche loro?" gli occhi iniziano a riempirsi di lacrime.
"Sono affari tesoro" risponde mio padre guardando verso mia nonna.
"Certo, si tratta sempre di affari quando si parla di me e della mia situazione."
"Non dire così Kate, noi ti vogliamo bene e facciamo tutto questo per te." mi dice con voce flebile mia madre mentre tiro indietro la sedia provocando un rumore stridulo.
Non ho voglia di sentire le loro chiacchiere, David lo sa, e per questo saluta tutti da parte mia e usciamo a farci una passeggiata. Andando incontro ad una serata devastante.

Ciao a tutte, scusate ma mi sono appena accorta che avevo pubblicato una parte sbagliata della storia(che ora cancellerò 🙈)
Spero la storia vi stia piacendo... un bacione... a presto 😘

Il mio sole sei tuWhere stories live. Discover now