18.

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18.

Il giorno dopo borbotto all'ennesimo messaggio di auguri ma mi costringo a rispondere. Ho detto piccoli passi e tali saranno. Calzo le mie fidate nike e indosso il cappotto, recupero la borsa e mi affretto ad uscire di casa. Prendo l'ascensore perché sono pigra per usare le scale e raggiungo la macchina di Blake.

"Ehi." lo saluto. "Ciao, festeggiata. Pronta per andare?" sorride. Un sorriso mozzafiato, maledizione. "Andare dove?" chiedo confusa. "Andare..." dice vago. Ignoro la sua risposta fastidiosa e scrollo le spalle. Ci allontaniamo dal centro affollato di Chicago spostandoci verso un luogo più appartato, le case cominciano ad allontanarsi e presto ci troviamo in un grande spiazzale. Noto una ferrovia, degli pneumatici abbandonati e poi una vasta gamma di ferraglia sparsa qua e là. Il solo è coperto dalle nuvole e l'aria è gelida.
"Che ci facciamo qui?" chiedo. Lui mi invita a scendere e così faccio. Lo raggiungo vicino al suo sportello e lo guardo in attesa. "Non sei costretta a far nulla, però..." "Però?" "Mi piacerebbe se ti mettessi al volante e guida-" "No." lo interrompo. "Solo fino a quell'ammasso di ferraglia. Non è lontanissimo." ritenta. "No, Blake." "Non voglio costringerti a far nulla, speravo solo che ci provassi." Ha guidato per venticinque minuti, sprecando il suo carburante, per farmi guidare. Robe da matti! "Non posso. È... è terrificante. Non posso. Non ci riesco." deglutisco. "Okay, allora facciamo un passo alla volta. Non devi guidare, devi solo salire al posto del guidatore e afferrare il volante. Basta così." "E che senso ha?" sospiro. "Tu prova." detto ciò si sposta facendo il giro e prendendo posto sul sedile del passeggero.
Prendo un grande respiro e getto fuori l'aria, fisso il finestrino poi apro lo sportello e prendo posto. Guardo Blake, sollevo le mani tremanti e le poggio sul voltante tiepido. "Sei bravissima. Te la senti di azionare il quadro? Poi basta." è cauto, lo sento. Mi fa sciogliere il cuore. "Prova a girare la chiave. Solo una piccola mossa." aggiunge. Respiro piano mentre porto la mano sulla chiave e la giro. Il quadro si accende e questo mi permette di aprire e chiudere i finestrini.
"Come ti senti? Parlami, rossa." Blake richiede la mia attenzione. "Ho il cuore che batte a mille." ammetto. "Fallo di nuovo. Scendi, mettiti al volante e accendi il quadro. Prova fino a quando non sarai sicura di questi tre passi." "Non puoi dire sul serio – lo guardo – stai sprecando un sacco di tempo e non mi va che sia a causa mia." borbotto. "Non stiamo parlando di me qui, prova." Compio le tre azioni più volte, forse undici, alla dodicesima le mani non mi tremano e il cuore ha smesso di battere troppo in fretta. Il velo d'ansia c'è sempre ma è nascosto.
"Adesso te la senti di accendere la macchina e togliere il freno a mano?" "Credo di... di sì." deglutisco. Accendo la macchina e tolgo il freno a mano poi i miei partono in automatico, faccio muovere la macchina in prima e vado lenta, lentissima, quasi non riesco a crederci. Blake non fiata, ma mi sento il suo sguardo addosso. Arrivo davanti all'ammasso di ferraglia, giro e ritorno al punto di partenza. Spengo il motore e poggio la schiena sul sedile rilasciando un lungo respiro tremante.
"Sai cosa è appena successo?" mormora piano Blake. Mi volto verso di lui, ancora ansimante e annuisco piano. "Grandiosa. Sei stata grandiosa, rossa." sorride fiero.
Ho appena guidato dopo sei anni. Oh, mio Dio. Ho guidato. Ho messo le mani sul volante e ho fatto muovere una macchina.
Blake apre il mio sportello con un sorriso mozzafiato, lo guardo sconvolta mentre sento le sue mani calde posarsi sulle mie gelate. I miei occhi si incatenano ai suoi e deglutisco. "Ho guidato." biascico sconvolta. "E anche bene." sorride mentre mi aiuta a scendere. "Io ho... ho guidato, Blake." pian piano il mio sorriso si trasforma in un urletto di gioia e shock. Getto le braccia al collo di Blake e affondo il viso nel suo collo, le sue braccia si legano sulla mia vita stringendomi con una risata. "Sei stata bravissima." bisbiglia stringendomi sempre di più. Stringo la presa anche io e mi beo del calore che il suo corpo emana insieme al suo profumo intenso. Mi allontano di poco non mollando mai la presa e sorrido. "Grazie..." mormoro. "Ci vorrà del tempo ma devi ritornare a guidare. Una macchina ti serve, soprattutto d'inverno e in caso di emergenza." dice. Annuisco in accordo capendo che ha ragione. So benissimo quanto serva una macchina ma il solo pensiero mi terrorizzava ed è ancora così. Diciamocela tutta, non credo che senza di Blake sarei mai riuscita solo a tenere un volante, figuriamoci ritornare a guidare.

Il suo sguardo si posa più volte sulle mie labbra, poi decide di darmi il colpo di grazia: si abbassa leggermente, preme le mani a coppa sul mio viso e mi attira sulla sua bocca. Le nostre labbra si incontrano e, se in un primo momento rimango immobile, ritrovo quel poco di lucidità rimasta e ricambio il bacio. Le mie mani stringono la presa sul colletto del suo cappotto mentre le nostre lingue si incontrano. Ci allontaniamo dopo un paio di minuti, entrambi col fiatone e le labbra gonfie ma soddisfatte.
"E questo cos'era?" bisbiglio sulle sue labbra. "Il tuo regalo di compleanno." ammicca furbo.  

Tied Hearts.Where stories live. Discover now