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33.

Ridacchio col mento poggiato sul petto di Blake e lo guardo. È appena tornato dal bagno dopo un'intensa ora passata ad esplorarci a vicenda ma nei limiti. Di sicuro adesso sa cosa si prova davvero ad avere la mia mano dentro ai pantaloni e di questo ne vado piuttosto fiera devo dire. "Mi fai il solletico." sposto il suo viso con una mano. "Dovresti dormire, è tardissimo." "Domani, cioè oggi, è domenica, non lavoro poliziotto super figo." gli ricordo passando una mano tra i suoi capelli. "Super figo, eh?" sento la sua mano accarezzare la mia schiena. "Certo. Ehi, stasera ti sei arrabbiato in quel modo anche perché... ti ha ricordato forse tua madre?" domando cauta. Lo sento irrigidirsi, le sue mani smettono di tracciare linee immaginare sulla mia schiena per pochi secondi, poi riprende e lo sento rilassarsi ancora una volta. Bacio il suo mento e aspetto che prenda parola. "Ho visto il panico assalirti da lontano e mi sono sentito di nuovo impotente. Poi tu lo supplicavi di lasciarti andare e lui non ti ascoltava nemmeno... è stato come rivivere uno di quei momenti." "Alex mi ha chiesto un'infinità di volte come stessi, ho immaginato che ci avesse pensato anche lui. Non ho aperto l'argomento, però, perché non voglio che nessuno dei due ci ritorni in quei ricordi. Mi dispiace che per voi, stasera, sia successo." deglutisco. "Non devi scusarti. Stavi ballando con le tue amiche, poi si sono allontanate un attimo per andare al bagno e nessuna ragazza dovrebbe preoccuparsi di aspettare per pochi minuti da sola e ritrovarsi tra le grinfie di un ubriacone. È successo e basta, adesso è passato e tu stai bene." sospira. "Sì, tutta intera." sorrido e sbadiglio.

*

Domenica mattina, quando apro gli occhi, trovo il letto vuoto. Blake sarà uscito a correre ma quando rientra eccome se mi sente! Abbandonarmi qui, da sola, al freddo... rumori di padelle e stoviglie provenienti dalla cucina mi fa rimangiare tutto quanto. Ops, come non detto.
Lego i capelli in uno chignon disordinato, sistemo la tuta e con uno sbadiglio esco dalla camera da letto. In cucina sento parlottare, mi avvicino e noto Alex seduto su uno sgabello con un caffè in una mano e una brioche nell'altra. I suoi occhi notano i miei stanchi e ancora mezzi addormentati così gli riservo un sorriso ed entro del tutto nella stanza. "Buongiorno, raggio di sole." mi saluta il biondino. "'Giorno." bofonchio strofinandomi l'occhio sinistro e prendendo posto su uno sgabello libero. "Buongiorno, rossa." Blake posa una tazza di caffè sotto al mio naso e mi bacia la fronte. "Mi hai tenuto il caffè caldo. Oh mio Dio, sei l'uomo della mia vita." lo guardo sognante facendolo ridere. "E io ti ho portato la brioche." Alex sventola un sacchetto a poca distanza da me. "Caspita, questo deve essere proprio un sogno dove io sono una ragazza ricca e voi due ragazzi fighi siete i miei toy-boy non c'è altra spiegazione." li fisso. I due fratelli ridono scuotendo il capo e io mi congratulo mentalmente per avere la capacità di far divertire questi due manzi.
"Allora... visto che ci sei anche tu, volevo cogliere l'opportunità al volo e parlarvi." Alex prende parola. Lascio la brioche a mezz'aria e lo fisso. "Se mi dici che sei gay esco da questa cazzo di casa. Non che io sia pro a l'omofobia ma tu non puoi esfdf-" la mia bocca viene bloccata dalla mano di Blake che subito dopo esorta il fratello a continuare. Do una leccata al suo palmo e questo basta per fargli allontanare la mano ma non il corpo visto che rimane attaccato a me. "Voglio congedarmi. Il mio contratto scade quest'anno e ho deciso di non rinnovarlo. La marina militare sarà sempre una parte di me ma Lauren ha bisogno di me sempre e non un paio di mesi all'anno." spiega il biondo. "Ne sei completamente sicuro? Voglio dire, approvo la tua scelta ma vorrei assicurarmi che tu sia convinto al cento percento. Non è facile." lo guarda Blake accarezzando le mie braccia. "Sono sicuro. Voglio passare più tempo con mia figlia, non... negarmi la possibilità di uscire con una ragazza se si presenta l'occasione. Voglio poter condurre una vita normale." ribatte Alex. "Tu che ne pensi?" mi domanda Blake. "Lauren è molto legata a te, Alex, e questo lo vedono anche i muri. Se devo essere onesta sono davvero felice di sentirti dire una cosa del genere. Per quanto mi riguarda, anche se adesso non ho più un buon rapporto con mio padre, lui c'è stato negli anni migliori della mia vita ovvero quelli della mia formazione. Lavorava molto anche a quei tempi ma riusciva a ritagliarsi lo spazio per me e questo lo fai anche tu con Lauren, è vero, ma non è lo stesso. Lasciare il tuo lavoro non sarà facile ma vedila così: qui hai una sfida più grande che ti attende, potrai stare con la tua bambina tutto il tempo che vorrai e sarai felice." scrollo le spalle. "Tu sei sicura di voler stare con mio fratello, vero?" Alex mi fissa. "Ehi, non ci provare nemmeno." sbuffa Blake stringendomi più a sé. "Magari tra un anno vi lasciate e lei decide di fare la cosa giusta, ovvero stare con me." sorride divertito Alex. "Magari tra un anno io sarò sposata con Jason Momoa o saremo tutti morti, chi lo sa. Piantatela di pianificare il futuro, babbei." li riprendo, poi ritorno a prestare attenzione solo ed esclusivamente al mio caffè e la mia brioche. 

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