24 - parte uno.

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24 – parte uno.

Passano quattro giorni prima che io esca di casa e Aidan mi chieda del colloquio. Lo informo che comincerò a lavorare dalla prossima settimana e poi lo saluto. Ho guidato da sola per la prima volta e sono andata a casa sua, poi mi sono fermata al supermercato e infine sono tornata a casa.

Ho ricevo due o tre messaggi da parte delle gemelle e persino da Alex in cui mi chiedeva di incontrarlo per un caffè ma ho preferito evitare. Stasera, però, o meglio questo pomeriggio, mi ha invitato a casa sua per farmi conoscere qualcuno di nome Lauren e beh, non credo che questo piacerà molto a Sofia. Così per solidarietà tra amiche ho deciso che andrò per controllare la situazione.

Di sicuro la situazione è più assurda di quello che pensavo perché le tette di Lauren non esistono, non credo sia alta nemmeno un metro per quanto è minuta e porta due codine adorabili con tanto di fiocco rosa. Lauren è una bambina di sei anni e mezzo e io sono sconvolta.

"Lowen." la richiama Alex con il nome che suona più come un Law-Anne. "Lei è Chloè, un'amica di papà e lo zio Blake. Chloè, lei è Lauren, mia figlia." è così che ci ha presentate mentre io ero rimasta a zio Blake.
Dopo averla rassicurata un po' sul fatto di non essere la cattiva di qualche film, di non essere Anna dai capelli rossi e la fidanzata di suo padre Lauren si dimostra essere la bambina più allegra dell'intero universo. Personalmente avere un bambino non mi ha mai entusiasmato così tanto, un po' per le mie disavventure e un po' perché il pensiero non c'è mai stato, ma devo dire che lei è favolosa. La sua risatina è sublime e il suo modo di pettinare capelli fantastico! Siamo subito diventate amiche e ci siamo persino messe lo smalto sulle unghie. Non ridevo così da un bel po' di giorni e Low-Low – il soprannome che ho deciso di darle dopo essere stata chiamata da lei zia Klo con la k perché a detta sua la k è molto cool – è di sicuro un toccasana.

"Come posso non amarla?" sorride Alex ammaliato dalla figlia intenta a scarabocchiare un foglio. "È impegnativo crescere una bambina quando si hanno a malapena vent'anni ma tu sei riuscito a farlo in maniera egregia e non importa se la gente ti ha criticato... tu hai un gioiello preziosissimo tra le mani" sorrido. "Ho pensato di fartela conoscere perché Lowen porta sempre tanta gioia e tu ne avevi bisogno dopo quella volta." sospira. "Io e Blake non stavamo insieme." gli ricordo. "Non si comportava così da parecchio e credo che se Ruby non fosse mai entrata da quella porta le cose si sarebbero evolute in qualcos'altro." "No, io non credo. È pure per questo che giorni prima lo avevo evitato. Stavo cercando di abituarmi alla vita senza di lui ed è risultato parecchio difficile, lo ammetto." sospiro. "Mi aveva accennato qualcosa ed era piuttosto irritato ma poi si era messo a ridere farfugliando qualcosa sull'essere te." scrolla le spalle mentre il mio cuore perde qualche battito. "Beh, adesso non deve più preoccuparsene visto che ha la sua Ruby." Alex mi osserva con un cipiglio. "Tanto non dureranno. Ruby ha sempre amato essere uno spirito libero in fondo in fondo e credo che gli unici motivi per cui stesse ancora con Blake dopo i primi due mesi fossero il sesso e la bellezza di Blake." "Ma sono stati insieme per parecchio e tu hai detto che non si sono lasciati perché-" "So cosa ho detto e quella parte riguardava solo Blake. Non l'ho mai detto a lui per evitargli ulteriore dolore ma una volta Ruby mi parlò della possibilità di scegliere tra la Francia e un posto poco distante da Chicago di cui non ricordo il nome. A quanto pare l'Illinois e Blake non erano abbastanza per lei da farla restare." "Però adesso è tornata." mi poggio meglio sul bancone. "E non dureranno." Alex fissa sua figlia con adorazione.

"Papi, mi aiuti con matematica?" domanda Low-Low. "Odio quella materia, ma certo." sorride. "Posso pensarci io, se vuoi." mi propongo. "Sei sicura? Matematica è piuttosto difficile." scherza Alex. "Penso di poter affrontare tre o quattro addizioni." lo rassicuro. "Ci sono anche le sottrazioni!" mi informa Lauren. "Sarà dura, ma possiamo provarci mentre il tuo papà ci prepara la cioccolata calda. Vero, papi?" mi volto nella sua direzione. Il biondino ridacchia e annuisce. "Tutto pur di evitare matematica."

BLAKE

Suono il campanello e busso due volte alla porta di casa di Alex, poi attendo che mi apra. Ho saputo che terrà Lauren per tutta la settimana e io non vedo l'ora di vederla. Quella meraviglia mi è mancata.

"Blake." sembra sorpreso di vedermi. "C'è Lauren? Mamma mi ha detto che è qui." "Sì, lei è-" "Bravissima!" una voce che riconosco all'istante mi invoglia ad entrare dentro casa e raggiungere la cucina. I miei passi si bloccano quando noto il profilo di Chloè leggermente abbassata con alcune dita in aria.

"Okay, adesso conta tutta le dita e dimmi il risultato." dice rivolta alla bambina. Lauren le piega le dita una alla volta e poi la guarda. "Otto!" esclama. "Ma sei un fenomeno! Ti assicuro che l'unica schiappa presente in questa casa è tuo padre." esclama facendo ridacchiare Lauren. La bambina alza lo sguardo in cerca del padre ma trova me. I suoi occhi si illuminano mentre con uno strillo corre nella mia direzione. "Zio Blake!" i miei, però, restano incollati alla figura della rossa che adesso non sorride proprio più.

Tied Hearts.Where stories live. Discover now