6. Calcium

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Anche il corpo umano è tutta una questione di chimica. La scariche di adrenalina nel nostro organismo non sono altro che l'opera di un neurotrasmettitore, l'epinefrina appunto, che contiene le cosiddette catecolammine, formate da un gruppo amminico ed un catecolo. Queste sostanze danno vita ad una reazione chiamata fight of flight response. Combatti o fuggi. Oggi si corre la prima gara dell'anno e ho scoperto che nella Scuderia Ferrari la seconda alternativa non è contemplata.

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Ieri pomeriggio ho constatato che le qualifiche sono un concentrato di ansia dall'inizio alla fine; sono quasi scoppiata in lacrime quando ho visto l'incidente di Valtteri e il fatto che praticamente tutti la trovassero una cosa normale mi ha shockato.
"I piloti sanno i rischi che corrono, Marty" – mi spiega Riccardo Adami, l'ingegnere di pista di Sebastian – "se rispondono subito al team radio ed escono dalla macchina con le loro gambe è tutto a posto, le corse moderne offrono molta sicurezza in più".
Io però penso a Jules Bianchi e tanto convinta non lo sono, ma credo che anche questa sorta di accettazione del pericolo arriverà col tempo.
Sento dire da Seb che Charles si è qualificato in penultima fila ma mi impongo di non guardare neanche la sua tabella dei tempi. Se mi vuole verrà a prendermi lui. Purtroppo l'orgoglio è una parte del mio carattere tutta ereditata dai Montezemolo.
Al primo posto, com'era prevedibile, partirà Lewis ma le nostre Ferrari sono piazzate saldamente in seconda e terza posizione.
Kimi è posizionato prima di Sebastian e sapere che le temperature sulla sua macchina sono state gestite meglio mi riempie d'orgoglio, perché a quelle cose ci ho lavorato io.

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I semafori si spengono e da quel momento è magia pura. Della pioggia non c'è più traccia e i dati raccolti sull'asfalto dei giorni scorsi sballano un po' i piani di tutti. Per il momento non riusciamo a renderci pericolosi alle spalle di Hamilton.
Maurizio attraversa la pit lane di corsa per passare dal muretto ai box, raggiungendomi.
"Come stiamo girando? Possiamo usare le ultrasoft o rischiamo con l'usura?"
Ripasso mentalmente la strategia delle soste che abbiamo programmato nel briefing di ieri sera e mi metto a studiare alla velocità della luce i dati che compaiono sul mio computer.
So che Maurizio Arrivabene è un tipo a cui non piace aspettare.
Le temperature delle leghe di nichel e alluminio sono nella norma per ora e con qualche calcolo matematico riesco ad avere un quadro abbastanza generale della situazione.
"I parametri sono a posto, non mi sembra una scelta azzardata"
"Abbiamo qualche speranza a parità di gomme con la Mercedes senza sfruttare la startegia ai box?"
Con qualche click del mouse cerco il quadro delle poche statistiche che possiamo conoscere circa le altre vetture in gara e mi aiuto con qualche immagine dell'ultimo secondo della macchina di Hamilton.
Controllo per qualche secondo e... trovato!
"Fate rientrare Kimi!"
"Cosa? Sarebbe meglio farlo rimanere fuori, per prendere maggiore gap su Lewis"
"Guarda qui... possiamo sfruttare al massimo la gomma nuova, perché sulla posteriore destra della Mercedes la temperatura è leggermente più bassa del normale. L'assetto si perde di poco, ma abbastanza perché uno tra Kimi e Seb possa approfittarne"
Maurizio decide di fidarsi di me e corre nuovamente al muretto, i box che già diventano un caos di pneumatici e pistole.
Nelle cuffie di tutti arriva forte e chiaro: "Con Kimi si va di strategia ai box contro Lewis, Seb vallo a prendere!"
L'ingegnere di pista del finlandese mi affianca immediatamente, cercando di vedere sul display ciò che ho visto io.
Nella parte posteriore destra a quanto pare c'è una quantità maggiore, anche se in una percentuale infima, di carburo di Boro. Rispetto alle altre molecole che formano la corazza ceramica della macchina questa si riscalda in modo differente e la ruota più vicina ne risente.
Questa Freccia d'Argento non è così perfetta.
"Sei un genio, Martina! Dai che li prendiamo cazzo!"
Li prendiamo davvero.
Grazie all'ottima strategia ai box Sebastian riesce a ritrovarsi al comando della corsa e a tenere questa posizione con tantissimi nervi saldi. Lewis dà tutto ma non riesce ad avvicinarsi ed anzi nel finale, proprio a causa delle gomme, rischia di essere preso anche da Kimi. Le mie intuizioni si rivelano azzeccate e in casa Ferrari scoppia il putiferio, perché la prima gara della stagione la vinciamo noi!
Prima di sparire nel turbine dei festeggiamenti afferro Maurizio per un braccio e gli urlo: "Assomiglia a Niki! Assomiglia a Niki!" e so che lui mi ha capito.

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Tutto ciò che avviene dopo è puro delirio. Per la prima volta vado sotto il podio e ascolto con il cuore che batte all'impazzata il doppio inno, poi c'è la meritatissima festa post-gara per noi della Ferrari che si prolunga fin quando non risaliamo in aereo per tornare a casa. Praticamente tutta la squadra mi fa i complimenti e Sebastian mi abbraccia fortissimo, ripetendomi "grazie!" una marea di volte.
"Ma grazie a te! Hai guidato benissimo!"
"E tu gli hai smontato la macchina con lo sguardo! Sentimi bene, appena Toto lo verrà a sapere cercherà tutti i modi possibili per avere un chimico come te in Mercedes!"
Sono così felice e lusingata.
Stavolta è davvero merito della chimica.


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I miei programmi per la settimana libera che mi attende a Montecarlo sono letto-ufficio-ignorare Charles-ancora letto-maratona serale di The Royals.
Riguardo al terzo punto della mia lista: se si aspetta che con un paio di telefonate risolverà tutto ha sbagliato ragazza. Sarò anche pretenziosa di mio ma casa sua dista pochi isolati da dove abito io, potrebbe benissimo fare un salto di persona.
Tutti i piani procedono alla perfezione fino a sabato sera, quando qualcuno decide di bussare al mio campanello mentre io cerco disperatamente di non bruciare la mia cena.
Penso che potrebbe essere effettivamente Charles e ho un momento di leggero panico, quindi via il dente via il dolore.
Apro la porta intonando un annoiato: "Ma lo sai che a quest'ora la gente...-" m'interrompo, perché sotto il mio uscio di casa c'è Max Verstappen in tutta la sua strafottenza.
Stiamo scherzando, spero.
"Che ci fai ancora così? Vestiti dai, che andiamo a mangiare una pizza"
Sì, decisamente stiamo scherzando.
"Vuoi sfottere?"
L'ultima volta che ho visto Max è stato sugli schermi televisivi dei box, in Australia, quando il piccolo genio ha deciso di finire in testacoda e perdere tre posizioni.
"Sono felicissimo anch'io di vederti" risponde lui con un ghigno.
La cosa veramente grave è che un'ora dopo io sono effettivamente vestita con top e jeans e sto effettivamente mangiando una pizza insieme a Max al centro di Monaco.
Il ragazzo impara dai suoi errori perché durante la cena non sfiora l'argomento Formula Uno né inizia monologhi su sé stesso.
Battibecchiamo quasi tutto il tempo, i nostri gusti sono inconciliabili in tutto: lui ama i film d'azione, io i musical. A lui piacciono l'hip hop e il rap, a me la musica dance, ma almeno impegnarmi in una litigata con Max si rivela più divertente che stare a casa da sola.
Quando si spinge oltre con qualche gesto mi basta un'occhiata che lancia acido cloridrico e lui ritira la mano con quel finto sorrisetto angelico.
Dopo la pizza mi porta in un bar all'aperto che mi sembra abbastanza esclusivo, quindi cerco in ogni modo di camminare a testa bassa e lontana da lui. Ci mancano solo i paparazzi oggi, anche se poi mi ricordo che mi sono messa da sola in questa situazione.
Qui c'è un trio di amici di Max che per fortuna non hanno niente a che fare con la Formula Uno, sarebbe stato difficile spiegare a qualcuno dei ragazzi cosa ci facciamo io e l'olandese da soli in giro per Monaco. A dirla tutta non lo so neanche io.
Procediamo con le presentazioni, anche se dimentico i nomi dei tre ragazzi quasi subito; parlano di videogiochi, calcio... ogni tanto dimentico che anche se è un pilota professionista Max resta comunque un ragazzo di vent'anni.
Mi limito ad ascoltare i loro discorsi sorseggiando il mio Bellini fin quando il cellulare non mi vibra tra le mani.
«Dove sei? Sono passato a casa tua e non c'eri»
Mi si dipinge un sorriso in volto quando leggo il nome di Charles sullo schermo.
E così mi sei venuto a cercare, eh Leclerc?
«Sono al Buddha-Bar con Max»
Si merita un po' di gelosia dopotutto.
«Posso venirti a prendere?» riesco quasi ad immaginare la sua mascella serrata mentre scrive questo messaggio e la cosa mi fa impazzire ma decido di tenere duro.
Non posso cadere tra le sue braccia in questo modo, voglio che ci conosciamo meglio e che dimostri il suo vero interesse.
Deve essersi reso che Max sta giocando meglio le sue carte.
«Ci vediamo in Bahrain»
«Non scappare, che ti prendo»
Non aspettavo altro.

Chemistry | Charles LeclercWhere stories live. Discover now