23. Vanadium

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Il weekend in Ungheria inizia come me l'ero aspettato: i giornalisti e i fotografi assalgono il box Ferrari e io riesco ad avvicinarmi a Charles e agli altri solo quando sono in hotel.
Improvvisamente tutti sembrano aver bisogno di essere coordinati da me, obbligata a trascurare la mia amata chimica.
Per la prima volta sono costretta a rilasciare interviste, a stare al muretto e a svolgere tutte quelle mansioni che avrei sempre voluto evitare.
A fine giornata sono distrutta, ho i nervi a pezzi. Odio che ci sia sempre qualcuno a controllare ogni mia mossa ed ogni parola che dico.
Per un minuscolo istante posso immaginare cosa abbia spinto mia madre ad eclissarsi.

***

Il giovedì giunge al termine e tra le difficoltà della Mercedes, il gossip in Ferrari e lo scandalo della Force India i giornalisti avranno di che scrivere stanotte.
Mi trascino nella hall dell'albergo per prendermi un caffè. Ormai l'orario di cena è sforato da un pezzo.
Sono già tutti a letto... tranne un certo monegasco che con i piedi sul tavolino smanetta col telefono.
Mi prendo qualche istante ad osservare Charles con un sorriso stanco: mi sta aspettando.
Faccio un finto colpo di tosse per attirare la sua attenzione e lui subito si tira su, riponendo il cellulare in tasca.
"Cherie, mi stavo preoccupando"
"Scusami, giornata d'inferno" sospiro.
Non ci sono occhi indiscreti in vista così mi azzardo a prendere posto sulle sue gambe mentre Charles inizia a massaggiarmi dolcemente i fianchi.
"Stai andando alla grande, lo sai? Tuo padre può soltanto essere fiero di te"
Mi abbandono al suo tocco delicato con un ulteriore sospiro.
"Ci sto provando... ma non era per questo che sono arrivata in Ferrari..."
Ho sempre pensato che la chimica fosse il mio destino, ha perseguitato la mia vita per anni.
Adesso mi pesa un po' occupare un ruolo così lontano da me: fino a qualche mese fa non conoscevo neanche le regole di una gara automobilistica.
Ma amo troppo questa scuderia, non posso permettere che affondi in un momento così.
"Devi fare ciò che ti rende felice, petite. Lascia passare un po' di tempo e le acque si calmeranno"
Annuisco distrattamente, poggiando la testa sulla sua spalla.
"Ci sono dei momenti in cui scapperei via..." dico tra me e me.
Un lampo illumina i suoi occhi color tempesta, come un guizzo.
"Che c'è?"
"Che c'è?" mi fa eco lui.
"Hai lo sguardo di chi ha pensato qualcosa"
"Se te lo dico mi uccidi"
"Allora non me lo dire"
Charles ha quella capacità assurda di prendere alla lettera ogni mia parola.
Effettivamente non mi dice niente, si limita a prendermi in braccio come un sacco di patate. Riesco a trattenere un urlo sorpreso solo perché ne ho abbastanza di avere occhi puntati addosso per oggi.
"Charles! Uh Gesù, ma che fai?"
Il pilota numero 16 sorride sornione e mi tiene così fino al parcheggio, caricandomi sull'auto che gli ha messo a disposizione il suo team per questo weekend.
È quasi mezzanotte, domani ci sono altre prove, dovremo lavorare in vista delle qualifiche e noi stiamo sfrecciando per le strade di Budapest.
Perché? Perché sto uscendo con un matto.
Nonostante ciò mi viene da ridere, così mi copro gli occhi con una mano, divertita.
"Andiamo a farci un bagno, ad un'ora da qui c'è un lago stupendo"
Sgrano gli occhi e rido ancora di più. Ridiamo entrambi, come due idioti ubriachi, eppure siamo più che sobri.
"Ma lo sai che se volevo darmi alla schizofrenia mi fidanzavo con Max?!"
"Ah quindi siamo fidanzati?"
Gli do una spallata.
"Ehi! Potevamo fare un incidente!"
"Sei tu il pilota, industriati"
Ci scambiamo un'occhiata d'intesa. Cantiamo a squarciagola le canzoni della playlist di Spotify creata da Charles, che ha collegato il telefono allo stereo della macchina.
I finestrini sono spalancati e l'aria che ci arriva tra i capelli è dovuta solo ai 100 km/h a cui viaggiamo, perché questa notte ungherese è secca e afosa.
"Metti caso che Maurizio mi chiama e non mi trova, quello resuscita Marchionne solo per sbattermi fuori dal team"
"Sarà comunque niente in confronto a quello che potrebbe fare Vasseur a me, quindi rilassati... mal che vada moriamo insieme"
Vorrei capire come fa ad essere così tranquillo.
Charles è il ragazzo più diligente che io conosca, non è un tipo da prese di testa... eppure appena ha avvertito il mio bisogno di evasione mi ha subito accontentato.
Penso davvero che sia unico al mondo.
Arriviamo al lago Balaton dopo un'oretta. Intorno ci sono tantissimi lidi, come se fosse una spiaggia ma sull'erba, e sono tutti deserti. Dopotutto è notte fonda, quale matto decide di farsi un bagno al lago a quest'ora durante la settimana? Ah giusto, io e il mio ragazzo.
Non pensavo facesse sul serio fin quando non l'ho visto sfilarsi la maglietta.
Abbiamo fatto l'amore più di una volta ormai ma la vista del suo addome nudo mi fa sempre smuovere qualcosa dentro, come una miccia.
"Che fai, non vieni?"
È rimasto in boxer ed io scuoto la testa, lasciando perdere ogni pensiero ragionevole, e mi tolgo i vestiti a mia volta.
Ci spingiamo in acqua a vicenda, iniziamo a schizzarci come bambini e poi mi godo il bagno tra le braccia di Charles, come una sirenetta.
Decidiamo di stenderci sull'erba, spalla a spalla, con il viso puntato verso il cielo. Ci sono poche stelle in Ungheria ma la luna stanotte è spettacolare.
Ascoltare il respiro di Charles mi rilassa all'istante e per un attimo dimentico tutto lo stress che mi circonda.
"Stavo pensando una cosa"
"Quando pensi tu c'è da preoccuparsi" lo prendo in giro, ridacchiando.
Lui si zittisce e capisco che stavolta si tratta di un pensiero serio.
"Ehi stavo scherzando! Forza, spara"
"Pensavo che comunque ormai in casa siamo in due... e il mio appartamento non è poi tanto grande"
Non so perché ma il cuore comincia a battermi all'impazzata.
Mi giro sul fianco, per poterlo guardare meglio, ma Charles continua a tenere lo sguardo fisso verso il cielo. Nel buio non lo distinguo bene ma sono certa che stia arrossendo.
"Stai cercando di dirmi che...?"
"Vogliamo prendere casa insieme?"
Con un colpo di reni mi do la spinta per ritrovarmi seduta sul suo bacino, facendolo trasalire per la sorpresa.
Ho un sorriso che mi trapassa il viso da parte a parte.
"Sì Charles, certo che voglio una casa tutta nostra!"
Per la prima volta da quando la nostra relazione è ricominciata non ho alcun tipo di dubbio. Sarà che vederlo prendere posizione in questo modo quasi mi emoziona per la felicità.
Adesso anche lui si abbandona ad un sorriso, sospirando di sollievo.
"Pensavi ti dicessi di no?!"
"Non lo so... pensavo fossi ancora un po' arrabbiata con me per la questione...-"
Lo zittisco.
"Shhh! Non dire niente, non stasera"
Lo bacio. Lo bacio tanto, profondamente, ed è chiaro che voglio che questo bacio diventi qualcosa di più.
Charles ribalta le posizioni, facendomi aderire con la schiena all'erba e sfrega il suo bacino contro il mio, facendo gemere entrambi.
Facciamo l'amore sul prato, ancora bagnati d'acqua dolce, e ci chiudiamo nella nostra bolla lasciando tutto il mondo fuori.
Non importa se venerdì mattina avremo entrambi delle occhiate paurose e se i team e la stampa ci sfiancheranno come al solito, io e Charles adesso siamo felici.

***

È bello ritornare sotto il podio per festeggiare il secondo e il terzo posto di Seb e Kimi. Questi punti importanti sono dedicati a Marchionne, come annunciamo pubblicamente. Però Lewis continua ad esserci davanti e dopo gli errori commessi in Germania non abbiamo fatto ancora abbastanza per riconquistare la vetta della classifica.
La nota tristemente ironica di questa domenica è che Charles e Max si sono entrambi ritirati, chi per un problema e chi per un altro.
Sono nel bar del paddock ad aspettare che il mio monegasco esca dal suo motorhome dopo le interviste. L'eccitazione pre-trasloco occupa tutta la mia mente insieme alla gioia per l'inizio della pausa estiva.
Dopo tutto questo stress ci voleva del tempo solo per me e Charles e questa vera e propria convivenza sembra essere un solido inizio dopo i nostri alti e bassi.
Alzo lo sguardo di scatto appena uno sconosciuto dai familiari capelli biondi si siede al mio tavolino senza troppe cerimonie.
"Ma prego Max, accomodati pure" dico sarcastica.
"Figurati, è un piacere"
Dopo una pessima gara sa essere ancora più irritante del solito.
Spero che si dilegui prima che arrivi Charles, non ho proprio voglia di cominciare una scenata.
"Qual buon vento ti porta qui?"
"Hai programmi per queste vacanze?"
Lo guardo con gli occhi sgranati, sperando che mi stia prendendo in giro.
Questo ragazzo ha proprio una bella faccia tosta.
"Max... voglio essere molto chiara con te: tra me e Charles le cose sono serie, non c'è più una gara di corteggiamento in atto"
Per qualche istante l'olandese della Red Bull rimane in silenzio, giocherellando con i suoi braccialetti.
Mi sorprende che non abbia la risposta pronta.
"Proprio non capisco come tu faccia a scegliere lui quando puoi avere me"
"Lui ha un nome. Charles mi ama e mi rispetta"
"Ti ama, davvero? Te l'ha detto?"
Mi zittisco di colpo, colta nel vivo, e incrocio le braccia davanti al petto con le guance che si colorano di rosso.
Max sorride soddisfatto: sa dove colpire.
"Non è questo il punto"
"Io non avrei paura di dirlo a tutti, di noi due" continua ad infierire.
"Il tuo ragazzo è un codardo"
"E tu sei uno stronzo"
"Ehi, che sta succedendo qui?"
C'interrompiamo appena sentiamo la voce dura di Charles alle nostre spalle.
Ero così intenta ad incazzarmi con Max che non mi ero accorta della sua presenza.
"Illustravo a Martina un'ottima lista di motivi per lasciarti perdere" risponde il numero 33 con una sincerità disarmante ed un sorriso veramente squallido.
Le rare volte in cui ho pensato che Max fosse gentile perdono di significato in momenti come questo.
"L'unico che dovrebbe lasciar perdere sei tu, Verstappen"
"Altrimenti che fai, Leclerc?"
Max è molto più bravo a provocare, è nel suo DNA, gli piace buttare benzina sul fuoco.
Ho paura di come potrebbe reagire Charles così decido di intervenire.
"Basta adesso, andiamocene, la casa nuova non aspetta..." mormoro in direzione del mio monegasco, poggiandogli una mano sul petto per calmarlo.
Per fortuna la maggior parte dei paparazzi ha già lasciato il circuito, altrimenti avrei dovuto fare i conti anche con questo episodio.
Charles annuisce ma prima di andare aggiunge: "Stalle lontano Max, non sto scherzando"
"Tanto sarà lei a venire da me" commenta sicuro lui, rivolgendogli un occhiolino.
Afferro il braccio di Charles e lo trascino via. Ne ho abbastanza di questo olandese.

Chemistry | Charles LeclercWhere stories live. Discover now