29. Copper

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É la terza sera di fila che esco con Max questa settimana.
Non so cosa mi abbia spinto a premere il tasto di chiamata sul suo contatto lo scorso lunedì.
O meglio, il motivo lo conosco ma non riuscirò mai ad ammetterlo a me stessa.
So solo che guardandomi allo specchio con questi stivali troppo alti e questa gonna troppo corta vedo solo una ragazza che finge di star bene. Ma non vedo me.
Spero che la frattura dentro il mio cuore possa svanire dietro un paio di strati di mascara e mi chiudo alle spalle la porta di casa senza guardarmi indietro.
È frustrante ritornare in questo appartamento mezzo vuoto che ora più che mai mi sta stretto, ma non ho avuto il coraggio di andare a prendere la mia roba a casa nostra.
Non c'è più un noi, Martina — mi ricorda scioccamente il mio cervello.
La verità è che stare con Max è semplice.
Questa sera mi ha invitato nel ristorante più esclusivo di Montecarlo per mangiare pesce all'italiana.
Ieri invece mi ha portato a Port Hercules, il giorno prima ancora abbiamo fatto shopping a Nizza.
Max parla, spende, ride, fa complimenti, allude, prende in giro, l'unica cosa a cui pensa sono le tre ore successive a ciò che sta facendo. E soprattutto, quasi mi venera.
Non potrei mai innamorarmi di lui, di una storia così superficiale, ma ora come ora è dannatamente semplice.
Mi viene a prendere con la sua Aston Martin sotto casa e come al solito comincia un discorso in cui parla quasi solo lui.
"Secondo me la musica di Travis Scott è la migliore! Posso prendere i biglietti per il concerto, che dici?"
"Dico che sarebbe grande" rispondo con entusiasmo costruito, fissando però assente il paesaggio fuori dal finestrino.
Gran parte della cena si svolge così, poi finiamo a parlare un po' di motori e la mia partecipazione aumenta.
Come si fa a dire di no alla Formula Uno?
Max quando parla del suo lavoro é appassionato, ha gli occhi di fuoco e questa cosa mi piace.
"Una ragazza come te, che ama e capisce questo sport, è veramente rara" mi dice dopo avermi lasciato sotto il portone di casa mia.
"Esci con me perché sono brava con le macchine?" trovo il coraggio di scherzare. Credo sia la prima frecciatina che gli abbia mai mandato.
Lui scuote la testa ridendo mesto.
"Nah, sei anche una gran figa"
"Suppongo di dover dire grazie?"
"Un bacio andrebbe bene uguale"
Lo scruto.
Non è brutto Max, ha una bellezza tutta particolare, quel fascino tenebroso che riesce subito a colpire le persone.
Il carattere pungente poi fa il resto.
Arretro di un passo quasi in automatico ma lui, spavaldo, si avvicina.
Non sento le gambe tremare, né il calore riempirmi il petto, ma improvvisamente penso che baciarlo sarebbe la cosa giusta in questo momento.
"Non hai detto che ti prendi sempre quello che vuoi?" sussurro.
Passano pochi secondi, dopodiché sono schiacciata dal corpo statuario di Max contro l'entrata del mio condominio e lui mi sta togliendo l'anima con un bacio.
Max non ha nulla della delicatezza di Charles mentre mi prende di peso per portarmi fino al pianerottolo del mio appartamento.
Max è tutto fuoco e benzina, travolgente, impetuoso.
Arrivati dentro casa mia la miccia dell'attrazione fisica si spegne, lui fa per sfilarsi la camicia ma io lo blocco.
Max Verstappen totalmente sfatto di fronte a me è veramente sexy e probabilmente una parte di me farebbe sesso con lui.
Ma Max non è Charles, io non sono innamorata di lui e tutto questo è completamente sbagliato.
"Fermati Max per favore" riesco a dire, con la voce rotta sia dal pianto che sta per scoppiare sia dal fiatone.
Devo essere parecchio sconvolta perché Max, allarmato, cerca di ricomporsi subito.
"Scusami pensavo che tu... insomma... hai capito"
"Mi dispiace davvero ma non ci riesco" sussurro ormai in lacrime.
È una situazione così umiliante, per me stessa ed anche per lui, mi dispiace aver trascinato questa cosa fino a questo punto.
Max mi guarda per la prima volta con comprensione, abbandonando quello sguardo famelico, e mi stringe nell'abbraccio più casto ed amichevole che io abbia mai ricevuto.
Rimaniamo così a lungo.
Non conto i minuti, ma è il tempo che basta a farmi sfogare in un pianto silenzioso.
Quando ci stacchiamo gli occhi tenebrosi di Max mi scrutano.
Mi aspettavo di trovarci dentro delusione, amarezza, invece... sembra realmente dispiaciuto per me.
"Tu ami lui, Marty, lo capisco. Posso andare via se vuoi"
"N-no" trovo la forza di articolare questo monosillabo.
"Resta con me, ti prego"
Devo apparire tremendamente fragile mentre lo supplico di non lasciarmi sola.
Al momento è così che mi sento.
Max mi rivolge un sorriso un po' triste e un po' apprensivo.
"Sì Marty, resto, puoi stare tranquilla"

***

Non l'avrei mai creduto possibile ma Max Verstappen è veramente un amico eccezionale.
Non c'è stato giorno, in queste due settimane, in cui non mi sia stato vicino e ho scoperto che parlare con lui può essere davvero molto divertente.
L'autunno colora Monaco, io sorseggio davanti a Max del tè ai frutti rossi in un bar del centro e fingo che Charles non mi manchi come l'aria.
Domani un volo per la Russia attende tutti noi ed io non ho ancora deciso nulla del mio futuro in Ferrari.
"Con chi parli?" chiedo curiosa, mentre osservo Max smanettare con il telefono.
Ho imparato che lui solitamente odia stare attaccato al cellulare.
"Victoria vuole presentarmi un'amica in comune"
Pronuncia le ultime parole con un tono quasi sconvolto, facendomi ridacchiare.
È assurdo pensare che fino a qualche settimana fa non lo sopportavo. Il dolore fa vedere le persone in tutt'altra prospettiva.
"È un male?"
"Se è tremenda come mia sorella sì!"
Passiamo minuti intensi e divertenti a stalkerare il profilo Instagram di questa ragazza di nome Dilara, fin quando non convinco Max ad accettare l'appuntamento al buio organizzato da Vic.
Sono convinta che anche lui debba distrarsi dalla delusione cocente subita a causa mia e per cui mi sento ancora in colpa.
"E tu? Cosa pensi di fare questo weekend?"
È palese che Max si stia riferendo a cosa intendo fare con Charles, anche se vorrei evitare l'argomento.
Prima o poi però mi toccherà affrontarlo.
L'olandese scuote la testa in reazione al mio silenzio.
"Sai vero che non puoi far finta che lui non esista?"
"E che dovrei fare scusa? Mi ha mollato, ti ricordo" salto subito sulla difensiva.
"Charles è un idiota"
"Avevo intuito questo tuo pensiero qualche mese fa" gli faccio notare con un certo sarcasmo.
"Ma è un idiota innamorato e scommetto due cose"
"Che vuole ucciderti?"
"In primis. E poi che si sarà reso conto di aver fatto una stronzata madornale a lasciarti andare"
Questa sorta di apologia nei confronti della relazione mia e di Charles da parte di Max mi lascia vagamente sorpresa anche se ormai ho capito che questo biondino è una continua novità.
"Ho paura che se avesse cambiato idea io tornei subito tra le sue braccia" ammetto con sofferenza.
So che non sarebbe giusto: Charles non merita tutta la fiducia che mi ostino a dargli.
"Te lo dico sempre Marty, segui l'istinto"
Mi mordo il labbro inferiore.
"E se l'istinto si sbagliasse?"
Max fa un sorriso strano, come se sapesse qualcosa che io non riesco a cogliere, e prende un altro sorso di acqua tonica.
"L'istinto? L'istinto non sbaglia mai"

Chemistry | Charles LeclercWhere stories live. Discover now