20. Carbon

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"Ripetimi perché siamo venuti"
"Perché Maurizio mi ha obbligato"
"E non potevi portarti, che ne so, tua moglie come accompagnatrice?!"
"Infatti il mio più uno è Kimi, non tu!"
"Allora perché cavolo sono qui?!"
"Uh guarda, quello è proprio un esemplare di Charles Leclerc in completo elegante che viene verso di noi"
"Vaffanculo Sebastian, ti odio"
Non ho neanche il tempo di tirargli uno schiaffo al volo che il tedesco si è già dileguato in compagnia del suo bicchiere di champagne.

***

Siamo al Goodwood Speed Festival, in Inghilterra.
Questa domenica si correrà il terzo gran premio in tre settimane e visto tutto lo stress accumulato dal tanto lavoro Maurizio ha ben deciso di spedire me, Kimi e Seb ad uno degli eventi più importanti dell'automobilismo sportivo.
A Goodwood sfilano le macchine che hanno fatto la storia della Formula Uno proprio come questo circuito, poi sorpassato in importanza da Silverstone.
Ma noi non potevamo mica presentarci alla sfilata di auto d'epoca del pomeriggio.
No, ovviamente no, alla Ferrari spettava il gala serale pieno di gente importante con vestiti da duemila dollari.
Maurizio non sa che mi stressano più serate del genere che il lavoro nei box. O forse finge di non saperlo.
Sta di fatto che mi trovo in questo residence meraviglioso, con un vestito veramente stupendo che papà mi ha fatto recapitare per l'occasione e con Charles Leclerc che avanza davvero nella mia stessa direzione. Vi assicuro che solo una di queste tre cose mi fa realmente sorridere, anche se non lo ammetterò mai.
Charles è così dannatamente bello.
Indossa una camicia bianca su cui è sistemato un papillon rosso vino, mentre la giacca di un completo nero gli copre le spalle.
"Sei bellissimo"
"Sei bellissima"
Lo pronunciamo all'unisono, appena siamo distanti un passo, per poi ridacchiare entrambi con lo sguardo basso ed imbarazzato.
"Dimmi la verità, c'è lo zampino di Sebastian e Kimi?" gli chiedo, accennando col capo ai miei due piloti che sostano vicino al tavolo del buffet.
Charles fa spallucce.
"Sapevano che ci sarei stato anche io e speravo ti portassero in effetti"
"Potevi semplicemente invitarmi tu"
Lo scruto con i miei occhi azzurri, mentre lui si attarda a guardare altrove.
Capisco bene quando si trova in difficoltà, evita sempre il contatto visivo.
"Non sapevo se avresti accettato"
"Perché non avrei dovuto?"
"Perché fin quando non sarò in grado di dirti che sono innamorato di te non vuoi avere nulla a che fare con me?" chiede, retorico.
Percepisco subito il fastidio malcelato nel suo tono di voce.
Incrocio le braccia al petto, fregandomene di rovinare il corpetto elaborato del vestito.
"Guarda che..." – lui però m'interrompe.
"Pensavo che ciò che c'è tra di noi fosse più importante di un ti amo. Non ti sto dicendo che non provo nulla per te, Marty, anzi. Ti sto chiedendo soltanto un po' di tempo per chiamare questi sentimenti con il loro nome".
Mi lascia con il fiato sospeso per tutto il tempo in cui parla.
Non importa quante luci, quanti volti ci siano intorno a noi, io guardo soltanto Charles.
Charles che non ha mai mollato un istante pur di avermi accanto a sé, giocando pulito, non come quell'idiota di Max.
Charles, soltanto Charles, il mio Charles.
Mi si fa ancora più vicino ed io continuo a trattenere il respiro. Con una mano mi sfiora la schiena scoperta, noncurante che qualcuno ci veda.
Scommetto che siamo fuori dal campo visivo di Sebastian e Kimi o sarebbe molto più inibito.
"Perché sei così sulla difensiva? Sono io, sono Charles" mi sussurra, preoccupato.
Finalmente butto fuori l'aria e mi rilasso sotto il suo tocco delicato.
Gli afferro la mano.
"Vieni, balliamo"
Decido di trascinarlo sulla pista da ballo, così ho una scusa per averlo più vicino e potergli dire ciò che devo dirgli senza che nessuno ci senta.
Ci muoviamo leggeri su una musica che non conosco in mezzo ad altre coppie molto più grandi di noi.
"Hai scoperto delle cose della mia vita dai giornali e nessuno, tanto meno tu, doveva venirne a conoscenza in questo modo" sussurro al suo orecchio, mostrandomi per la prima volta fragile di fronte a quello che è successo.
"La stampa fa schifo, Marty. Tutto ciò che c'è di contorno in Formula Uno fa schifo. Ma le persone che contano davvero ti vogliono bene indipendentemente dal tuo passato o da come esso sia venuto fuori"
Il suo tocco sui miei fianchi è delicato; sono sorpresa dalla  bravura e dalla facilità con cui Charles mi fa volteggiare per la pista. Sembra un principe, mentre io prego solo di non cadere dai tacchi che indosso.
"Mi sono sentita... violata, tradita nel profondo"
"Lo so ma petite... potevi sfogarti, ti avrei ascoltato, così come ti sto ascoltando ora. Non devi affrontare sempre tutto da sola, Marty"
Sentirgli bisbigliare consigli che ho sempre dato a lui ha un qualcosa di comico e dolce allo stesso tempo.
Gli faccio notare che lui non lo fa mai.
"Beh ho capito che faccio male a chiudermi in me stesso... l'ho capito da quando conosco te"
Suppongo che Charles abbia ragione.
"Vorrei parlarti di mia madre, prima o poi"
Mi sorprendo anch'io nel sentire queste parole venir fuori dalla mia bocca.
Lui mi regala un sorriso comprensivo ed annuisce.
"Anch'io ho tanto da raccontarti"
Per il momento però il discorso cade lì.
Nessun dramma famigliare, nessun litigio sulla nostra storia. C'è silenzio, un silenzio rilassante, riempito solo dalle note della canzone su cui stiamo ballando.
Mi godo finalmente l'abbraccio di Charles e stretta a lui mi sento invincibile, come non mi sentivo da tempo.
Scambio un sorriso con Sebastian con il mento poggiato alla spalla di Charles. È un grazie silenzioso.
Trascorro la serata cenando amabilmente con i membri Ferrari qui presenti e sfruttando ogni occasione buona per cercare il minimo contatto con Charles, anche solo sfiorandolo.
All'università uno dei miei ultimi esami per la triennale è stato quello di chimica fisica. Il mio argomento preferito riguardava la magnetochimica e si trattava della teoria del campo dei leganti. Questa teoria descrive, tra le tante cose, anche la configurazione elettronica più stabile mai scoperta.
Ecco, Charles è la mia regola dei 18 elettroni: è la mia stabilità ed io sono irrimediabilmente attratta dal suo campo magnetico.
Alla fine della serata ci propongono uno spettacolo pirotecnico senza precedenti ed io, con le braccia che cingono uno degli alberi dell'immenso giardino, mi godo i fuochi d'artificio con il naso all'insù, piena di buoni propositi.
Quando l'aria si muove dietro di me non ho bisogno di sapere chi si stia avvicinando.
Charles, senza giacca e con il papillon allentato, mi abbraccia da dietro senza dire nulla e con il viso che sfiora il mio si ferma a guardare il cielo colorato.
L'unica cosa più bella di queste scintille che esplodono in aria c'è solo il volto del ragazzo che amo.
Mi giro, sprofondando negli occhi di Charles che erano già fissi su di me.
Gli accarezzo la guancia con una mano e unisco le nostre labbra in quello che probabilmente è il bacio più dolce che ci siamo mai scambiati.

***

"Sono entrato in Q1! Riuscite a crederci ragazzi?!"
Entro nella hall sabato sera con la voce felicissima di Charles che riempie la stanza, sotto gli sguardi divertiti di Pierre ed Esteban.
"Ehi mister nono posto!" urlo, saltando tra le braccia del mio monegasco, che mi fa fare una giravolta.
Gli altri due francesi scambiano un sorrisetto malizioso.
Noi partiremo secondi e terzi rispettivamente con Seb e Kimi, mentre Lewis da bravo padrone di casa aprirà le danze in pole position.
"Non mi sembra vero..." mormora Charles, rimettendomi giù ma tenendomi comunque stretta a sé.
"Credici perché farai grandi cose" – e ne sono convinta davvero.
Sentiamo un certo baccano e delle voci familiari avvicinarsi; riusciamo a staccarci prima che i due ferraristi, Lewis, Daniel e Max facciano capolino nella hall.
"Vi abbiamo visto, piccioncini" ci prende però in giro il pilota britannico, facendoci arrossire.
"Alla faccia della discrezione..." mormora Esteban a mezza voce, soffocando nelle sue stesse risate.
"Mi merito un abbraccio anche io! Per la pole!" esclama Lewis, allargando le braccia nella mia direzione.
Io scuoto la testa divertito.
"Niente abbracci al nemico"
"Dai! Sono anche più bello di Charles!"
Scoppiamo tutti a ridere, compreso il diretto interessato che non ho mai visto così in imbarazzo.
"Ma non più bello di una Ferrari, non c'è niente di più bello della nostra macchina" mi pavoneggio.
"Tranne Kimi, lui è bellissimo" dice Sebastian, facendo gli occhi dolci al suo compagno, che lo guarda impassibile.
Le nostre risate salgono di un'ottava.
L'unico che non sembra affatto divertito è Max, troppo impegnato a fulminare Charles con lo sguardo.
Peccato che il pilota numero 16 sia un gran signore e faccia dell'indifferenza la sua miglior arma. Sorrido, rimanendo sempre vicina a lui.

***

Charles rimane un signore anche nelle situazioni più critiche, come il suo ritiro a Silverstone. Stava lottando per il settimo posto quando al cambio gomme i suoi meccanici gli hanno compromesso la gara fissando male uno degli pneumatici.
"Sbagliare è umano Marty, sono certa che si siano scusati tutti con lui" mi dice Riccardo, mentre io mi limito a guardare arrabbiata lo schermo tv nei box.
È ingiusto, stava andando benissimo e meritava quei punti. Non possono farlo ritirare così, in questo modo.
Per fortuna a consolarmi è la gara del nostro super Seb, che approfitta alla perfezione di ogni errore di Hamilton e Bottas portandosi in testa.
Perfino Kimi, nonostante la penalità di 10 secondi che ha fatto soffrire tutti, riesce a salire sul gradino più basso del podio.
Sebastian continua a volare via nella classifica piloti così come il team fa nella classifica costruttori, così dopo la gara a Silverstone è tutta una festa rossa.
La soddisfazione per aver strappato dalle mani di Lewis il gran premio di casa non si può quantificare e i festeggiamenti si protraggono veramente per ore, coinvolgendo l'intera squadra.
Riesco a sfuggire ai cori di Marc Gené soltanto per fare una breve telefonata a Charles.
"Ehi piccola"
Mi distrugge sentire la sua voce così mogia.
"Scusa scusa scusa, volevo correre da te ma i ragazzi stanno ancora festeggiando"
"Va bene così Marty, meriti di goderti la vittoria"
"Aspettami in aeroporto, okay? Posso tornare a Monaco con te?"
"Non devi neanche chiederlo"

Chemistry | Charles LeclercWhere stories live. Discover now