26. Iron

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Non avrei mai pensato che di lunedì mattina presto sarei riuscita a svegliarmi con il sorriso.
Forse sarà l'aria di Bologna.
O forse sarà che questa settimana si corre a Monza.
È la mia gara di casa, la nostra gara di casa, praticamente tutta Italia tiferà per la Ferrari e l'atmosfera ci farà dimenticare di tutti i problemi che tormentano il nostro campionato.
Cosa potrebbe andare storto?

***

"No no no no! Cosa ci fate voi qui?! Questo è il mio habitat, il mio campo d'azione, dovete starne fuori!"
I miei fratelli e mio padre non sembrano particolarmente sorpresi dalle mie urla isteriche.
La loro presenza come al solito deve rovinare tutto.
Ecco cosa non mi era mancato per niente: la tenuta di caccia dei Montezemolo a Monza, la villa dove mi hanno relegato per tutte le estati della mia infanzia.
Inoltre il soggiorno qui non mi permette di stare con Charles, Seb e Kimi in albergo.
Non voglio avere la mia famiglia in giro per l'autodromo durante il weekend.
Monza è casa mia, il paddock ormai è casa mia e so che quei tre farebbero di tutto per rovinarmi la gara.
"Mia cara, sono ancora il presidente ad interim, è mio dovere essere qui"
Ignoro le parole di mio padre e continuo a rivolgere sguardi poco carini a Massimo e Marco, che mi fissano quasi divertiti.
"Lo trovate divertente?!" soffio come un gatto.
"Hai paura che ti faremo sfigurare, sorellina?"
"Naturalmente, visto che sono l'unica in questa famiglia a capirci qualcosa di motori. Chiudi la bocca prima di combinare qualche figura di merda"
Marco serra la mascella ed io incrocio le braccia al petto soddisfatta.
La Ferrari è roba mia e nessuno può intromettersi neanche volendo, i miei fratelli di Formula Uno non ne capiscono nulla.
"Smettetela, tutti e tre. Andate a prepararvi, piuttosto"
"Prepararci? Per cosa?"
"Ma per l'evento di questa sera naturalmente! La visita a Maranello sarà solo per i team principal ma guai a dire che la Ferrari non tratta bene i propri ospiti, aspettiamo tutti i piloti per cena proprio qui"
Cazzo, l'evento in collaborazione con Red Bull e Mercedes.
"I piloti? Tutti? A casa nostra?"
Sto boccheggiando senza fiato.
Marco a stento riesce a trattenere l'ennesima risata.
"Martina sei sicura di sentirti bene?"
È seriamente la fine.

***

Mi è capitato di fantasticare su come Charles avrebbe incontrato mio padre in questi mesi ma questo sicuramente non era il modo che avevo immaginato.
Quando gliel'ho detto per telefono il mio monegasco non è sembrato troppo preoccupato.
Dopotutto perché farne un dramma? Papà non sa che siamo fidanzati e sicuramente non lo scoprirà stasera.
Non deve scoprirlo stasera.
I ragazzi stanno cominciando ad arrivare, riconosco la voce inconfondibile di Daniel anche dal piano di sopra.
Sono allo specchio in quella che una volta era la mia cameretta e sto cercando di darmi un'aria presentabile ed elegante per questa dannata cena.
Questa settimana sarà più lunga di quanto mi aspettassi.
Temporeggio, come se dovessi dirigermi al patibolo, ma alla fine la voce di mio padre dalla fine delle scale mi costringe a darmi una mossa.
Come avevo previsto mancavo soltanto io.
Cerco di non soffermare troppo il mio sguardo su Charles per non destare sospetti, ma lui sta così bene in giacca e camicia e non fa nulla per nascondere la meraviglia mentre scendo gli scalini con il mio abito rosso addosso.
Rosso Ferrari, immancabile per l'occasione.
"Finalmente tesoro, temevamo di doverti aspettare per il dessert!" esclama mio padre, divertito.
Ricambio con un sorriso tirato.
Massimo e Marco stanno studiando Charles a distanza ma dagli sguardi che si lanciano sembra che non sia la prima volta volta che si vedono.
La cosa mi insospettisce.
Come fa Charles a conoscere i miei fratelli?
Vorrei tanto chiederglielo ma per ora non mi pare il caso di avvicinarmi, così saluto prima tutti gli altri e mi avvio in giardino affiancata da Sebastian e Kimi.
Loro sono venuti spesso in visita qui su mio invito in questi anni e sembrano a loro agio.
"Lascia che indovini: stai meditando una via di mezzo tra una fuga ed il suicidio"
"Ci prendi sempre in pieno"
Il pilota tedesco fa una risatina e mi accarezza affettuosamente la schiena.
"Ma con Charles?" indaga Kimi, guardingo.
"Non una parola, papà non deve assolutamente sapere di me e lui"
L'occhiata che i miei due piloti si lanciano non mi piace.
È indecifrabile.
Per l'ennesima volta in queste settimane tutti sembrano essere a conoscenza di qualcosa a me sconosciuta. Non sono certa che riuscirò ad arrivare alla fine della serata senza cedere di nervi.
La cena in verità si rivela più semplice del previsto. La mia famiglia e il team Ferrari condividono lo stesso tavolo, quindi posso contare sul supporto dei miei amici, anche se mio padre e i miei fratelli come al solito fanno di tutto per eclissarmi.
Charles è seduto parecchio più in là con tutta l'Alfa Romeo Sauber e le Toro Rosso, così ignorarlo è meno difficile.
Dopo l'ennesimo scambio di occhiate tra lui e i membri della mia famiglia decido che è il caso che qualcuno mi spieghi cosa stia succedendo qui.
Riesco a placcare Charles dopo la seconda ondata di primi piatti tipici emiliani, quando si avvicina al tavolo delle bibite nel cuore del nostro giardino all'italiana.
Ci siamo solo noi, come se ci fossimo cercati a vicenda e trovati nel momento giusto. Dopotutto tra me e lui è sempre così.
Poter finalmente riavere Charles ad una distanza umanamente accettabile è come ritornare a respirare, per tutta la sera non mi ero resa conto che ignorarlo fosse così insopportabile.
Appena il suo viso incontra il mio le labbra gli si piegano in un bellissimo sorriso.
"Piccola!"
Il mio subconscio mi ricorda però di dover essere vagamente irritata con lui.
"Ehi, cos'è questa storia che sembri conoscere tutti i miei parenti?"
Charles fa proprio schifo a mentire, infatti si allarma subito e fa fatica a nasconderlo.
"Amore ma che dici...!"
Il suo tono è troppo nervoso per apparire sincero.
La cosa mi manda in bestia ancora di più.
"Il fatto che perfino tu mi racconti stronzate, Charles, è molto avvilente, lo sai?"
"Ti prego Marty possiamo non litigare almeno stasera? Almeno non qui?"
Stringo i pugni, guardandolo a muso duro.
So che ha ragione, non possiamo fare una scenata davanti a mio padre e a tutto il paddock.
Faccio dietrofront senza aggiungere altro ma per tutto il resto della serata è chiaro che io sia arrabbiata col mondo.
La mia famiglia mi mente. Il mio team mi mente. I miei amici mi mentono. Il mio fidanzato mi mente.
Tutti probabilmente riguardo la medesima cosa. Ed io non riesco a venirci a capo.
È un sollievo vedere tutti i piloti andar via dopo aver bevuto un amaro insieme a mio padre.
Massimo è tornato a casa sua, da mia cognata e i miei bellissimi nipotini, mentre Marco avrà raggiunto i suoi amici in qualche discoteca ignorando l'ora tarda.
Charles mi ha salutato con un bacio sulla guancia che io ho provveduto a far terminare il prima possibile.
Dal terrazzo vedo le cameriere sistemare il giardino anche se il mio sguardo vaga distratto sul cielo di Monza.
Quasi non mi accorgo della presenza di mio padre accanto a me, poggiato alla ringhiera di pietra.
"Cos'è quel muso lungo, Martina?"
"Non c'è nulla, papà"
Anche se non lo guardo in faccia so che un sorriso bonario è stampato sul volto di mio padre.
"Sai bene che ho sempre avuto un certo fiuto per le tue bugie"
Sospiro.
Nascondere qualcosa a Luca Cordero di Montezemolo è praticamente impossibile.
"Come reagiresti sapendo che una delle persone a cui tieni di più al mondo ti nascondesse qualcosa di importante?" gli chiedo con tutta la sincerità e la curiosità del mondo.
"Se quella persona ha la tua fiducia e tiene davvero a te forse ha i suoi motivi per comportarsi così"
"Nessun motivo è abbastanza valido!"
Papà mi abbraccia da dietro, incrociando le braccia sul mio petto.
Era così che guardavamo le gare quand'ero piccola.
"Fidati del tuo papà, Marty"
Poggio la testa contro il suo petto e chiudo gli occhi, sospirando.

***

La domenica a Monza arriva fin troppo velocemente.
Non sono stati giorni facili: le prove come sempre per noi hanno avuto un andamento altalenante.
Kimi, con la sua pole position, ha acceso l'intero autodromo.
Appena uscito dall'abitacolo gli sono saltata in braccio, gridando: "Questa scuderia sarà sempre casa tua!"
Ho le lacrime agli occhi mentre lo dico ed anche se Kimi è nascosto dal casco so che si è emozionato a sua volta.
Una prima fila tutta Ferrari non si vedeva da troppo tempo e l'ottimismo collettivo mi contagia.
La mia famiglia, ospite nei box, resta inaspettatamente al suo posto e mi lascia lavorare in santa pace.
Il sabato sera io e Charles lo trascorriamo in meritata solitudine sul terrazzo della sua stanza d'hotel sorseggiando un prosecco.
Tra di noi si respira una calma piatta, perché finché nessuno tocca l'argomento top secret riusciamo a non urlarci addosso.
Sono convita che questa situazione durerà solo fino alla fine del weekend.
Farebbe meglio a sbrigarsi a parlarmi prima che decida di farlo dormire in giardino una volta tornati a Montecarlo.
Alzo lo sguardo dal pc solo perché avverto i suoi occhi blu scrutarmi intensamente.
"Va tutto bene?" chiedo.
"Sei la mia vita" mi risponde lui di getto, con una serietà che poche altre volte gli avevo sentito nel tono di voce.
Le sue parole mi scuotono, emozionandomi e preoccupandomi allo stesso tempo.
Mi alzo, facendo il giro del tavolino, per accomodarmi sulle sue gambe.
Charles poggia il mento sulla mia testa e mi culla come fossi una bambina, senza dire nulla.
Mi godo il suo buon profumo, in attesa di qualche uragano che so piomberà presto su noi due.
Spero solo che porterà i suoi lati positivi.

***

Farci fregare il gran premio di casa da sotto il naso è un vero pugno nello stomaco.
Come quello di ogni tifoso della Ferrari, il mio orgoglio viene brutalmente calpestato.
Per fortuna il secondo posto di Kimi ci salva la faccia.
Mi sorprende che subito dopo il bagno con lo champagne Charles mi raggiunga sotto il podio, che man mano si svuota: di solito ci vediamo nel suo retrobox per non dare troppo nell'occhio.
E' ancora in tuta e con il casco in mano, con una scintilla troppo luminosa ad illuminargli il viso per uno che ha appena concluso la gara undicesimo.
Lo scruto un po' sorpresa: "Charles? Va tutto bene?"
Il mio monegasco per tutta risposta continua ad avvicinarsi a me pericolosamente, con quel sorriso ad increspargli le labbra che mi fa tremare le gambe per quanto è bello.
"Che stai facendo?" trovo la forza di bisbigliare, persa come sono nelle pozze oceaniche che sono i suoi occhi. Non smetterà mai di farmi quest'effetto.
"E' ora di far vedere al mondo quanto sono innamorato di te"
Non ho neanche il tempo di aggiungere qualcosa che Charles Leclerc mi sta baciando davanti a tutti, sotto il podio di Monza, con la mia famiglia presente.
In me si accende una sorta di fuoco d'artificio e dopo un primo istante di smarrimento mi attacco al suo collo sudato, ricambiando il bacio.
Questo ragazzo è completamente pazzo.
Ed io lo amo alla follia.

Chemistry | Charles LeclercWhere stories live. Discover now