Prologo

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Una bellezza simile Psiche non l'aveva mai vista se non riflessa nelgli occhi smeraldo, nella bocca e negli zigomi di Eros. Il sangue gli si gelò nelle vene, e la donna, anzi la dea, si corresse, se ne compiacque come dimostrava il suo sorriso.

«Ti starai domandando perché mi sono presentata a te con il volto scoperto», Afrodite disse.

«Io...», Psiche balbettò, terrorizzato, si sentiva come il giorno in cui Prassitele gli aveva messo le mani addosso e in cui Eros lo aveva rapito.

Afrodite gli stava davanti e nessun ritratto di uomo poteva davvero rendere giustizia alla sua luminosa bellezza. Non sembrava, però, che tale bellezza fosse accompagnata da un cuore generoso.

«E così sei tu in persona», la dea continuò, «il giovane che osa sfidare la mia bellezza, il mio primato. Inginocchiati», gli ordinò.

Psiche non sapeva cosa fare. Dov'era Eros? Perché non veniva ad aiutarlo? Sentì una forza sovrumana piombargli addosso, costringerlo ad abbassarsi sulle ginocchia. Provò a parlare e solo con grande fatica riuscì ad articolare le parole: «Non ho mai voluto offendervi».

Afrodite fece un cenno con la mano e lo tacitò. «Dicono tutti così», il suo tono era imperioso, senza possibilità di replica. La dea sollevò il suo capo, afferrandolo per i riccioli color miele, fissò i suoi occhi nei suoi. «Sei solo un mortale e per mio figlio sei un capriccio. Non avrai mai la forza di volontà di rispettare i patti. Un giorno, ne sono sicura, solleverai la maschera dal suo volto...»

Amore & Psiche (gay story)Where stories live. Discover now