Parte 37 ~ Riuniti

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Ai piedi dell'Olimpo, su di una radura a cui un pino faceva ombra, sbucavano mughetti bianchi. Era un fiore benaugurate. Si diceva che le sue campanule un tempo avessero raccolto la rugiada sfuggita alle mani delle fate del bosco.

Eros ne sentiva il profumo dolce. Avvolgeva con le sue ali e le sue braccia il corpo di Psiche. «Lo senti?», sussurrò al suo orecchio.

Il giovane socchiuse gli occhi. «Il profumo è come quello che si sentiva qualche volta a palazzo».

«È il fiore dell'amore gentile», disse. Gli occhi di Psiche erano tornati limpidi senza l'asprezza che li aveva offuscati l'ultima volta in cui si erano visti, ma adesso Eros temeva che si spegnessero per sempre. Non lo avrebbe sopportato.

«Zeus farà nascere il nostro bambino, vero?», Psiche domandò, d'improvviso allarmato.

Eros strinse le labbra, il nodo in gola gli impediva di parlare. Posò delicatamente le labbra su quelle di Psiche.

Una folata di vento troppo violenta per la stagione lo indusse a sollevare il capo. Zeus, avvolto dalla sua tunica regale, era lì davanti a loro, impietosito dal dolore di Eros e dal coraggio di Psiche.

«Hai superato la prova, Psiche. Hai portato l'antidoto dal regno di Ade, e per recuperarlo hai sacrificato te stesso. Meriti una ricompensa», il padre di tutti gli dei decretò.

La speranza si riaccese nel cuore di Eros. Vide Zeus fare un gesto con la mano.

«La morte non vi dividerà più», disse per poi scomparire così come era apparso.

Psiche sentì una nuova forza scorrere dentro di sé, gli effetti velenosi dell'antidoto fluivano via, liberavano le sue vene, e lui tornava a essere il giovane che Eros aveva conosciuto. Si mise a sedere, fissò il suo sguardo in quello del dio dell'amore. Gli occhi smeraldo che lo avevano incantato la prima volta che lo aveva visto splendevano luminosi e gli toglievano il respiro per l'emozione.

Eros gli prese il volto tra le mani, lo scrutò a lungo. «Niente ci separerà mai più».

Fu allora che Psiche comprese le parole di Zeus e quelle di Eros. Il padre degli dei gli aveva donato l'immortalità. Psiche non era più un giovane umano, soggetto ai capricci del fato, ma un dio, reso immortale e degno di un altro dio. Nessuno l'avrebbe perseguitato per la sua gravidanza, nessuno lo avrebbe dileggiato per la sua bellezza.

Le labbra dei due innamorati si unirono in un bacio agognato a lungo da entrambi.

«Ti porto nel nostro palazzo, adesso. Lo vuoi?», Eros domandò, dopo essersi allontanato, con la pelle arrossata e gli occhi lucidi.

«Lo voglio», Psiche rispose.

Amore & Psiche (gay story)Where stories live. Discover now