|Capitolo 11|

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Seokjin

Entro nel negozio corrispondente all'indirizzo segnato sul cellulare e mi ritrovo circondato da diverse creature sovrannaturali e un solo umano. Mi guardo velocemente intorno e un senso di sollievo mi pervade, non appena incrocio lo sguardo accogliente di Namjoon. Sorrido leggermente, ma sono obbligato a tornare alla realtà quando il rumore di una porta si apre, rivelando altre due figure. Credo di essere di fronte al branco di Namjoon, tranne per l'uomo che si sta accomodando in uno degli studi.
Namjoon parla per qualche secondo con il suo amico, poi rivolge l'attenzione a me e si avvicina. Mi presenta velocemente ai suoi amici, prima che questi ultimi inizino a parlare tra di loro.

«Ciao» sorride lui, mi fiondo sul suo busto e lo circondo per abbracciarlo. Appena mi accorgo del mio gesto avventato, mi ritraggo immediatamente e mi sistemo le pieghe sui vestiti.

«Mh scusa...io volevo ringraziarti, per essermi stato accanto l'altra sera» dico a bassa voce, vagando con lo sguardo oltre alle sue spalle.

«Che ne dici se ne parliamo davanti ad un caffè? Offro io» cerca di nascondere il rossore sul suo viso, mentre avanza verso di me con sguardo speranzoso.

«Sì, è perfetto» sorrido anche io, prima di uscire dalla porta, accompagnato da lui.

Una volta arrivati alla caffetteria, prendiamo posto in un angolo del locale, così da passare inosservati e avere un po' più di privacy.

«Cosa prendi?» mi chiede, dopo aver studiato per un paio di minuti il menù. Guardo anche io le molteplici scelte, prima di optare per il solito. Appena la cameriera si avvicina a noi, Namjoon ordina per entrambi.

Mentre attendiamo i due caffè, mi torturo le maniche della giacca con nervosismo.
«Se non vuoi parlarne, ti capisco. Vorrei solo sapere se posso aiutarti» chiarisce, rassicurandomi con il suo sorriso angelico.

«La situazione è un po' complicata. Non sono una persona che ama raccontare le proprie difficoltà, anzi. Preferisco di gran lunga dire che va tutto bene, quasi da convincermi io stesso che sia così. Il fatto è che non posso ignorare questo problema»

«Si tratta della tua salute?» si spaventa leggermente, avvicinando il busto al tavolo.

«Grazie al cielo no, però riguarda la mia situazione economica» abbasso lo sguardo verso il tavolino e cerco in esso la forza per affrontare il discorso.

«Spiegati meglio» dice, prima di venire interrotto da una cameriera che ci consegna le ordinazioni.

«Come hai già visto di persona, non vivo in ottime condizioni. Provo a guadagnare più denaro possibile, ma comunque abito in un appartamento misero» inizio a raccontare, mescolando lo zucchero nella tazzina. «Purtroppo non posso più permettermi di vivere neanche lì, perciò ora devo trovare un'altra sistemazione al più presto. Entro la fine della settimana sono costretto a lasciare l'appartamento» concludo, lasciandolo a bocca aperta.

Resta in silenzio per un po' di secondi, probabilmente ragionando sulle possibili soluzioni al problema.

«Posso aiutarti a cercare un altro appartamento e anche un lavoro, se ti serve» mi propone speranzoso.

«Non penso di riuscirci in così poco tempo»

«Non è detto, se vuoi puoi stare da noi per-» lo interrompo subito, volendo cancellare quell'idea anche dalla mia mente. Siamo come sconosciuti, non posso vivere in casa del suo branco.

«Namjoon sei gentile, ma non voglio dipendere da qualcuno»

«Capisco, almeno mi permetterai di aiutarti a cercare un appartamento?» sbuffo leggermente, ormai lontano dal fargli cambiare idea.

𝐔𝐧𝐞𝐱𝐩𝐞𝐜𝐭𝐞𝐝 - 𝐎𝐦𝐞𝐠𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞Where stories live. Discover now