|Capitolo 25|

4.6K 262 149
                                    

                             Namjoon

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Namjoon

Una settimana dopo...

«Bene ragazzi, per oggi può bastare» annuncio, abbandonandomi contro una delle pareti della saletta.

«Ma ci siamo allenati di meno» afferma Hoseok, guardando anche gli altri per ottenere appoggio da parte loro.

«Lo so, ma vorrei parlarvi» continuo, prima di sedermi su una delle sedie e appoggiare i gomiti sulle ginocchia.

«Come sapete, domani sono esattamente nove giorni da quando ho ricevuto quel biglietto. Considerando i possibili significati, l'unica spiegazione plausibile a cui riesco a pensare è un attacco da parte dei cacciatori ed è molto probabile che avvenga domani» inizio a spiegare con serietà, senza distogliere lo sguardo dal pavimento.

«Namjoon che cosa stai cercando di dirci?» domanda Taehyung, avvicinandosi al mio fianco per stringermi una spalla.

«Di essere pronti, ad affrontare un combattimento e...la perdita di persone amate» termino con tono più basso e drammatico.

«Non-» prova a dire Yoongi, ma lo interrompo immediatamente.

«È la verità, dobbiamo essere consapevoli del pericolo. Nel caso in cui i cacciatori decidano di fare accordi, saró il primo a farmi avanti, ma voglio che voi siate pronti. Vi voglio bene, perciò rimaniamo uniti e prestiamo la massima attenzione» concludo, prima di uscire dalla saletta e lasciare gli altri a riordinare.

Raggiungo in fretta le scale dell'appartamento ed entro, per arrivare in camera mia.
Sento alle mie spalle i passi di qualcuno, che riconosco essere Jin dall'odore.

«Namjoon possiamo parlare?» mi richiama, dopo essersi chiuso alle spalle la porta dell'appartamento.

«Certo» cammino fino alla camera e, appena entra anche lui, chiudo la porta per avere un po' di privacy.

«Cosa volevi dirmi?» inizio a sistemare alcuni documenti sulla scrivania, senza voltarmi verso di lui, per non mostrargli la mia vulnerabilità.

«Come stai?» la sua voce sembra incerta e leggermente sconfitta.

«Perché me lo chiedi? Sto ben-» distolgo l'attenzione dai vari fogli sparsi davanti a me e cerco di parlare in tono scherzoso per sottolineare l'ovvio.

«Non è vero, non stai bene e si vede» mi interrompe con determinazione, anche se il suo tono rimane sempre dolce e premuroso.

«Jin non-» mi volto verso di lui, allungando una mano per lasciargli intendere che non c'è alcun problema.

«Dimmi la verità. Ti prego parlami, lo sai che sono qui per te» mi interrompe nuovamente, stavolta avanzando verso di me per afferrarmi entrambi le mani. Mi guarda intensamente, finché non mi accascio sulla sedia davanti a lui e mi perdo ad osservare il vuoto.

𝐔𝐧𝐞𝐱𝐩𝐞𝐜𝐭𝐞𝐝 - 𝐎𝐦𝐞𝐠𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞Where stories live. Discover now