|Capitolo 24|

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                                   Jimin

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                                   Jimin

Una settimana dopo...

Dopo un'ora di preparazione raggiungo finalmente lo studio di Namjoon e suono il campanello per entrare. Aspetto diversi minuti, in cui continuo a suonare, finché non mi appoggio alla porta e scopro che in realtà è aperta. Non è da loro, non farebbero mai un gesto così sconsiderato e pericoloso.
Entro nello studio, le luci sono spente e non percepisco neanche un minimo rumore.

«Ragazzi? C'è qualcuno?» domando ad alta voce, bloccandomi sul posto appena avverto l'odore di sangue.

«Yoongi?» mormoro, guardandomi intorno alla ricerca di qualche indizio, ma tutto ciò che sento è il mio respiro pesante infrangersi nel silenzio totale.

Estraggo di scatto il cellulare dalla tasca e cerco Yoongi tra i contatti, per chiamarlo.

«Andiamo rispondi!» grido, dopo la terza volta che squilla a vuoto. Un rumore violento al piano superiore mi interrompe, sussulto sul posto e allontano il cellulare dall'orecchio.

«C-che cosa...» decido di farmi coraggio e salire nell'appartamento, sperando di trovare la porta aperta. Nel frattempo continuo a chiamare Yoongi, il quale non si degna minimamente di rispondere.

«Yoongi ti prego rispondi!» mi lamento con gli occhi lucidi per le lacrime e i nervi a fior di pelle per la paura.

La porta dell'appartamento è aperta, perciò riesco ad entrare con facilità, anche se il buio mi circonda e l'odore di sangue si intensifica sempre di più. Tremo più intensamente, mentre stringo forte al petto il cellulare.

«Sorpresa! Buon compleanno!» vengo travolto inaspettatamente dalle urla dei ragazzi, i quali finalmente accendono le luci.

«State scherzando?!» grido, portandomi le mani sugli occhi per coprirli, mentre alcune lacrime scendono sulle guance.

«È stata tutta colpa del tuo ragazzo» dice Hoseok, cercando di alleggerire l'atmosfera, e in risposta riceve uno scappellotto da parte di Yoongi.

«Voi siete pazzi» singhiozzo, mentre mi asciugo il viso con le mani e tiro su con il naso. Un senso di leggerezza si impossessa del mio cuore, per fortuna stanno bene e non sono feriti.

«No piccolo mio, non volevamo spaventarti così tanto» mi si avvicina Yoongi, allargando le braccia per abbracciarmi.

«Sei uno stronzo!» lo fermo io con un colpo sul braccio e un cipiglio arrabbiato sul viso.

«Ouch!» si lamenta, portandosi una mano al punto colpito per massaggiarlo.

«Vieni qui» mi ordina con tono affettuoso, anche se cerco di rimanere distante. L'ho già perdonato ovviamente, ma non voglio rendergli tutto così semplice. Ciononostante mi lascio travolgere dalle sue braccia e appoggio la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi per calmarmi.

𝐔𝐧𝐞𝐱𝐩𝐞𝐜𝐭𝐞𝐝 - 𝐎𝐦𝐞𝐠𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞Where stories live. Discover now