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Richie si svegliò di soprassalto. Era ancora soleggiato fuori, e stava morendo di caldo. Tuttavia, non era stato quello ad averlo svegliato. Ascoltando attentamente, Richie cercò di ricordare perché si fosse svegliato, quando lo risentì di nuovo.

Un grido di pietà.

Mettendosi gli occhiali, Richie corse fuori dalla sua stanza, ancora assonnato. Fu allora che vide suo padre sopra sua madre prenderla a calci e a picchiarla.

I genitori di Richie si picchiavano tutto il tempo e spesso si colpivano. Ma questa volta non era come le altre. Suo padre si era approfittato a pieno della situazione, qualcosa che Richie non aveva mai visto. I suoi genitori erano sempre pari quando si trattava di picchiarsi. In effetti, a volte quando Richie si intrometteva si univano per picchiarlo insieme.

Richie era terrorizzato per ragioni che non si sapeva spiegare.

"Papà! Non farlo!" urlo Richie senza pensare, saltando su suo padre per fermarlo.

Con rabbia suo padre lo gettò a terra fermandogli il corpo. Prese una bottiglia vuota sul tavolo della cucina e la lancio a Richie con tutta la sua forza. Lo colpì al ginocchio, e la bottiglia si frantumò facendo volare vetro ovunque.

"Cazzo!" urlò lui afferrandosi il ginocchio per il dolore.

"Non ti saresti dovuto mettere in mezzo" urlo suo padre, sollevando il piede e dandogli un calcio nel fianco.

Richie urlò per il dolore accasciandosi su di esso. Voleva piangere e supplicare che suo padre smettesse, ma non lo fece. Quando fu stato abusato per la prima volta, all'età di 13 anni, si promise che non avrebbe mai pianto per chiedere aiuto o per chiedere a suo padre di smetterla.

Si rifiutò di dare ai suoi genitori la soddisfazione di vederlo debole.

Il padre butto Richie per terra, tenendolo fermo, e provocò numerosi tagli e lividi sul suo corpo. I suoi occhi era infuocati, pieni di rabbia.

Dopo quella che sembro un'ora di tortura, suo padre si annoiò e prese una bottiglia dal frigo prima di andare nella sua camera a sdraiarsi.

Richie si mise seduto cercando di trattenere i gemiti di dolore. Lanciò uno sguardo a sua madre, che non si era mossa dal pavimento.

I suoi occhi erano vitrei mentre fissava suo figlio. Richie non sapeva a cosa stesse pensando.

Lei si avvicinò traballante e si mise vicino a lui. Si appoggiò al mobile e guardò suo figlio.

"Sei una delusione, Richard"

"Beh, tu non meriti di certo il premio per mamma dell'anno" Richie sibilò senza pensare.

I suoi occhi si spalancarono quando si rese conto di ciò che aveva detto. Si preparò per un'altra sgridata, che però non arrivò. Invece la madre lo fissò con disgusto e rabbia negli occhi.

"Sei una delusione. So che vuoi andartene da qui. Vuoi scappare, e sei comunque un peso. Vattene, Richard."

Richie non riusciva a credere a ciò che stava ascoltando. Aveva sempre pensato che sarebbe stato lui quello ad andarsene. Non si sarebbe mai aspettato che sua madre lo avrebbe cacciato.

"Aspetta, mi stai buttando fuori?" chiese piano, sperando di aver sentito male.

"Si, vattene da qui, Richie"

La sua mascella si lasciò cadere. Si precipitò in camera con le lacrime agli occhi. Mise il coltello da tasca in una sacca da viaggio, prima di riempirla di vestiti e di qualsiasi resto di monete che aveva conservato nel barattolo sul comodino. Prese il telefono e gli auricolari e li mise al sicuro nella sua borsa, prima di tornare in cucina dove sua madre sedeva con un'espressione trasparente.

"Un'ultimo tentativo" pensò Richie

"Mi stai davvero buttando fuori, mamma?" chiese piano.

"VATTENE DA QUI, CAZZO!" urlò in risposta

Sì, voleva andarsene. Aveva sempre voluto scappare. Tuttavia aveva sempre voluto farlo con le sue condizioni.

Richie scese le scale dell'appartamento per l'ultima volta, verso la città, ignorando i dolori causati dal pestaggio. Aveva in programma di prendere un'autobus o di fare l'autostop per andare da qualche parte lontano. Non aveva senso restare.

La sua mente era annebbiata e sopraffatta da tutto quello che era successo. Ma non aveva senso. Richie odiava i suoi genitori ma non voleva altro che la loro presenza in quel momento. Almeno questo significava avere un posto dove vivere.

Le lacrime riempirono i suoi occhi. Non prestò attenzione quando attraversò la strada. Ma il rumore di un clacson lo tirò fuori dai suoi pensieri. Richie alzo lo sguardo appena in tempo per vedere un furgone nero sfrecciare verso di lui.

breathe reddie Where stories live. Discover now