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C'era una stanza oltre alle loro camere da letto dove gli adolescenti, nati all'interno di quello mondo strano che ti trasforma in spie e assassini segreti, potevano nascondersi e sentirsi normali.
Quella stanza era dove Eddie usciva con suoi amici e dove Bev raccontava loro del suo passato prima di unirsi all'Hive. Era l'unico posto in cui potevano essere normali adolescenti, non membri di un gruppo illegale in cui dovevano pensare e agire in un certo modo. 

In quel momento quello era anche il luogo un cui i ragazzi stavano aspettando con ansia delle spiegazioni e degli aggiornamenti da Eddie.

Quest'ultimo fece irruzione nella stanza, respirando pesantemente e tremando prendendo una boccata dal suo inalatore prima di sedersi. 

"cosa è successo?" Chiese Bev, sperava davvero che fosse andato tutto bene e che Richie potesse diventare un membro dell'Hive. Sarebbe stata una grande aggiunta al loro gruppo.

"Tutto...è andato...piuttosto...bene," disse Eddie, ansimando le parole. 

"C-che significa?" Chiese Bill. 

Eddie fece un paio di respiri profondi prima di poter parlare normalmente. "Per ora sono fuori dal campo. Ma, devo comunque occuparmi di addestrare Richie e di scoprire per chi lavorava quel tizio del club. Ma tranquilli voi ragazzi non siete nei guai." 

"Beh, allora non siamo fuori dal campo?"  Chiese Mike, indicando se stesso, Stan e Bev.

"No? Perché dovreste esserlo?"

"Siamo una squadra, Eddie! Se sei fuori, dovremmo esserlo anche noi, giusto?" Disse Bev. 

"Tornerò, è solo temporaneo."

"Ancora!" Esclamò Stan, e gli sguardi di tutti si rivolsero verso di lui. Raramente lui si lamentava delle regole, ma quando lo faceva era piuttosto pesante.

"Ragazzi, va bene. Ora, se mi volete scusare, devo andare a prendere Richie" disse Eddie, alzandosi e camminando verso la porta. 

"Lo riporterai qui, vero?" Chiese Ben.
Parlò con Richie solo per circa quindici minuti, ma gli piacque subito la sua natura scherzosa e il modo in cui tutti sembravano rilassati con lui. 

"No, incontriamoci in laboratorio. Vogliono che venga analizzato e informato. Prepara i test" disse Eddie, facendo un gesto a Bill e Ben prima di lasciare la stanza. 

Non appena se ne andò, Bev tirò fuori un taccuino e una penna dalla sua tasca. 

"Okay, quanti giorni scommettete ragazzi?" chiese lei, scrivendo tutti i loro nomi su un foglio. 

"Tre" disse Stan, mordendosi le unghie.  "Io dico fino alla fine di oggi" disse Mike. 

"Aspettate.Per cosa state s-scommettendo?" Chiese Bill, prendendo il quaderno da Bev e leggendo nomi e numeri.

"Stiamo scommettendo su quanto tempo impiegheranno Richie ed Eddie a rendersi conto che sono fatti l'uno per l'altro" spiegò Bev, riprendendosi il suo quaderno.

"Ma, stare insieme? O semplicemente limonarsi?" Chiese Ben, sapendo che Eddie non avrebbe mai ammesso di provare alcun sentimento per Richie fino alla settimana successiva.

"Baciarsi ovvio. Sappiamo tutti che Eddie non ammetterà i suoi sentimenti fino al mese prossimo" disse Mike, come se stesse leggendo nella mente di Ben. 

"C-cosa prendono i v-vi-vincitori?" Chiese Bill.

"Saranno i primi a poter prendere in giro Eddie quando alla fine si deciderà di accettare il fatto che gli piace Richie. Inoltre, vantarsi dei diritti su chi conosce lo conosce meglio."

Ben e Bill sorrisero entrambi brillantemente. "Allora conta su di noi."

...

Richie aveva finito da tempo il cibo che Stan gli aveva portato e giaceva nel suo letto. Non c'era niente da fare nella stanza, e non riusciva a pensare ad altro che il destino all'interno di quel posto.

Si sentì un toc, lo stesso che aveva sentito prima che Stan entrasse nella stanza. Richie si sedette sul letto, mentre la porta si apriva, e si scioccò nel vedere chi entrò.

"Eds? "

"Ehi, Richie" disse Eddie con un piccolo sorriso.

Richie voleva davvero essere incazzato. Era ancora arrabbiato con Eddie per avergli urlato contro, ma il sorriso sul suo volto gli fece venire voglia di abbracciarlo e dirgli quanto gli fosse mancato.

"Che ci fai qui?" Chiese Richie, cercando di comportarsi come se non gliene potesse importare di meno.

"Ho fatto un accordo con i miei superiori. Beh, in realtà è tecnicamente una punizione."

"È questo il tuo modo stravagante di dirmi che mi ucciderai, Eds?"

"No" disse Eddie, sedendosi accanto a Richie. "Devo addestrarti ad essere uno di noi."

Richie inarcò le sopracciglia. "Aspetta, cosa?"

Eddie scosse la testa e ridacchiò, un suono che fece desiderare a Richie di gridare di gioia per quanto fosse carino. "Dai, ci sono alcune cose regolamentari che dobbiamo esaminare, poi ti farò vedere la tua stanza."

"A meno che non la condivida con te Eds, ne sarei felice" disse Richie facendogli l'occhiolino, cercando di nascondere quanto fosse nervoso. "Beep beep, Richie" disse Eddie arrossendo.

"Lo dirai ancora?"

"Sì. Dai, vieni" disse Eddie, prendendo la mano di Richie e guidandolo lungo il corridoio verso il laboratorio dove Bill e Ben trascorrevano la maggior parte del tempo a lavorare. Nessuno dei due lo aveva mai menzionato e Richie garantì che Eddie lo avrebbe probabilmente negato, ma non hanno mai smesso di tenersi per mano.

breathe reddie Where stories live. Discover now