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Eddie condusse Richie nella sua stanza.
Il silenzio che si era creato non era confortevole come lo era stato la sera prima. Invece, a Richie venne la pelle d'oca e i brividi gli percorsero la schiena. Pensò che Eddie gli avrebbe immediatamente detto il motivo per cui era arrabbiato e che cosa avesse fatto di sbagliato, ma rimase in silenzio.

Non si guardarono; gli occhi di Eddie erano puntati sulle sue mani mentre era seduto sul letto, e Richie si appoggiò al muro, fissando i suoi piedi.

Eddie non era sicuro di come iniziare. Nulla di ciò che era accaduto era colpa di Richie. Era appena entrato ed il più piccolo sapeva di aver fatto un casino facendo probabilmente pensare a Richie che fosse colpa sua.

"Per quanto mi stia divertendo, mi piacerebbe arrivare ad una conclusione. Sono sfinito e vorrei andare a dormire" disse Richie con un sorriso falso.
Non voleva stare in un silenzio imbarazzante e in qualche modo far incazzare ancora di più Eddie. In realtà, non voleva altro che correre nella sua stanza e nascondersi dal mondo e dalla nuova vita in cui era bloccato.

"Volevo solo scusarmi" borbottò Eddie con le braccia incrociate.

Richie inarcò un sopracciglio. "Che cosa?"

"Sì, volevo scusarmi. Sono stato uno stronzo tutto il giorno, so che questo ti ha sconvolto, e mi dispiace davvero."

"Aspetta, ti stai scusando? Con me?" Chiese Richie, confuso. Dove cazzo era finta tutta la rabbia che aveva questa mattina?

Eddie alzò gli occhi al cielo. "Sì, sono dispiaciuto! Perché cazzo non dovrei esserlo?" Urlò e Richie indietreggiò ancora di più, in piedi proprio accanto alla porta.

"Che cosa ho fatto per farti arrabbiare, Eds?" Chiese Richie, sembrando preoccupato.

Eddie si sentì cadere il cuore. Dio, aveva fatto una cazzata. Per tutto il giorno aveva pensato che Richie si sarebbe incazzato con lui se lo avesse ignorato. Eppure, Richie, aveva incolpato se stesso e pensava che quello ad aver sbagliato, fosse lui.
In quel momento l'unica cosa che Eddie volesse fare, era buttarsi giù da un ponte, o seppellire se stesso in una buca.

"Non hai fatto niente di male, Richie."

"Devo aver fatto qualcosa. Nessuno decide di far dormire una persona nella propria stanza una notte, e poi rifiutarsi di parlarci per tutto il giorno. Devo per forza aver fatto qualcosa" disse Richie.

Eddie odiava il fatto che Richie fosse così arrabbiato. Odiava che lo avesse fatto arrabbiare lui. Odiava il fatto che Richie stesse mostrando il suo lato premuroso, e questo gli faceva ancora più perdere la testa.

"Non hai fatto niente di male" sussurrò Eddie, tirando le gambe al petto.
"Non piangere, non piangere, non piangere;" ripeté nella sua testa. Se si fosse emozionato, Richie si sarebbe sentito male, e non aveva alcun motivo per farlo. La colpa era tutta di Eddie.

Richie era confuso e incerto su come affrontare ciò che stava dicendo Eddie, ma decise di non andarsene. Si avvicinò al suo letto e si sedette accanto a lui, incrociando le gambe. La faccia di Eddie era sepolta nelle sue ginocchia e Richie sospirò. Mise delicatamente una mano sotto il mento di Eddie e gli fece mostrare il viso. Le sue guance erano macchiate di lacrime e gli occhi erano rosso sangue.

"Perché sei così arrabbiato? Cos'è successo?" Sussurrò Richie.

"Mi dispiace. Ho sbagliato. Non hai fatto niente di male, ho fatto un casino" rispose Eddie con la voce rotta.

Richie non sopportava di vederlo piangere. Si sdraiò sul letto, si mise su un fianco e tirò Eddie a giacere accanto a lui in modo che si trovassero uno di fronte all'altro."Perché hai fatto un casino? Cos'è successo?"

"Mio padre mi ha detto che non dovrei scegliere tra il mio lavoro o qualcuno a cui tengo, ma non ci credo. Richie, non possiamo stare insieme. Mi piaci davvero, ma non possiamo. Il mio lavoro è sempre stato qui, per me, e non posso permetterti una distrazione" disse Eddie, le lacrime che gli scendevano sulle guance.

Richie rimase in silenzio per un secondo, ma non era pronto a lasciarlo."Eds, allora la perché hai lottato così tanto perché io lavorassi qui?"

"Perché non hai fatto nulla di male e ti ho trascinato io in tutto questo."

"Sì, ma se avessero detto di no? E se mi avessero condannato a morte? Cosa avresti fatto?"

Eddie lo fissò senza espressione. Sbatté le palpebre e il suo pianto sembrò fermarsi un po'. "Ti avrei aiutato a scappare" sussurrò.

"Non va contro il tuo lavoro? Contro l'Hive?" Eddie annuì, chiudendo gli occhi così non dovette guardare Richie.

"Apri gli occhi, Eddie" disse Richie con un sorriso.

Eddie obbedì. "Si?" disse piano, con la voce acuta a cause delle lacrime che tratteneva.

"Avresti tradito il tuo lavoro per tenermi in vita?" Chiese Richie speranzoso.

Eddie annuì. "Sì. L'avrei fatto, ma non cambia nulla. Non possiamo stare insieme."

Richie sentì i suoi occhi bruciare ed emise un respiro tremante prima di sedersi. "Mi dispiace. So che non esiste una regola contro questo, ma se questa 'distrazione' è così sbagliata per te, allora potremmo anche non stare vicini. Mi piaci davvero, Eddie, e voglio stare con te, ma non aspetterò se non mi vuoi."

Eddie emise un singhiozzo rotto mentre Richie si alzava per andarsene. Si odiava per averlo lasciato andare, ma non riuscì a muoversi. Era come paralizzato. Le gambe erano rigide sul letto. Le labbra gli tremavano, mentre mille lacrime gli volavano dagli occhi.

Eddie si lasciò andare, non per tristezza, ma per rabbia. Non era colpa di Richie, niente di tutto questo. Ad Eddie piaceva e non voleva altro che stare con lui, ma non poteva.

Sentì la porta della sua stanza aprirsi e qualcuno entrò, sentì il peso di un altro corpo alla fine del suo letto. Alzò gli occhi, sperando che fosse Richie, ma vide Bev che sedeva, sembrando sia arrabbiata che delusa.

"Non sono dell'umore giusto per una lezione" disse, soffocando un singhiozzo.

"Peccato. Eddie, ti conosco da nove anni, e ti rispetto, ma sei un fottuto idiota" disse Bev. Eddie poté vedere il fuoco nei suoi occhi.

"Perché nessuno capisce che non possiamo stare insieme tranne me ?! È contro le regole ed è fonte di distrazione!" urlò, diventando più arrabbiato.

"Non è contro le regole! Non lo è! Sei così fottutamente ingenuo Eddie! Gli piaci e ti vuole, e tu gli piaci e lo vuoi! Puoi sia fare il tuo lavoro e stare con lui! Guarda i genitori di Bill! Perché cazzo hai così paura?!" urlò Beverly e la sua voce echeggiò nella stanza. 

"Non ho paura!"

"Allora perché ti stai trattenendo?" 

Eddie la guardò a bocca aperta, lacrime si riversavano negli angoli dei suoi occhi. Quello che aveva pensato fino a quel momento in un secondo gli sembrò senza senso. Richie gli piaceva. A Richie piaceva. Gemette e sbatté la faccia sul cuscino. 

"Non sto dicendo che devi parlargli, ma dovresti fare i conti con te stesso, o questo sentimento ti mangerà dentro."

Eddie sentì la rossa andarsene, poi si alzò in piedi. Sentiva la luce negli occhi dopo il pianto e non riusciva a respirare molto bene, ma non si fermò. Afferrando il suo inalatore, Eddie uscì dalla sua stanza e si diresse verso quella di Richie.

breathe reddie Where stories live. Discover now