Tredici

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Dorofey

Trattengo un sorriso, il fatto che l'ho beccata mentre mi fissava - mi fa divertire.

Porta gli occhi sullo schermo e fa finta di guardare il film.
Con la coda dell'occhio la vedo portarsi alla labbra la tazza e sistema una chioccia di capelli dietro l'orecchio.

I suoi capelli castano chiaro, lunghi, mi piacciono.
Nel suo modo di fare, come parla, riesco a vedere Allison.
Soprattutto nel suo sorriso, come le sue labbra carnose si stendono e lentamente si aprono per mostrare i denti perlati.

Lei e Allison sono troppo diverse fisicamente, solo le labbra hanno uguali e anche il colore degli occhi.
Marrone.
Un colore caldo, confortevole, pieno.

Poso la tazza ormai vuota sul tavolo e sento i suoi occhi addosso.
-Vai via? -dopo la sua domanda giro la testa nella sua direzione.
Tiene la tazza con le due mani vicino al petto, il cuscini sulle cosce e gli occhi puntati sulla mia figura.
-Tu vuoi? -la provoco, per sentire la sua risposta o vedere la sua reazione.

Non so, ma mi piace la sua attenzione su di me.
Mi piace quando i suoi occhi mi fissano, perché il modo come guarda è particolare.
Mi guarda come se vuole tirare fuori tutti particolari, tutti dettagli.
Ma non è Allison.

-Se non hai da fare... Mi farebbe piacere la tua presenza. -usa una voce bassa, e sposta gli occhi sullo schermo.

Muovo il ginocchio e per sbaglio tocco il suo che era troppo vicino al mio.
Non so come cavolo spiegare, ma la voglia di sfiorare ancora i nostri ginocchi mi porta ad aprire di più la gambe.
Mi appoggio allo schienale e guardo dritto lo schermo ormai nero con le scritte bianche, segno che il film è finito.

-Era bello. -dico e mi giro nella sua direzione e lei fa lo stesso guardandomi in viso, con il suo modo di osservare - rimango e guardare le sue pupille spostarsi in ogni angolo della mia figura.
-Se fossi stato il solito badboy di avrei chiesto: "Ti piace quello che vedi? ", ma non lo sono e non sono mezzo nudo. -dico divertito, ma non ricevo la reazione che in realtà mi aspettavo.

Scoppia a ridere, e la stanza si riempire dalla sua voce alta.
È la prima volta che ride cosi - in mia presenza.
Mi ha sempre e solamente regalato un leggero sorriso, ma questa sua reazione mi ha davvero lasciato senza parole.

Ha anche una risata contagiosa, scoppio a ridere dopo di lei.
-Forte. -dice dopo aver tolto una lacrima dall'angolo dell'occhio.
-Entri di più sui uomini d'affari. -dice dopo poco, con ancora il sorriso smagliante sulle labbra.

Si gira verso di me con la gambe incrociate, cosi da avermi di fronte, io metto una gamba sul divano piegata e l'altra per terra, e appoggio l'avambraccio sullo schienale del divano.
-Dimmi qualcosa di te. -dico appoggiando la testa sul palmo. Sorride di poco e sistema la chioccia di capelli dietro l'orecchio.

-Da dove posso inizia... -guarda il soffitto con fare pensieroso. - ...okay, mi chiamo Maisy, ho ventitré anni e sono di Boston. Sono figlia unica e non ho mai sentito la mancanza di una sorella o un fratello. A dire il vero mi è sempre piaciuto avere tutta casa per me, non dover dividere i giocattoli, o il gelato. I miei genitori sono stati sempre accanto a me, in tutto e per tutti. Hanno un piccolo bar in centro città, lavoravo lì. Era il sogno dei miei genitori e sono onorato nell'aver lasciato la mia impronta in quel posto. Si chiama "Maisy's book-caffè".
È li che ho imparato a fare un buon caffè, e il cappuccino speciale con latte e tanto amore... -spiega con il viso che brilla e gli occhi luccicanti. Stringe il cuscino - ...Mia madre fa i biscotti e le crostate migliori di tutta Boston.
Ed è lì che ho capito di essermi innamorata, dopo tempo che stavamo insieme. Quel giorno quando ho sentito il campanello suonare, segno che un altro cliente era entrato, lo visto. La cuffia nera coperta da piccoli fiocchi di neve, la scarpa che li copriva la bocca e il naso, e con una mano dentro la tasca del giubbotto e l'altra sulla maniglia grigia della porta di vetro.
Ho sentito il cuore battere cosi forte ed è li che ho capito che ero innamorata di lui, le sue parole "Non sapevo che anche all'inverno ci sono fiori in giro"... -sorride a quella frase, ma poi il suo sguardo diventa cupo e vuoto, il suo viso diventa triste, o forse è dolore?!

Prende un profondo respiro, lascia il cuscino sulle gambe e posa gli occhi su di me. - ...È da un anno che viaggio in cerca di un posto, un posto che posso veramente chiamare casa. Dove anche all'inverno posso sentirmi calda. Ora mi trovo a New York, una città nuova, dove ho trovato un lavoro, una casa temporanea, e ho conosciuto nuove persone simpatiche. -mi guarda negli occhi e sorrido. -Ho conosciuto anche un "badboy d'affari". -alza e abbassa le sopracciglia giocosa facendo le virgolette sull'ultima parola e poi scoppia a ridere, seguita da me.

Guarda le sua labbra mentre sorride, e poi passa la punta della lingua per inumidirle.
Comincio a giocare con una chioccia dei suoi chiari capelli e sento i nostri corpi vicini.
Riesco a sentire il calore che emane il suo corpo e sento il mio rilassarsi. Mi sento bene, cosi vicina a lei.
Alza gli occhi sui miei e mi affondo in quel mare cioccolato, vedo il suo piccolo naso all'insù leggermente rosso. -Hai freddo? -chiedo con la voce bassa. -Un pochino... -sussurra e il suo alito caldo che sa di cioccolato mi accarezza la pelle delle labbra.

-Ti prendo la coperta. -annuisce sorride mentre si stringe di più sulle spalle.
Mi alzo e percorro quel stretto corridoio per andare nella ex camera della mia ex fidanzata ufficiale.

Sento il cuore battere forte in mezzo ai polmoni e stringo le mani in due pugni.

Io amo quella donna tutt'ora.
E so benissimo che sembrerei un idiota, ma se lei tornasse di nuovo io acceterei di sposarla - di nuovo.
Perché nessuno riesce a resistere alla forza dell'amore.

Entro in quella piccola camera, rimasta com'era quando Allison era la proprietaria.
Con la speranza di sentire il suo profumo, ma no.
Se Allison profumava di crema pasticceria e biscotti al cioccolato, Maisy profuma tutto diverso.

Il profumo di lavanda mi entra nelle narici.
Prendo la coperta e senza volere faccio cadere una piccola cornice nera sul tappeto vicino al letto.
Mi abbasso e la prendo per poggiarla al suo posto.

Una fotografia, riesco a riconoscere Maisy, credo all'età dell'adolescenza, con alla sua destra un ragazzo riccio e alla sua sinistra due adulti, presumo i suoi genitori.
Maisy in questa foto, ha un sorriso cosi grande che arriva fino alle orecchie, gli occhi socchiusi e tiene a braccetto il ragazzo dai capelli neri e occhi azzurri, lui guarda Maisy e sorridere in modo dolce.

Forse è il ragazzo di cui stava parlando prima?!

Lo metto al suo posto quella piccola cornice e esco dalla stanza con la coperta arancione in mano.

-Ecco. -corpo il piccolo corpo della ragazza seduta vicino a me e mi copro anch'io un po. -Grazie. -dice e si mette comoda guardando un punto nel vuoto. -Ti mancano? -chiedo e intendo la sua famiglia.
-E da un anno che non li vedo. -afferma malinconica. -Andrai per le feste? -so che magari non dovrei chiedere, ma voglio che si apra. -Non credo. Non voglio. -mi guarda e mi sembra che per un istante i suoi occhi fossero lucidi.

-Se questo ti può far sentire meglio, neanche io andrò in Russia dai miei genitori. -sorrido leggermente.
-Possiamo festeggiare insieme. -propone con gli occhi dolci. -Non sarebbe male. -accetto e mi avvicino al suo corpo minuto.

Ho bisogno di un contatto fisico.
Metto una mani sulle sue spalle e la avvicino di più al mio petto.
-Che stai facendo? -chiede con voce strana - credo che si senta in imbarazzo.

-Shtt... -

ESCAPEHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin