Ventisei

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Dorofey

Guardo le scartoffie sopra la scrivania e per un attimo chiudo gli occhi.
Lascio la penna sopra la scrivania di legno e massaggio le tempie.
Gli occhi iniziano a pizzicare per la stanchezza e la testa pulsare.

Il bussare della porta mi obbliga ad aprire gli occhi e con un avanti appena sussurrato vedo entrare il mio avvocato.
-Dorofey. -mi saluta con un gesto del capo e si siede sulla poltrona grigia davanti alla scrivania.
Un uomo sulla cinquantina, capelli grigi, barba grigia, un po' bassino ma magro e in forma.

Non è solo il mio avvocato, ma anche un vecchio amico di famiglia.
Mio padre e lui andavano alle superiori insieme.
Anche lui è russo.
-Come ti senti?! -mi guarda con i suoi occhi azzurri e con una linea dura sulle labbra.
-Stanco. -ammetto.
È difficile per me ammettere che sono stanco o seccato.

Lo vedo annuire con la testa e prende una penna dal portapenne sopra la superficie liscia.
Inizia a giocare e girarla nelle dita e noto un piccolo sorriso sulle sue labbra.
Uno di quei sorrisi divertiti.

-Da quanto tempo è che... -inizia a parlare con la sua voce ruvida.
Alzo un sopracciglio e lo guardo in modo di sfida.
Nella sua barba si nasconde ancora quel sorriso odioso e mi guarda a sua volta negli occhi.
-Da quanto tempo è che non ti fai una scopata rilassante? -il suo ghigno non sparisce e alzo gli occhi al cielo.
-Vecchio pervertito. -dico a bassa voce, ma alta abbastanza da farglielo sentire.

Prendo il mouse in mano e ignoro la sua domanda iniziando a lavorare.
-Posso essere anche vecchio e anche pervertito... -fa una piccola risata e si sporge in avanti come per dirmi un segreto.
-... E sono anche in grado di riconoscere un uomo che non ha toccato fica per un po' di tempo. -mordo il labbro inferiore per trattenere una risata per il suo linguaggio esplicito e non sposto gli occhi dallo schermo.
-E tu Dorofey sei tra quelli. -scoppio a ridere ad alta voce e lascio tutto quello che stavo facendo per guardare il vecchio davanti a me.
Ride a sua volta, ma poi torna serio.

-Come ti senti, ora?! -chiede con un viso che non esprime nulla, le mani unite sulla scrivania mentre ancora gioca con la penna.
-Beh... Non posso dire che sto a meraviglia... Ma posso dire che mi sto riprendendo a passo svelto. -lascio un lungo sospiro dai polmoni e lo guardo nelle iridi chiare.
-Mi sono ripreso. Certo non posso dimenticare tutto quello che è successo, me posso dire che ormai la cosa non mi fa soffrire più. Non so se sono ancora innamorato di lei, questo non posso saperlo, ho la mente confusa. Ma posso dire che faccio a meno di lei. -sorrido alle mie stesse parole, e per i progressi che ho fatto.

Non soffro più.

-E ora?! C'è qualche altra donna?! -chiede appoggiando la schiena sullo schienale della poltrona, senza staccare gli occhi dai miei.
-Si. -il pensiero va da Maisy, la bionda bella che mi fa impazzire.
-C'è una donna. Una bellissima ragazza che è stata con me sin da subito. -annuisce.
-Ti piace?! -chiede ancora.
Sento il cuore battere forte nel petto.
Lo stomaco andare in confusione e la mani tremano.

Se dico ad alta voce quello che penso, allora tutto prenderà forma e diventerà vero.

-Mi piace. -con i palmi sudati gratto il mento per il nervoso e allento il nodo della cravatta.
-A lei piaci?! -
-Non lo so. Cioè... Credo di sì o almeno spero... -abbasso il capo sulle mie mani e chiudo gli occhi.
-Hai ventisette anni Dorofey ormai dovresti capire quando una donna è interessata a te o meno. Su ragazzo non chiudere gli occhi davanti alla verità. Se lei è interessata non aspettare buttati e non pensarci molto. -
-Come ho capito quanto fosse interessata Allison?! -chiedo ironico e faccio un sorriso di puro sarcasmo.
-Lei era un altra cosa. Le hai chiesto di spostarti e ha risposto di sì, anch'io ci sarei cascato. -annuisco e guarda fuori dalla finestra.

ESCAPEWhere stories live. Discover now