Ventidue

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Maisy

Sorrido leggermente e lui entra in casa con un sorriso felice sulle labbra, su quelle labbra che ora hanno preso il loro colorito normale, un rosee bellissimo.
Stende le labbra mostrando i denti candidi e i suoi occhioni azzurri mi scrutano in ogni centimetro del mio corpo, mettendomi in imbarazzo.
È da tempo che non ci vediamo.
Due anni.

Non riesco a comandare le mie gambe che camminano verso di lui e lui verso di me.
Il tempo si ferma quando mi trovo di fronte a lui, troppo vicini.
Sembrerei una scema, un idiota agli occhi degli altri.
Sembrerei una donna senza rispetto per sé stessa in questo momento, ma a volte il cuore fa quello che sente.

Il contatto delle nostre labbra, è la cosa che mi è mancata tutto questo tempo. Mi è mancato, cazzo e lo ammetto.
Lo tiro più vicino a me mettendo le mani a coppa sulle sue guance e lui stringe i miei fianchi per scontrate i nostri corpi.
Mi bacia lentamente, succhiando il labbro inferiore e poi lo tira con i denti.
-Ti devo ricordare di nuovo delle scarpe? -alzo un sopracciglio e lui sorride sulle mie labbra.
-Hai ragione. -si stacca e va verso il mobile vicino all'entrata per toglierli, e la stessa cosa fa con il giubbotto.

Appoggio la schiena al muro freddo e lo guardo in tutta la sua bellezza, ritorna da me cercando ti trattenere un sorriso mordendosi il labbro inferiore.
-Dov'eravamo rimasti? -chiede poggiando di nuovo le mani sui miei fianchi.
-Ti rinfresco la memoria. -soffio sulle sue labbra gonfie e unisco di nuovo le nostre bocche questa volta unendo anche le lingue calde che si cercano e si legano una all'altra.
Metto le mani sulle sue spalle, poi inzio a sfiorarli il collo con le punte delle dita.

La sua mano va dietro la mia schiena e sale sempre più su fino ad arrivare dietro la nuca e tirarmi leggermente i capelli.
Mordo il suo labbro inferiore e lui il mio labbro superiore.
In una mossa veloce mi tira da sotto il sedere e incrocio le gambe intorno alla sua vita e aderisco la schiena al muro.
Stringe forte le mie chiappe e gemo nella sua bocca che succhia la mia con tanta decisione.

Porta una mano sul mio collo e inizia a scendere sempre più giù, fino ad arrivare alla scollatura del vestito.
La pelle mi si riempie di brividi, ma non per il freddo.
Porta la mano sotto la stoffa morbida a stringe tra le dita il mio seno prosperoso.
-Ah... -mi allontano dalla sua bocca per baciare il suo collo e lui fa lo stesso, succhiando la mia pelle fino a farmi male.
-Dov'è la tua stanza? -chiede con voce roca e inarco la schiena quando porta di nuovo la mano sotto la stoffa per stringere il capezzolo duro, che si può intravedere da sopra il vestito.
-In fondo al corridoio la porta a sinistra. -dico affannosa, e lo stringo con le braccia, quando butta la sua bocca in mezzo allo spazio tra i seni.

Segue quello che ho detto e appena entra, con me in braccio chiude la porta con un leggero calcio.
Mi butta sul letto in modo rude e sale anche lui mettendo una gamba in mezzo alle mie.
-Cazzo! -non è cambiato per nulla, anche prima diceva sempre così quando era eccitato.
Mordo il labbro inferiore quando le sue labbra baciano le mie labbra, poi il mento, fino al collo, e poi in tutta la scollatura.
Mi abbassa il vestito dalle spalle e lascia i miei seni nudi, chiudendoli nelle sue grandi mani e palpandoli letteralmente mandando il mio autocontrollo in fumo e cenere.

Tiro il bordo del suo maglione e lui mi aiuta a toglierlo, poi scendo sulla cintura dei jeans velocemente.
Morde il labbro inferiore guardandomi da sopra mentre io sbottono i suoi pantaloni e abbasso la cerniera.
Guarda le mie tette, e senza rompere il contatto visivo lecca un capezzolo, e lo morde e passa di nuovo la lingua.
Inarco la schiena, e metto le mani tra i suoi ricci ribelli.
Con la mani inizia ad abbassarmi sempre più giù il vestito fino a togliermelo lungo le gambe. Mette le mani nei miei fianchi, si posiziona in mezzo alla mie gambe  e di conseguenza io le allargo.

ESCAPEWhere stories live. Discover now