12-I Guess Some Queens Don't Need A Crown

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Sabato 10 Ottobre
1.18 A.M.

Pov's Louis

<Mi sentivo come Michelangelo dopo aver dipinto la cappella sistina. Lui si ritrasse nella pelle del corpo martirizzato di San Bartolomeo, ma oltre a prendere in prestito la sua identità per firmarsi, egli volle comunicare agli sguardi più attenti come si sentiva davvero dopo tutte le critiche e le voci che lo avevano tormentato durante il suo più grande operato. Non ero più me stesso. Ero perso. Un guscio vuoto e avevo anch'io l'ambizione di provare le stesse emozioni non volendo più nascondermi nei singhiozzi e nelle tossi soffocate ma dando un nome e una definizione al dolore che mi lacerava. Perché non c'è modestia nell'ammettere di essere deboli e provare sofferenza>

Le parole escono leggere, cadenzate e pacate grazie al tono che possiede solo lei, ma il loro significato fa venire i brividi, ti sconvolte gli organi interni quasi come ti stessi innamorando ogni fottuta volta che un nuovo pensiero viene espresso a voce.

<Cristo Ana> esclamo portandomi le mani a coprirmi il volto sia per nascondere il luccichio che illumina gli occhi scacciare via anche il velo di stanchezza che li appesantisce.

Fare le ore piccole negli ultimi mesi significava andare a dormire, magari nel lettone in compagnia di mio figlio verso le 22 o massimo le 23, di certo non ero più abituato a queste nostre "sedute" prolungate fino a notte fonda o almeno, finché uno dei due non si addormenta per prima.

<Questo non è niente, se vuoi ho anche Lucifero da qualche parte> continua a svogliare con delicatezza le pagine del suo diario ricercando il pezzo giusto da espormi.

La osservo minuziosamente senza che se ne accorga da ore, se pur siamo entrambi a malapena illuminati dalla luce fioca del camino e la lampada da terra che tiene nel salotto. Riprendo ad accarezzarle i capelli, prima che mi renda conto di cosa effettivamente mi abbia detto.

<Ti sei sentita anche come lui?> chiedo intrecciandole una ciocca in maniera così scombinata che se la vedesse mi strangolerebbe all'istante, così i affretto a scioglierla e pettinarla dolcemente.

<Non fingere di esserne sorpreso, io sono stata Lui e ne ho pagato le conseguenze> mi rammenta rimproverandosi ingiustamente.

<Quello che ti è successo non era di certo il karma che ti faceva pagare le tue colpe, lo sai quanto me>

Non posso sopportare che si giudichi in questo modo considerando la sua "punizione" un modo per ripagare gli anni in cui è stata stronza ed egoista con chi non amava. Non è nemmeno una punizione è una disgrazia, un terribile e indescrivibile dolore che nemmeno la persona più crudele al mondo si meriterebbe di provare. Per non aggiungere poi che solo io sono a conoscenza di questa orribile realtà e la fatica che le riserva la scelta del dover nascondere a chiunque.

Non mi presta nemmeno attenzione, sospira rumorosamente apposta per farmi zittire e non accettare  le mie ragioni e proseguire con i suoi testi.

<Pensa a Lucifero e all'amore che prova per se stesso. Un sentimento tale da superare persino la devozione per il suo creatore. Tale da ribellarsi e non accettare le regole ostinato a non lasciar compiere il suo destino già scritto. Lui ha avuto il coraggio di cambiare la direttiva non solo della sua vita, ma dell'intero universo. E' stato egoista e malvagio, ma magico, coraggioso e eterno>

Credo che questa volta abbia percepito chiaramente le mie gambe tremare dall'emozione, sono fuori controllo e anche perché ci si è accoccolata vicino, poggiando il capo teneramente nel mio grembo come quando eravamo bambini.

<Ti rendi conto che sei capace di farmi tremare con le tue parole?> mi complimento tra le righe usando forse una tonalità troppo cupa perché lo possa comprendere.

Lost In Your Beauty||Larry Stylinson Where stories live. Discover now