16-I Gotta Get Better

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Venerdì 23 Ottobre
15.30 P.M.

Pov's Louis

Prima o poi passerò un pomeriggio tranquillo nel mio ufficio senza che qualche squilibrato si intrufoli all'interno per darmi appuntamenti e senza che i miei amici squilibrati si divertano a interrompere il mio lavoro, perché al contrario loro sembro davvero l'unico che sgobba con serietà. Ovviamente i riferimenti sono del tutto casuali e frutto di supposizioni, perché sono consapevole che non succederà mai.

<Tommo siamo stati invitati alla festa di Halloween a casa di->

<Fanculo ma cosa vuole ancora da noi? L'ultimo sevizio lo faremo anche se non ci lecca il culo con tutti queste cene! Ci paga lo stesso no?> sbotto prima di lasciargli la possibilità di concludere la frase, se pur mi trattenga a stento dal fingere che non lo sappia già e che mi importi qualcosa.

<Ok...siamo parecchio su di giri oggi> farfuglia sminuendo la mia reazione e avanzando cautamente, piazzandosi davanti alla scrivania con una postura da capo autoritario e le mani rigorosamente dentro le tasche per completare il tutto. Inutile dire che non mi intimorisce nemmeno un po', ma gli dà un aria leggermente credibile e mi fa piacere fargli credere di poter farmi la paternale qualche volta.

<Sono nervoso> mi lamento richiudendo il laptop rumorosamente per riporlo lontano. A farmi ansia basta già lo schermo del computer fisso e i mille post it che lo contornano...

<Ah davvero? Non si era capito> ironizza ghignando.

<Niall...>

<Si è il mio nome e il tuo è Tommo. Ora parla con il tuo amichetto e dimmi qual'è il problema> perdendo ogni inibizione si abbassa in modo tale da guardarmi dritto in faccia nonostante sia ancora seduto e lui in piedi con solo i gomiti a sorreggerlo sullo schienale della sedia.

"E tanti saluti al comportamento formale" penso trattenendo un sorriso.

<Oltre ai centomila che già conosci non ce ne sono molti altri da elencare> dico sospirando e sprofondando nella poltrona e cerando il pacchetto delle sigarette tra i cassetti.

<Perché non ti va a genio Malik?>

<E' un viziato>

<Mhmh> quando fa questo suono è solo un segno che mi sprona a continuare, come dire "ti ascolto" ma è irritante se dietro so che nasconde un pensiero del tutto contrario alla mia opinione e quindi quel "ti ascolto" diventa un "ti ascolto ma..."

<E tormenta Anastasia come un stalker è davvero disgustoso, insomma, l'hai visto?>

<Lo sai che Ana non ha più 16 anni ed è capace di difendersi da sola? Si diverte un sacco a percularlo e poi sei sempre tu quello che dice di andare oltre le apparenze no?> scuoto la testa senza un vero motivo o avere una giusta risposta. Il mio silenzio basta a far cadere le sue domande che hanno ragione già in partenza.

Finalmente trovo il pacchetto con il quale stavo trafficando e con sorpresa e disappunto scopro che n'è rimasta solo una.

<E invece con il tuo maniaco ci sono novità? Non lo vedo più gironzolare indisturbato nello studio da un po'...L'hai denunciato alla polizia e ora ha un'ordinanza restrittiva che gli impedisce di avvicinarsi a te?> questa volta mi coglie impreparato e mi blocco nei miei movimenti solo sentendo nominare il simpatico soprannome che appartiene ormai come etichetta fissa a Harry.

Un'alzata di sopracciglia è più che dovuta, mentre mi dirigo verso la finestra per aprirla e accendermi la cicca.

<No no, nulla del genere> rispondo mentre una valanga di pensieri sul diretto interessato mi invadono la mente più velocemente di una tempesta improvvisa, ma scrutando il sorrisino compiaciuto di Niall mi ridesto quasi subito e gli chiedo: <Cosa? Perché mi guardi così?>

Lost In Your Beauty||Larry Stylinson Where stories live. Discover now