21-Is All I'm Asking For

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Martedì 10 Novembre
3.09 A.M.

Pov's Louis

Da Ana:-Sono a casa, puoi venire?-

Una serie di susseguirsi di eventi a raffica può portare a solo due conseguenze.
Una felicità mai provata prima o un senso di paura tale da tenerti il collo stretto in una morsa che pare mortale.
Spesso anche solo un piccolo gesto è capace di toglierci sia l'una che l'altra.

La tempistica non è delle migliori.
Un'altra scomparsa da parte di Lei sarebbe stata più catastrofica della precedente.

Non solamente per i rapporti che ha tanto faticato a recuperare ma anche perché ci avrebbe fatto sentire in colpa e persino ciechi e incapaci di notare il bisogno del nostro aiuto.
Nel terrore del momento nel quale ho sospettato solo io il peggio, ho la fortuna che il suo buon senso si sia svegliato e abbia deciso di avvertirmi cosa diavolo le è saltato in mente.

E' sparita per circa quattro giorni, con telefono spento, nessun messaggio lasciato nemmeno alla sua assistente e alcun avvertimento simile.
E' stato incredibilmente spaventoso, come ritornare ad un anno fa, con la differenza che il suo appartamento non era completamente distrutto.
Il mio, di buon senso invece, mi ha suggerito di rimanere sveglio pregando che si facesse viva senza coinvolgermi in qualche stronzata e sembra aver funzionato.

Leggo il messaggio appena ricevuto con le palpitazioni che paiono volermi far saltare il cuore dal petto e prima di calmarmi devo munirmi della forza che mi impedirà di urlarle contro e rimproverarla per quanto sia stata stupida e irresponsabile a dissolversi nel nulla per più di 24 ore.

Arrivo in fretta nel suo appartamento, sebbene l'ora, la stanchezza, con prudenza e inalando respiri profondi.
Non nego nulla alla paura che mi assale in quali condizioni potrei trovarla, ma non cedo nemmeno alle paranoie, rammentando a mente tutti i progressi che ha fatto e mettendo a confronto le sue parti da persona matura che si contrappongono da anni con la sua innata voglia di fuggire davanti ad un ostacolo troppo grande che alla fine, dopo qualche crisi, riesce ad affrontare senza problemi.

Percorro forse per la centesima volta ogni camera del suo loft da cima a fondo cercando inutilmente e chiamandola a gran voce, per poi trovarla china e agonizzante ai piedi del water.

Smetto di chiamarla e mi chino alle sua spalle per raccoglierle i capelli dietro la testa e passargli le mani sulla schiena per massaggiargliela dolcemente, come ad alleviare un dolore del quale non sono sicuro.
Quando smette di vomitare si tira indietro a sedere sulle ginocchia e si asciuga con le dita le lacrime che le sgorgano e le bagnano il viso seccandone la pelle e rendendola lucida. Nonostante la stanza sia a malapena illuminata dai raggi della luna è possibile vedere con chiarezza i contorni di ciò che ci circonda quindi escludo il pensiero di abbandonarla per accendere una luce superflua.

<Ni-Nial-l lo-sa?> singhiozza appena tra le sillabe che le servono per formare qualcosa che abbia senso, ma di certo non ne comprendo il significato immediatamente date le circostanze.

<Che c'entra Niall?>
inspira molta aria dal naso per cacciare indietro altre gocce di pianto, forse per lo sforzo del rigurgito, che minacciano di scendere e riprende a parlare in un sussurro appena udibile.

<Niall. Lo sa?> capisco a cosa si riferisca solo dal sentirla tremare tra le mie braccia che ora la avvolgono completamente da dietro per tenerla ferma, con la paura che possa dileguarsi nel nulla da un momento all'altro.

<Temo che pensi tu sia in-> mi blocco mi mando con le labbra l'ultima parola, anche se non mi può vedere e nascondo nel retro del suo collo, avvinghiandomi di più a lei per essere sicuro che non si sgretoli. Inaspettatamente si lascia andare sul mio petto, permettendomi di abbracciarla e sostenerla come si sede e rimango a cullarla per tutto il tempo che me lo permette.

Lost In Your Beauty||Larry Stylinson Место, где живут истории. Откройте их для себя