48. L'incubo diventò realtà

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Era mattina presto, Jein si era appena svegliata e Hojun era andato via da poco. Le aveva detto che avrebbe dovuto incontrarsi con i suoi genitori che, da quando passava le notti a palazzo Jeon, vedeva molto più raramente. Le aveva però promesso che sarebbe tornato a fare compagnia a lei e al bambino quella mattina stessa. Ma Jein non restò sola con il figlio per molto tempo perché, qualche minuto dopo, sentì qualcuno bussare alla finestra e quasi non le sembrò vero quando la aprì e si ritrovò davanti Jungkook e Taehyung.

La camera della ragazza si trovava al piano terra e dava sul giardino del palazzo, per questo Jungkook aveva pensato che, entrare dalla finestra, fosse il modo migliore per non fare incontrare nessuno a Taehyung. Il piano aveva funzionato alla perfezione perché erano riusciti ad entrare senza farsi notare da nessuno.

-"Taehyung!"- Esclamò Jein sorpresa. –"Che ci fai qui?"- Gli chiese poi stringendolo in un abbraccio.

-"Ti avevo fatto una promessa o sbaglio?"- Le ricordò lui sorridendo.

-"Ma non pensavo che l'avresti mantenuta visto che... insomma..."- Tentò di spiegare la ragazza senza concludere la frase.

La cosa che la sorprese non fu il fatto che Jungkook fosse riuscito a trovare Taehyung. Sapeva che sarebbe accaduto perché aveva capito che il fratello, in tutti quei mesi, non si fosse dato per vinto e che avesse continuato a cercarlo. La cosa che davvero la stupì, fu il fatto che fosse riuscito a portarlo fino al palazzo. Insomma pensava che, anche se Jungkook fosse riuscito a trovarlo, Taehyung lo avrebbe respinto un'altra volta.

-"Quindi voi due..."- Provò a chiedere Jein lasciandogli intendere quale fosse il suo dubbio senza però dirlo esplicitamente.

-"No."- Si affrettò a rispondere Jungkook.

Jein tirò un sospiro di sollievo. Per quanto volesse bene al fratello, era felice di sapere che i due ragazzi non fossero tornati insieme. Dalle facce di entrambi, poteva dedurre che avessero finalmente compreso di non poter stare insieme e che questo li stava facendo soffrire.

-"Sono venuto qui solo per conoscere YoungJin. Tra qualche ora me ne andrò, non ti preoccupare."- La informò Taehyung.

Il ragazzo aveva compreso perfettamente che, nonostante Jein avesse imparato a volergli un gran bene, la famiglia Jeon non avrebbe mai potuto accettarlo come qualcosa di più che un semplice amico di Jungkook.

Jein annuì alle parole di Taehyung e andò a prendere il figlio che stava riposando nella sua culla. Nel frattempo, il maggiore si perse ad osservare la camera della ragazza. Vicino alla finestra dalla quale erano entrati, si trovava un grande letto a baldacchino, circondato da un enorme tappeto che copriva più della metà del pavimento della stanza. Era stato un regalo di Hojun di qualche mese prima, si ricordava esattamente il momento in cui Jein glielo aveva raccontato. Era un pezzo molto costoso e prezioso e donava alla camera quel tocco di colore che la rendeva più accogliente. Dall'altro lato rispetto alla finestra, si trovava il separè che nascondeva la vasca da bagno, proprio come quella presente nella stanza di Jungkook. Sempre lungo quella parete, poco distante dalla vasca, si trovava il camino. Era circa a metà, così che potesse scaldare nel migliore dei modi tutta la camera. Era acceso, nonostante non facesse più così freddo. La bocca del camino era quindi aperta ma, le ante che l'andavano a chiudere quando era spento, erano posizionate in modo che la fiamma non si riuscisse a vedere dal punto in cui erano Taehyung e Jungkook.

-"Anche camera mia ha una porta, lo sapete? Perché siete entrati dalla finestra?"- Chiese ironicamente Jein mentre tornava verso di loro con suo figlio in braccio.

Taehyung si ritrovò a fissare proprio quella porta, che si trovava sullo stesso lato del camino ma quasi dall'altro lato della stanza rispetto a dove si trovavano loro adesso. Si soffermò a pensare come sarebbe stato poter vivere la vita normalmente, senza le sue paure. Poter entrare in qualunque stanza dalla porta principale e non da vie secondarie per evitare di incontrare altre persone. Iniziò ad immaginarsi quanto quella stanza potesse apparire diversa se vista da quella prospettiva, cosa si sarebbe trovato davanti se avesse fatto il suo ingresso dalla porta. Avrebbe trovato alla sua destra soltanto una grande libreria e la culla dove Jein faceva riposare YoungJin. Il resto della stanza sarebbe stato alla sua sinistra. Invece, dal punto in cui si trovava lui, la libreria, la culla e la porta erano gli oggetti più lontani, come se tutto questo non servisse ad altro se non a ricordargli che la sua vita fosse ben distante dall'essere normale. Eppure lui, quella paura che lo costringeva a vivere una vita così atipica, non riusciva a togliersela di dosso.

Silver Chair ~ [Taekook]Where stories live. Discover now